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Autore Discussione: Regali, aiuti e inviti in Sardegna ecco le carte di Silvio e Virginia  (Letto 2474 volte)
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« inserito:: Luglio 09, 2008, 11:28:19 pm »

POLITICA

Dopo aver presentato un messaggio a reti unificate, la giovane ricevette un diamante

L'ex marito della Sanjust minacciò di rivelare tutto alla vigilia delle elezioni 2006

Regali, aiuti e inviti in Sardegna ecco le carte di Silvio e Virginia

La vicenda, dopo le denunce dell'ex consorte, è sotto esame al tribunale dei ministri

di GIOVANNI VALENTINI

 

ROMA - Politica, televisione, donne e servizi segreti. La miscela è altamente esplosiva. E l'ordigno, dalla Procura della Repubblica di Roma al Tribunale dei ministri, va maneggiato con cura. Tanto più quando il caso coinvolge il presidente del Consiglio in carica, Silvio Berlusconi, per fatti che risalirebbero a un periodo - fra il 2003 e il 2006 - in cui lui stesso era a capo del governo. Il Tribunale dei ministri è chiamato a pronunciarsi sulla denuncia per abuso d'ufficio e maltrattamenti presentata da Federico Armati, dipendente della Presidenza del Consiglio e agente segreto, ex marito di Virginia Sanjust di Teulada. Dopo aver iscritto Berlusconi nel registro degli indagati, il procuratore di Roma, Giovanni Ferrara, ha trasmesso l'atto al collegio speciale per i reati ministeriali, con una richiesta di archiviazione. Ma ora il Tribunale dei ministri si trova davanti un'altra memoria presentata da Armati che espone la sua versione dell'intera vicenda.

Con tutte le riserve necessarie, si può ricostruire la storia sulla base dei documenti presentati in passato alla magistratura romana. Trattandosi del capo del governo e di un agente segreto, e riguardando la Presidenza del Consiglio, la Rai e gli apparati di sicurezza, è senz'altro opportuno che l'affaire venga chiarito completamente in funzione della trasparenza e dell'interesse pubblico. I documenti sono quelli depositati nel 2006 presso la Procura di Roma dal difensore della Sanjust, Domenico de Simone, insieme alle memorie e alle dichiarazioni della signora di fronte al sostituto procuratore Olga Capasso che poi ha ritenuto di archiviare il caso per "la genericità delle accuse" e "la mancanza di adeguati riscontri oggettivi".

Tra gli allegati compare anche un esposto, datato 25 marzo 2006, che sarebbe stato preparato dallo stesso agente segreto e non più presentato "a seguito della destinazione dell'Armati al servizio presso il Cesis", oltre ai cd-rom e alle trascrizioni di due conversazioni registrate dalla Sanjust all'insaputa dell'ex marito.

Da queste conversazioni, secondo la memoria resa dalla signora il 12 settembre 2006 come "persona offesa", risulterebbe un "comportamento ricattatorio" da parte di Federico Armati, per ottenere la remissione di una precedente querela per lesioni. E soprattutto, un presunto "comportamento estorsivo" rivolto non solo nei confronti della Sanjust; ma anche dell'allora presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, nonché del direttore responsabile del Sisde, prefetto Mario Mori. In sostanza, come si legge nel testo, "l'Armati minacciava di propalare pubblicamente la falsa notizia di una relazione amorosa tra la signora Sanjust e l'onorevole Berlusconi (...), minaccia che era allora particolarmente sentita per via dell'imminenza della campagna elettorale".

In una successiva memoria del 29 settembre, l'avvocato de Simone afferma fra l'altro che "lo scandalo, anche se artatamente costruito ma fondato su elementi in parte veritieri, perché è innegabile il rapporto di amicizia tra la signora Sanjust e il presidente Berlusconi, avrebbe potuto arrecare un grave danno all'immagine del presidente Berlusconi". E aggiunge che la minaccia della denuncia, come risulta dalla registrazione del 28 marzo, è stata rivolta non solo all'ex moglie, ma anche a persone dell'entourage del capo del governo: tra questi, Niccolò Querci, presidente di Rti, la società titolare delle concessioni televisive di Mediaset; Dodo Torchia, ex segretario di Berlusconi, "ed altri esponenti di Mediaset e/o Forza Italia".

Quello stesso giorno, in qualità di persona informata sui fatti, la Sanjust dichiara di essere "stata contattata (in marzo - ndr) dall'avvocato Niccolò Ghedini perché qualcuno dall'interno del quotidiano l'Unità aveva avvisato l'entourage del presidente del Consiglio che Federico Armati si era vantato di essere in possesso di notizie esplosive sul presidente". Ma un mese dopo, il 26 ottobre 2006, la signora si ripresenta in Procura e mette a verbale: "Ricevo lettura di quanto da me dichiarato in data 29/9/2006 e voglio precisare che per paura avevo detto che era stato l'avvocato Niccolò Ghedini a telefonarmi, in realtà è stato Silvio Berlusconi in persona, con tono molto preoccupato".

L'amicizia o la relazione tra la signora e il Cavaliere, in base all'esposto di Federico Armati, risalirebbe al 29 settembre 2003. Quel giorno, il presidente del Consiglio diffonde un messaggio televisivo a reti unificate per illustrare la riforma delle pensioni. A presentare la trasmissione su Rai Uno, è la neo-annunciatrice Virginia Sanjust, coniugata e all'epoca legalmente separata. L'indomani mattina il presidente del Consiglio fa contattare telefonicamente da una propria collaboratrice la signora Sanjust, per chiederle l'indirizzo presso il quale inviare un mazzo di fiori in segno di ringraziamento. L'annunciatrice indica quello di Campo dei Fiori 8, a Roma, dov'è ospite temporaneamente dell'ex marito per trascorrere alcuni giorni con il figlio nato dal loro matrimonio. Poco dopo, arriva l'omaggio floreale con un bigliettino di congratulazioni. Su sollecitazione dello stesso Armati che aspira a una promozione e di due amici, la signora Sanjust si mette in contatto con palazzo Chigi per ringraziare a sua volta il presidente del Consiglio, lasciando nome e numero di telefono.

Nel giro di pochi minuti, alla presenza dell'ex marito e della coppia di amici, la signora Sanjust viene chiamata sul proprio cellulare direttamente dal presidente Berlusconi che la invita a colazione per il giorno successivo, alle ore 13, a palazzo Chigi. Al pranzo sarebbero stati presenti il ministro Giulio Tremonti e il sottosegretario Gianni Letta. Subito dopo, a quanto riferisce l'agente segreto nell'esposto, il presidente Berlusconi avrebbe invitato la sua ospite a seguirlo nel proprio studio privato: mentre le porge un pacchetto contenente un bracciale di diamanti del gioielliere Damiani, s'informa sulle sue condizioni prendendo appunti e domandandole come può esserle d'aiuto. La Sanjust risponde che l'ex marito, dipendente della Presidenza del Consiglio in forza al Sisde, aspetta da anni una promozione. A novembre, ad Armati viene comunicato l'avanzamento al grado di Collaboratore. Prima, in via informale dall'ex moglie, informata personalmente dal presidente Berlusconi mentre è impegnato in un viaggio di Stato in Cina. E poi, l'11 novembre 2003, ufficialmente dal Sisde.

Da quel momento, come afferma lo 007, si stabilisce un'intensa relazione tra Berlusconi e la Sanjust che durerà fino al gennaio 2005, durante la quale - sempre secondo Armati - il presidente del Consiglio chiama quotidianamente al telefono la signora, anche dopo la mezzanotte; le offre numerosi e costosi regali; la invita più volte nella sua residenza in Sardegna; le propone la conduzione di un nuovo programma di Rai Uno intitolato "Oltremoda". Alla fine dell'estate 2004, la Sanjust decide però di rinunciare alla trasmissione. E poi, a novembre, si dimette anche da annunciatrice. Uscita definitivamente dalla Rai, Virginia Sanjust - stando alla ricostruzione di Armati - entra nella disponibilità di "quantità ingenti di denaro contante", con cui provvede a estinguere numerosi debiti precedentemente contratti.

Alla fine di settembre del 2004, la signora comunica al marito l'intenzione di chiedere per lui a Berlusconi un'ulteriore promozione che gli avrebbe assicurato un aumento di stipendio (circa 1.000 euro al mese), per consentire al figlio un migliore tenore di vita. Ma a causa di un violento litigio sull'educazione del bambino, i rapporti fra i due ex coniugi s'interrompono bruscamente. Lei gli giura che gliela avrebbe fatta pagare, bloccando la promozione e facendo ridurre il suo stipendio, per metterlo in condizione di non poter più mantenere il figlio.

Il 26 gennaio 2005 il direttore del Sisde va a visitare i nuovi uffici e qui scoppia un incidente con Armati ("Levatemelo dai coglioni - urla Mori nel corridoio - questo stronzo non lo voglio più vedere!"). Così l'indomani lo 007 apprende che "per cessate esigenze di servizio" sarà trasferito al ministero della Giustizia e destinato alla cancelleria presso la Corte di Cassazione: il suo stipendio si riduce da 4.481 euro a 1.700/1.800 mensili. Ma, proprio alla vigilia delle elezioni politiche 2006, Armati viene "ripescato"; ottiene una nuova promozione e passa al Cesis, il Comitato che coordina i diversi servizi segreti: lo stipendio sale a circa 5.500 euro al mese. E lo 007 rinuncia a presentare il suo esposto.

C'è stato dunque o no un comportamento ricattatorio o estorsivo, contro il presidente del Consiglio? E in questa ipotesi, perché la Procura di Roma avrebbe archiviato il caso? La signora Sanjust ha fatto carriera in Rai perché era professionalmente capace o perché era raccomandata dall'alto? Federico Armati fu promosso, rimosso e poi riammesso nei servizi segreti per meriti o demeriti propri oppure per altre ragioni? In che cosa consisterebbero l'abuso d'ufficio e i maltrattamenti di cui si lamenta? Il presidente del Consiglio ha applicato effettivamente una forma di "mobbing" nei suoi confronti? A tutti questi interrogativi, dovrà rispondere ora in modo esauriente il Tribunale dei ministri.

(8 luglio 2008)

da repubblica.it
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