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Autore Discussione: Corsa alla Casa Bianca, Hillary vince su YouTube  (Letto 3306 volte)
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« inserito:: Luglio 25, 2007, 06:00:09 pm »

Corsa alla Casa Bianca, Hillary vince su YouTube

Roberto Rezzo


Déjà vu online. Annunciato come una rivoluzione nel panorama politico, l’ultimo dibattito tra i candidati democratici alla Casa Bianca, organizzato in collaborazione tra Cnn e YouTube, lunedì sera ha deluso tanto i cybernauti entusiasti che gli osservatori più tradizionali. Nell’aula magna dell’Accademia Navale di Charleston in South Carolina, gli sfidanti sono introdotti sul palco dai cadetti biancovestiti in alta uniforme. Iniziano così due ore di botta e risposta con le domande che arrivano in forma di video amatoriali realizzati dagli utenti del popolare sito internet. Su oltre 2mila quesiti clip girati apposta per l’occasione, la Cnn ne ha selezionati 26 in tutto. Conduce in diretta Anderson Cooper, il volto più telegenico della televisione, il reporter che come nessun altro sa sfoggiare lo stile e le buone maniere dell’alta società newyorchese. Tutto merito della mamma, l’artista, attrice, ereditiera Gloria Vanderbilt. «Nuovo format, soliti candidati», titola lapidario all’indomani l’editoriale del New York Times. Quel che balza agli occhi sin dal primo giro di domande è che la freschezza e l’impertinenza proprie dei blog e di altre forme di espressione in rete, è stata uccisa dalle esigenze del format tv. Con poche eccezioni, ne è uscito un dibattito ancor più tradizionale e paludato di quelli visti sinora.

«Quando a fare le domande sono sempre i giornalisti –aveva osservato John Edwards– finisce che le domande sono sempre le stesse». Il risultato evidentemente non cambia se a fare le domande è la gente comune, ma le domande che vanno in onda sono quelle selezionate dai giornalisti. «Non si tratta di censura –assicurano i responsabili della Cnn– ma di una scelta doverosa per garantire equilibrio ed evitare manipolazioni. E naturalmente evitare che si trascenda nel cattivo gusto». Questo ha risparmiato a candidati e telespettatori esibizioni osè e altri insulti, ma è sparita anche la ragazza in chemioterapia che si toglie la parrucca e chiede lumi sui piani per dare l’assistenza sanitaria ai quasi 50 milioni di americani che ne sono sprovvisti. La domanda è stata fatta, ma da un’altra paziente e in modo meno provocatorio. Guerra in Iraq, immigrazione, educazione, diritti civili sono stati gli altri prevedibili argomenti. Con qualche nota di colore, come il video che chiede di indicare quale sia il rivale che i candidati disprezzano di più. A parte John Edwards, ben laccato dallo stilista delle dive di Hollywood, che prova a fare lo spiritoso avanzando riserve sul completo pantalone nero e giacca rosa stile Miss Saigon indossato da Hillary Clinton, è un coro unanime di complimenti e reciproche attestazioni di stima. E l’affermazione che «chiunque di noi farà molto meglio di George W. Bush» strappa l’applauso del pubblico in sala.

Quel che soprattutto è mancato è stato un vero dibattito. In parte perché non tutti i candidati hanno avuto l’opportunità di rispondere alla stessa domanda, in parte perché tra Clinton e tutti gli altri non c’è competizione. Forte dei sondaggi che la vedono in vantaggio di oltre venti punti su Obama e di una quarantina su tutti gli altri, la senatrice di New York è stata molto «presidenziale». Ha lasciato cadere nel vuoto ogni accenno polemico puntando tutto sulla competenza. E sulla sua studiata capacità di ascoltare tutti i punti di vista senza mai perdere di vista l’obiettivo. Per vincere a mani basse le bastava non fare errori. E così è stato: quando le hanno chiesto se si considera «liberale», ha precisato «una moderna progressista». A spiccare tra gli altri candidati è stato Dennis Kucinich, deputato dell’Ohio, ma per sua stessa ammissione «troppo di sinistra» e per questo quasi rassegnato a un ruolo di testimonianza. Obama si è distinto soprattutto per il bel sorriso, e tra la base democratica cresce il sogno di vederlo in un ticket insieme a Clinton come vice presidente. Un’ipotesi che adesso comincia a intrigare non solo i media ma anche gli strateghi elettorali. Il fatto che i due si scontrino più a passi di minuetto che in punta di fioretto, alimenta ulteriormente congetture e indiscrezioni. Adesso una pausa estiva, e quindi il 17 settembre l’esperimento YouTube si ripete. Questa volta tocca ai candidati repubblicani.

Pubblicato il: 25.07.07
Modificato il: 25.07.07 alle ore 13.55   
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