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Autore Discussione: Cinema, a Venezia la tragedia sul lavoro  (Letto 2536 volte)
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« inserito:: Agosto 25, 2008, 06:29:51 pm »

Cinema, a Venezia la tragedia sul lavoro

Gabriella Gallozzi


«Adesso è questo che bisogna raccontare». Che quelle che chiamano «morti bianche», sono in realtà «omicidi sul lavoro», morti annunciate così come sono state quelle dei sette operai della ThyssenKrupp per le quali, nonostante i boatos dei media a tragedia consumata, le famiglie sconvolte aspettano ancora giustizia, come quelle di tanti altri lavoratori.

«Adesso è questo che bisogna raccontare» dice Carlo Marrapodi, 31 anni, ex operaio dello stabilimento torinese e compagno dei sette lavoratori bruciati nel rogo della notte del 5 dicembre 2007.

«E lui, infatti, è lì a raccontare, nonostante il dolore, nonostante la solitudine, protagonista «per caso» di Thyssenkrupp Blues, il documentario di Pietro Balla e Monica Repetto che passerà nella sezione Orizzonti. Così come l´altro film dedicato a questa strage, La fabbrica dei tedeschi di Mimmo Calopresti, altro evento speciale della Mostra. Una Mostra, quella 2008 al via dopodomani, che ha scelto, sulla spinta dell´Associazione Articolo 21, di «raccontare» questa strage infinita che sta insanguinando il nostro paese dedicando agli omicidi sul lavoro una «giornata particolare»: il 5 settembre. Una giornata di mobilitazione, come si diceva una volta, aperta a incontri, dibattiti, riflessioni, cinema e, ancora, alla partenza dal Lido della prima tappa della «caravana» per il lavoro sicuro, organizzata da Articolo 21. Sorta di «unità di crisi» che toccherà i luoghi dell´Italia dove il lavoro ha ucciso.

«Sarà una partenza simbolica quella dal Lido - spiega Beppe Giulietti portavoce dell´associazione e parlamentare - per ringraziare il mondo del cinema che ha riacceso i riflettori su un tema così drammatico e ancora invisibile. Per questo ci auguriamo di creare un evento in cui trovino spazio il teatro, magari con le letture da Metello che sta preparando Ottavia Piccolo, la pièce Il pane loro di Stefano Mencherini, e ancora il cinema con Morire di lavoro di Daniele Segre e gli spot per i sindacati di Pasquale Squitieri e poi la musica con i Subsonica e Mariella Nava. Perché si arrivi ad un evento in cui non si parli tanto di noi ma tanto di loro: i morti sul lavoro».

Tante, tantissime sono state fin qui le adesioni alla carovana. Tra cui proprio quelle di Adriano Celentano e Claudia Mori, protagonisti del «prologo» di questa campagna di sensibilizzazione, che si terrà il 4 sera, con la proiezione di Yuppi Du - prima annunciata, poi bloccata, ora riprogrammata -, il film del ‘75 che «anticipò» tutto l´Adriano-pensiero di tanti suoi show-tv, «incrociando» anche il tema delle morti sul lavoro: un operaio di Porto Marghera, amico del protagonista, viene schiacciato da un «carico sospeso».

Punti forti della giornata del 5 settembre saranno comunque i due attesi documentari sul rogo della Thyssenkrupp. Si comincerà alle 13.30 con quello di Calopresti, La fabbrica dei tedeschi. Con Monica Guerritore nei panni della madre di uno degli operai morti, il film ci racconterà «di questi ragazzi coraggiosi - dice lo stesso regista - che hanno continuato a fare il loro dovere, cercando in ogni modo di spegnere l'incendio nella fabbrica che li aveva già licenziati».

Soprattutto ci racconterà di quello che si «nasconde» dietro ad ogni omicidio sul lavoro, la totale mancanza di sicurezza, lo sfruttamento selvaggio frutto di un mondo impostato interamente sulla precarietà votata al profitto. «Adesso è questo che dobbiamo raccontare» ci dice Carlo in Thyssenkrupp Blues, che sarà proiettato subito dopo il film di Calopresti. Che le morti sul lavoro non sono mai il frutto di «fatalità», ma piuttosto «morti annunciate». E questo «racconterà» Venezia 2008, anche e soprattutto a questo governo che sul mondo del lavoro ha già abbattuto la sua scure.

Pubblicato il: 25.08.08
Modificato il: 25.08.08 alle ore 10.37   
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