LA-U dell'OLIVO
Novembre 22, 2024, 07:45:24 pm *
Benvenuto! Accedi o registrati.

Accesso con nome utente, password e durata della sessione
Notizie:
 
   Home   Guida Ricerca Agenda Accedi Registrati  
Pagine: [1]
  Stampa  
Autore Discussione: "Ecco la mummia di Hatshepsut" svelato il mistero della faraona  (Letto 4886 volte)
Admin
Utente non iscritto
« inserito:: Giugno 28, 2007, 05:45:08 pm »

TECNOLOGIA & SCIENZA

Presentata la sensazionale scoperta degli archeologi. Ricostruita al Cairo la sua identità grazie a una Tac.

In un dente la prova inconfutabile

"Ecco la mummia di Hatshepsut" svelato il mistero della faraona

 FRANCESCA MALANDRUCCO


IL CAIRO - Era stata condannata alla damnatio memorie dal figliastro Thutmose III. Il suo nome era stato cancellato da statue e monumenti. Il suo sarcofago profanato. Allora nessuno avrebbe mai immaginato che un giorno la mummia di Hatshepsut, il faraone donna che ha regnato sull'Egitto 3500 anni fa durante la XVIII dinastia, avrebbe nuovamente visto la luce. Quel corpo di regina, avvolto nelle bende di lino e cosparso di resine profumate, era stato spostato dalla sua tomba, la Kv20 nella Valle dei Re a Luxor, ad una vicina, la Kv60. E lì era rimasto per tutto questo tempo

E' stato Zahi Hawass, il capo del Consiglio Superiore delle Antichità Egizie, insieme ad un team di ricercatori, a restituire l'identità a quella mummia femminile. E lo ha fatto attraverso una vera e propria indagine scientifica, avvalendosi della stessa macchina per la Tac della Siemens che due anni fa era servita per accertare le cause della morte di Tutankhamon, il faraone fanciullo

A risolvere un mistero che va avanti da almeno un secolo, da quando nel 1903 Howard Carter trovò la tomba al cui interno era custodita la mummia senza nome, non è stata solo l'analisi del Dna. Bensì un dente, un molare per la precisione. E' stata questa la prova inconfutabile che ha permesso ad Hawass di risolvere l'enigma della regina scomparsa. Il molare era conservato magicamente in un vaso canopo dove 3500 anni fa erano stati sigillati parte degli organi interni di Hatshepsut, come testimonia il cartiglio inciso sul contenitore che riporta, scritto in geroglifico, il nome del faraone donna

Il team di scienziati e archeologi ha iniziato la sua ricerca oltre un anno fa. Una ricerca che è diventata una vera e propria indagine, degna della trama di un noir, ed è stata filmata passo dopo passo da Brando Quilici, il regista produttore specializzato nella ricostruzione delle storie di mummie. Il documentario, che verrà presentato negli Stati Uniti da Discovery Channel a luglio e uscirà in Italia il prossimo ottobre, si intitola proprio Secrets of Egypt's Lost Queen. Tutti i dettagli della scoperta verranno presentati questa mattina al Cairo dal ministro della Cultura egiziano, Farouk Hosni, e da Zahi Hawass che annuncia: "Si tratta della scoperta più importante dopo quella che ha rivelato la causa della morte di Tutankhamon".

La ricerca è partita dall'analisi delle quattro mummie prive di un'identità certa che, nel corso dell'ultimo secolo, erano state attribuite alla regina Hatshepsut. Tutte, infatti, sono legate in qualche modo alla storia del faraone donna, e tutte sono state ritrovate nella Valle dei Re. I primi due corpi erano stati rinvenuti accanto alle mummie di Tutmosi I e Tutmosi II, rispettivamente il padre e il marito di Hatshepsut. Una terza mummia era stata portata dalla tomba Kv60 al Museo del Cairo molti anni fa, e di lei se ne erano perse le tracce. Si tratta di Siter In, la nutrice di Hatshepsut. L'ultimo corpo femminile indagato, infine, era proprio quello dimenticato per secoli sempre nella tomba Kv60, che Elisabeth Thomas, una ricercatrice americana, qualche anno fa aveva attribuito per prima ad Hatshepsut

Come in una vera e propria inchiesta, gli scienziati hanno tracciato l'identikit del faraone donna, i suoi segni particolari, la sua età (tra i 40 e i 50 anni), e le affinità con le mummie note di Tutmosi I e di Tutmosi II. Attraverso i raggi X hanno scattato migliaia di foto ai quattro corpi femminili. Infine hanno effettuato la prova del Dna sulle uniche due mummie che corrispondevano alle caratteristiche del Faraone donna. Ma per avere i risultati del test scientifico, gli esperti avrebbero dovuto aspettare ancora settimane. Quel dente, magicamente conservato nel vaso canopo, che poteva appartenere ad una mummia soltanto, ha permesso di rivelare subito chi fosse la vera Hatshepsut

(27 giugno 2007) 

da repubblica.it
Registrato
Admin
Utente non iscritto
« Risposta #1 inserito:: Luglio 08, 2007, 11:56:51 pm »

Nuove rivelazioni su Hatshepsut, la faraona d'Egitto

La mummia-regina?

Grassa, calva e barbuta «Giocava sporco, mangiava in abbondanza e si vestiva come i colleghi maschi» 

 
NEW YORK- La settimana scorsa, Zahi Hawass, segretario generale del Consiglio Superiore per le Antichità egizie al Cairo, ha annunciato di aver identificato la mummia femminile ritrovata già nel 1903 nella tomba KV60, vicino Luxor dopo più di un secolo di confronti, studi e ricerche. Si tratta della regina Hatshepsut, nota come la donna che si nominò farone che ha regnato sull'Egitto 3.500 anni fa, nel 15 secolo prima di Cristo. L'identità di Hatshepsut è significativa visto che è stata definita dagli esperti come la più grande scoperta archeologica dai tempi del ritrovamento della tomba di Tutankhamon nel 1922, ed è stato accertato che si tratta chiaramente della prima «donna-faraone».

NON È CLEOPATRA - L'identificazione certa della mummia è stata possibile grazie al matrimonio tra tecnologia, scienza e archeologia; l'analisi di un dente molare perfettamente conservato è stata la chiave per risolvere uno degli enigmi della storia dei faraoni. Quel corpo di regina era avvolto dalle bende e cosparso di resine profumate. Hatshepsut però, una delle sei regine dell'antico Egitto, quinto sovrano della XVIII dinastia, non era per nulla simile alla collega, la leggendaria Cleopatra. Questa la tesi avanzata in questi giorni dai ricercatori che l'anno presa sotto esame.

CALVA, BARBUTA E DIABETICA - «Era una donna molto forte e capace di giocare sporco per salvaguardare i propri interessi, dimostrando di essere allo stesso livello degli uomini. Apparentemente usava il suo potere per governare le terre dalla foce fino alla fine del fiume Nilo solo per mangiare bene e in abbondanza», dice Meredith F. Small, antropologa dell'Università di Cornell negli Stati Uniti. «Era una cinquantenne grassa, calva e barbuta», aggiunge la professoressa di New York. Secondo gli archeologi avrebbe persino sofferto di diabete. Niente oro, ornamenti o tesori grandiosi: la «signora di ferro», giaceva a terra nella tomba della sua nutrice Sitre-In. «Una classica donna obesa come se ne trovano a migliaia ai giorni nostri», racconta la studiosa al magazine americano «Live Science».

MEZZA ETA' - Grazie alla tomografia computerizzata e all'analisi del Dna i ricercatori hanno poi scoperto che la sovrana egizia, non solo soffriva di un gran mal di denti ma anche di quello che molte signore di mezza età al giorno d'oggi hanno più bisogno - un parrucchiere. «Era calva su tutta la parte frontale del capo. Solo una coda di pochi e lunghi capelli copriva la zona posteriore della testa». Hatshepsut insomma, soffriva anche della patologia chiamata «alopecia areata», ovvero di una repentina caduta dei capelli in più zone del cuoio capelluto. Inoltre, sostengono gli scienziati, non era per nulla bella o attraente, come la definiremmo tutt'oggi: «I tratti somatici del viso la facevano assomigliare più ad un uomo che a una donna e inoltre, indossava gli abiti e gli ornamenti tipici dei sovrani maschi, compresi barba finta e copricapo».

«MONACA» - «Ma - come oggigiorno - l'abito non fa la 'monaca', una donna non si giudica dall'apparenza. Hatshepsut ha avuto potere e successo», dice la ricercatrice Small. Ha sposato uno dei suoi fratellastri, Thutmose II, inizialmente co-reggente insieme al figlio, si autoproclamò faraona, rimase al potere per 22 anni, uno dei regni più duraturi, prosperi e pacifici che abbia conosciuto l'Antico Egitto. «Una donna come se ne trovano poche», sostiene infine la professoressa.

Elmar Burchia
08 luglio 2007
 
da corriere.it
Registrato
Pagine: [1]
  Stampa  
 
Vai a:  

Powered by MySQL Powered by PHP Powered by SMF 1.1.21 | SMF © 2015, Simple Machines XHTML 1.0 valido! CSS valido!