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« inserito:: Ottobre 24, 2008, 10:15:35 pm » |
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L’ultimo abuso: le deleghe sotterranee
Roberto Zaccaria
C’è il rischio fondato che tra qualche mese, eletto il giudice costituzionale ed approvata la finanziaria e il bilancio, adempimenti necessari per Costituzione, il Parlamento si trovi privo di lavoro. Le funzioni legislative più significative saranno ormai interamente trasferite al Governo.
Abbiamo lamentato e giustamente in questi primi mesi di attività parlamentare un uso smodato della decretazione di urgenza, spesso accoppiata alla posizione della questione di fiducia. Tra provvedimenti approvati e provvedimenti in corso siamo arrivati alla ventina. Uno solo di questi conteneva l’intera manovra finanziaria.
Anche il Presidente della Repubblica, che in genere ammonisce in silenzio (la cosiddetta moral suasion) ha dovuto prendere “carta e penna” per richiamare il Governo ad un uso più appropriato dei decreti.
Il fenomeno costituzionale più grave però è quello che si nota meno e che si realizza attraverso un uso clandestino, sotterraneo, nascosto della delega legislativa. Attraverso una sotterranea erosione della funzione legislativa del Parlamento che si realizza, nella quasi generale indifferenza ad opera del Parlamento stesso o meglio della sua maggioranza. Cercherò di essere più preciso perché effettivamente il fenomeno è nuovo e merita qualche ulteriore dettaglio.
Ufficialmente non risultano fino ad oggi approvate leggi di delegazione legislativa. È evidente: sono state approvate le leggi di conversione dei decreti legge sopra richiamati. Non c’è stato il tempo per approvare anche le leggi di delega. Ma quelli che sono preoccupanti sono i lavori in corso. Esaminando i disegni di legge in corso di approvazione alla Camera e al Senato si può agevolmente rilevare che a tutt’oggi risultano inserite in questi testi ben trentuno deleghe primarie e su materie tutt’altro che secondarie. (Lavori usuranti e processo del lavoro, Lavoro pubblico, Sanità, Forze armate, Industria, Proprietà industriale ecc). Per avere un confronto recente basta considerare che in tutto il 2007 il Governo Prodi, accusato di fare un forte ricorso alle deleghe aveva approvato ventidue deleghe primarie al netto della comunitaria (che non è compresa neppure in questo calcolo).
Il confronto sommario ci dice che viaggiamo su base annua almeno al triplo delle deleghe precedenti. Ma il fatto decisamente più preoccupante è il modo nel quale vengono esaminate tutte queste deleghe. Ho detto deleghe sotterranee e clandestine non a caso. La Costituzione infatti prevede che le leggi di delega, attraverso le quali il Parlamento si “spoglia” della funzione legislativa debbano essere accompagnate da rigidi paletti: i principi e i criteri direttivi, l’oggetto delimitato, il temine (art.76 Cost) e soprattutto un’esame solenne e trasparente in assemblea (art.72). È un modo diverso, ma ugualmente importante di esercitare la funzione legislativa.
Questo non è quello che sta avvenendo di fronte alle trentuno deleghe legislative in corso. La maggior parte di queste, circa 27, sono contenute nei disegni di legge collegati alla manovra finanziaria. Provvedimenti eterogenei, confusi che trattano settori nevralgici della vita del paese (Lavoro pubblico e privato, Sanità, Forze armate, Industria) senza alcuna organicità ma con un unico disegno, quello di spostare, spesso senza alcun criterio direttivo la competenza legislativa dal Parlamento al Governo. Molte di queste deleghe sono addirittura introdotte di soppiatto durante l’esame in commissione o addirittura in Aula.
Utilizzando in maniera discutibilissima una norma del regolamento che consente l’esame accelerato di questi provvedimenti, l’approvazione avviene frettolosamente e senza nessuna reale consapevolezza.
Nei giorni scorsi, con un appassionato intervento alla Camera, l’on. Livia Turco, ex ministro della Sanità aveva denunciato l’inutilità e addirittura il pericolo di una delega “in bianco” per la riforma di Istituti di eccellenza nel settore sanitario.
Niente da fare. La maggioranza ha continuato a “macinare” voti, nella più assoluta indifferenza e senza nessuna risposta di merito da parte del ministro Brunetta, presente in aula, ma assolutamente incompetente sull’argomento. Lo stesso rischio si presenta di fronte ad una nuova delega in bianco (e, tra l’altro, senza un’adeguata copertura finanziaria) per il riordino delle carriere delle Forze armate e delle Forze di Polizia o ad altre deleghe analoghe in materia di industria.
È drammatico che questi strappi gravi avvengano senza una tutela adeguata da parte della Presidenza della Camera che avrebbe i poteri per farlo.
Mi auguro che durante il seminario che la Corte costituzionale ha convocato proprio sulla delega nei prossimi giorni queste preoccupazioni abbiano un’eco adeguata. Già in materia di sicurezza, per i rifugiati e i ricongiungimenti familiari, sono stati stati capovolti gli indirizzi politici precedenti, con semplici decreti legislativi correttivi.
Ora il Parlamento viene pericolosamente svuotato con una violazione marcata e ripetuta dell’art. 76 della Costituzione e in più con un aggiramento vistoso della “riserva” di discussione e di esame in assemblea.
Pubblicato il: 24.10.08 Modificato il: 24.10.08 alle ore 9.34 © l'Unità.
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