No alla tassa sul conflitto di interessi
Giuseppe Giulietti *
La sentenza del Consiglio di Stato ha davvero dato ragione a Silvio Berlusconi, come pure hanno sostenuto alcuni commentatori di «casa reale»?
Neppure per idea! Sarebbe un gravissimo errore non contrastare l’operazione politica e mediatica in atto che ha il chiaro obiettivo di cancellare perfino il ricordo delle sentenze della Corte Costituzionale, dell’Alta Corte europea e, ultima in ordine di tempo, quella del Consiglio di Stato. La realtà, tuttavia, non è taroccabile. La sentenza della Corte Costituzionale non è stata superata e continua a mettere sotto accusa un sistema mediatico chiuso, lesivo del pluralismo editoriale e imprenditoriale. In quella sentenza si fa riferimento alla necessità di superare il regime delle proroghe e l’occupazione abusiva delle frequenze.
Il medesimo concetto è stato ripreso e affermato in modo definitivo anche dalla Corte Europea che ha pienamente riconosciuto il diritto a trasmettere di Europa 7. In quella corte, come è noto, non siedono né guardie rosse, né «antiberlusconiani di professione». Il Consiglio di Stato, infine, ha pienamente recepito la sentenza europea e ha chiesto al governo italiano di provvedere immediatamente ad adeguarsi. Il Consiglio di Stato, sia pure in forme non sempre limpidissime, ha deciso dunque di salvare Europa 7. Questa è la notizia. Non la mancata chiusura di Rete4. Il governo del conflitto di interessi dovrà ora tutelare gli interessi di Europa 7 anche, eventualmente, entrando in conflitto con gli interessi del medesimo presidente del Consiglio. Lo faranno? Penso di no, Ma il nostro compito sarà quello di vigilare, di non concedere alibi, di non consentire bugie e falsificazioni della realtà. Il primo banco di prova arriverà già martedì al Senato, quando il governo dovrà svelare le sue intenzioni sul contrastato emendamento «ammazza Europa 7». È probabile, assai probabile, come ha ben scritto Roberto Brunelli su l’Unità, che tenteranno la carta del rinvio, della ennesima commissione destinata a non decidere. In questo modo, tuttavia, dimostreranno anche ai più dubbiosi che la mancata risoluzione del conflitto di interessi è ormai diventata una metastasi che mina il corretto funzionamento delle istituzioni. Tenteranno di arrivare al pagamento di un ricco indennizzo da prelevare direttamente dalle tasche degli italiani che si troverebbero così a pagare una vera e propria tassa sul conflitto di interessi.
A questo punto l’anomalia italiana celebrerebbe il suo ultimo trionfo.
Prima di fasciarsi la testa è tuttavia necessario condurre un’azione di contrasto seria, rigorosa, efficace, come è già accaduto nei giorni scorsi alla Camera dei Deputati. Per questa ragione l’Associazione Articolo21 proporrà ai parlamentari europei e italiani, ai giuristi, alle associazioni del settore e ai movimenti dei consumatori di dar vita a un comitato che, passo dopo passo, possa seguire l’azione del governo, segnalando ritardi, omissioni, eventuali provvedimenti truffaldini. Se e quando, com’è assai probabile, l’esecutivo dovesse rifiutarsi di salvare Europa 7 e così di condannare l’Italia al pagamento di una forte multa, sarà allora indispensabile promuovere un’azione di tutela dei diritti dei cittadini affinché, almeno questo, la tassa sul conflitto di interesse se la paghino di tasca loro.
Chi volesse aderire al comitato: «Giù le mani dalle tasche degli italiani», potrà inviare la sua adesione al sito:
www.articolo21.info* portavoce Associazione Articolo21
Pubblicato il: 02.06.08
Modificato il: 02.06.08 alle ore 13.53
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