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Autore Discussione: BARBARA ARDÙ. Intesa sui mutui, così si rinegozia  (Letto 2458 volte)
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« inserito:: Giugno 24, 2008, 04:19:58 pm »

ECONOMIA

Il governo e l'Abi hanno firmato la convenzione. Rate più basse di 90 euro

Rinegoziazione per i contratti antecedenti al 29 maggio 2008. Inclusi anche i morosi

Intesa sui mutui, così si rinegozia

Tredicimila euro di costi in più

di BARBARA ARDÙ
 

ROMA - Banche e governo hanno trovato l´accordo. È stata firmata infatti la convenzione sul decreto taglia-rate, quello che dal primo gennaio 2009 alleggerirà il conto di chi ha stipulato un mutuo a tasso variabile, per poi ripresentarglielo però alla fine su un conto a parte, che non sarà altro che la differenza tra quello che si sarebbe dovuto e ciò che realmente si paga con il "taglia rate".

La differenza ce la mette la banca, che poi però la rivuole indietro (al tasso fisso Irs maggiorabile di uno spread dello 0,5 per cento o anche meno). Sempre che i tassi non precipitino sotto la media del 2006 (perché è su questo numero che verrà riportata indietro la rata): se calassero infatti sarà il mutuatario a essere in credito con la banca.

Rate fisse dunque e durata variabile. Una sorta di rinegoziazione "collettiva", che riporta la rata indietro nel tempo riadattandola così al bilancio familiare senza sconvolgerlo. Ne potrà usufruire chi ha stipulato un mutuo prima del 29 maggio 2008 e anche chi è già indietro con il pagamento delle rate, che finiranno nel conto accessorio.

Voluta da Tremonti e frutto di una convenzione tra Tesoro e Abi, la misura è contenuta nel decreto fiscale all´esame della Camera. Un accordo che secondo le associazioni dei consumatori, può andar bene solo per chi è con l´acqua alla gola. «Chi ce la fa ancora a pagare - spiega Rosario Trefiletti presidente di Federconsumatori - ne stia alla larga. Provi semmai a cambiare banca attraverso la surrogazione introdotta da Bersani, quella che avrebbe dovuto stimolare la concorrenza». Questione che sta a cuore all´Authority che vigila sul mercato. Non a caso la convenzione è stata limata più volte e lo stesso Tremonti ha dichiarato che è una delle possibilità, non l´unica.

D´altra parte basta un confronto tra surroga e rinegoziazione modello Abi-ministero, per rendersi conto che se all´inizio si risparmia, alla fine il conto è salato. Lo dimostra l´esempio in pagina, anche se è difficile fare previsioni soprattutto su periodi di tempo così lunghi. L´esempio fatto da Progetica è stato calcolato su un mutuo a trent´anni di 100mila euro stipulato a novembre 2005 a un tasso del 3,36 per cento. La rata originaria era 441 euro, quella attuale è lievitata a 578. Scegliendo la convenzione Abi-Tesoro si abbassa a 493, con un risparmio di 85 euro al mese. Solo che il mutuo si allunga di 79 mensilità e alla fine sul conto accessorio rimarranno 33mila euro da pagare, che altro non sono che le somme che la banca ha anticipato per ridurre la rata e gli interessi.

Chi usufruisce della convenzione finisce dunque per pagare circa 13mila euro in più rispetto al mutuo originario (200.444). Che accade invece con la surroga? La rata si abbassa di soli 19 euro, la durata del mutuo non aumenta e si risparmia anche qualcosa: invece di 187mila euro il mutuatario finirà per pagarne 183mila. Ma attenzione, l´esempio è fatto su tassi stabili.

(24 giugno 2008)

da repubblica.it
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