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Autore Discussione: I collettivi: «Aggrediti dai fascisti»  (Letto 2961 volte)
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« inserito:: Maggio 27, 2008, 06:54:16 pm »

Alemanno: «Imbecilli pericolosi da isolare»

Roma, rissa davanti all'Università

I collettivi: «Aggrediti dai fascisti»

I disordini scoppiati davanti alla Sapienza. I ragazzi di sinistra: «Hanno accoltellato uno di noi»

 
ROMA - Scontri all'esterno dell'Università "La Sapienza" di Roma tra militanti di estrema destra e giovani antifascisti. I disordini («una vera e propria aggressione», raccontano i collettivi di sinistra) si sono verificati in via Cesare de Lollis. Alcune persone sono rimaste ferite. Tre di loro sono stati medicati al pronto soccorso del Policlinico Umberto I. «Si tratta di tre codici gialli - fanno sapere dall'ospedale - Uno ha una spalla lussata, altri due hanno ferite alla testa, non profonde. Sembra che abbiano subìto delle sprangate». L'episodio è avvenuto in seguito alla vicenda dell'assemblea sulle foibe prevista inizialmente nella facoltà di Lettere, alla quale il rettore ha negato l'autorizzazione dopo la mobilitazione degli studenti antifascisti.


LA RICOSTRUZIONE - «È stata un'aggressione premeditata e a freddo, da parte di militanti e attivisti di Forza Nuova» raccontano gli studenti del coordinamento dei collettivi studenteschi. «Erano a volto scoperto, tutti ultraquarantenni, armati di spranghe e coltelli. Hanno aggredito una decina di studenti che attaccavano manifesti in cui si annunciava un'assemblea pubblica contro i nuovi fascismi». Alcuni testimoni confermano che il gruppo di giovani di sinistra stava attacchinando manifesti contro la presenza di Forza Nuova alla Sapienza proprio di fronte ai cancelli dell'Università, quando almeno un'auto (ma altri riferiscono di più vetture) con a bordo 4 ragazzi si è fermata in mezzo alla strada provocando gli altri giovani. «È stata un'aggressione con cinte, bastoni e coltelli fatta da militanti attivisti di Forza Nuova» denuncia Francesco Raparelli della "Rete per l'autoformazione". Uno degli studenti aggrediti racconta: «Avevano anche le mazze chiodate. Eravamo una decina, di cui 6 ragazze, e stavamo facendo attacchinaggio. Sono andati avanti per circa 15 minuti, senza che nessuno potesse intervenire. Noi abbiamo cercato di difenderci, ma sembravano delle bestie». «Questa mattina - spiega Giorgio, del collettivo della Facoltà di Fisica - tutto intorno all'Università sono comparsi decine di manifesti di Forza Nuova: anche noi allora abbiamo iniziato ad attaccare i nostri. Ma in Via Cesare De Lollis sono arrivate una ventina di persone con spranghe e catene: una aveva la maglietta dei Boys (ultrà della Roma, ndr) e un altro una croce celtica tatuata sul polpaccio. Erano quelli di Forza Nuova che difendevano il territorio e non erano studenti, alcuni avranno avuto almeno 30 anni».

«DIMISSIONI» - Dopo gli scontri, i ragazzi dei collettivi si sono riuniti nella Facoltà di Lettere chiedendo «le dimissioni del preside Guido Pescosolido che - dicono - deve lasciare il suo incarico dopo aver autorizzato il convegno sulle foibe organizzato da Forza Nuova». I ragazzi denunciano che «il preside non ha neanche il coraggio di farsi vedere in facoltà in questo momento, ma noi lo attendiamo, deve dimettersi».

LE REAZIONI - Il sindaco, Gianni Alemanno, ha condannato l'episodio: «Le violenze a Roma sono da condannare senza alcun attenuante. Ci sono in giro degli imbecilli pericolosi che vanno isolati. L'università La Sapienza non può essere luogo di scontro e di violenza politica». «Quelli accaduti oggi in via De Lollis - afferma il pro-rettore dell'ateneo e preside di Medicina I, Luigi Frati - sono fatti di una enorme inciviltà. Uno la può pensare come vuole politicamente, ma non si può aggredire qualcuno solo perché attacca dei manifesti». Molte le reazioni politiche. Paolo Ferrero, del Prc, afferma: «A Roma una cosa è certa: siamo in piena emergenza sicurezza. Il motivo però non è quello avanzato dalle destre come dal Pd ma molto più tragico: l'emergenza è data dalle violenze e dai raid dei fascisti. Lo Stato, il ministro dell'Interno, le forze di polizia e il Comune devono intervenire immediatamente: i fascisti e le loro squadracce devono essere subito isolati». Anche la segreteria nazionale del Pdci «esprime la sua più viva preoccupazione e condanna con forza l'ennesimo atto di stampo fascista avvenuto a Roma alla Sapienza». In un comunicato, la segreteria dei Comunisti italiani sottolinea che «a Roma, dopo la vittoria di Alemanno, fatti del genere si stanno susseguendo quotidianamente ed hanno sempre, come obiettivo, immigrati, gay e giovani di sinistra. Un'escalation inquietante di rigurgiti di violenza fascista». Anche Flavia D'Angeli, portavoce di "Sinistra Critica", in una nota condanna l'aggressione che si è verificata alla Sapienza e afferma: «Ancora un'aggressione fascista, l'ennesima da quando il governo Berlusconi si è insediato. Stavolta all'Università contro quegli studenti colpevoli di condurre una battaglia politica e che molti vogliono riportare all'ordine. Come si vede gli allarmi che avevamo lanciato contro l'estremismo di destra e fascista, l'unico davvero in circolazione, non erano esagerati». Gianguido Saletnich, portavoce romano di Forza Nuova, il movimento di estrema destra accusato dai collettivi dell'aggressione, non sa «se c'è nostra gente che ha partecipato agli scontri o se è tutto inventato». Però sottolinea che «il clima in questi giorni è volutamente esacerbato da chi ha perso le elezioni. Si paventano rigurgiti neonazisti, approfittando del fatto che a Roma ha vinto Alemanno e che nel Paese ora il Governo è di centrodestra. La verità è un'altra e lo dimostra quanto accaduto al Pigneto dove il vero colpevole è il clima di esasperazione che c'è nel quartiere».


27 maggio 2008

da corriere.it
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« Risposta #1 inserito:: Maggio 29, 2008, 05:07:16 pm »

Il dovere di un sindaco

Pietro Spataro


Quel che è accaduto ieri all’Università di Roma dà un senso inquietante al periodo che stiamo vivendo e riporta alla memoria brutte stagioni del passato. Lo diciamo con questo tono grave perché quel raid (con tutto l’armamentario fascista: teste rasate, croci celtiche, spranghe e il grido «avanti camerati») è solo l’ultimo capitolo di un’escalation che sta travolgendo Roma. Sono trascorsi infatti solo due giorni dal pestaggio razzista del Pigneto.

Si ha la sensazione che l’aria giri in un’altra direzione, che Roma stia diventando sempre più pericolosa, che il codice di serenità e di tolleranza che ha segnato l’ultimo quindicennio si stia sgretolando sotto l’urto di bande armate e cattive. Il voto che ha portato la destra in Campidoglio ha funzionato, di certo senza intenzionalità politica, quasi come un «liberi tutti». E quelli che hanno nel cuore il Duce e nelle mani le mazze di ferro si sono sentiti autorizzati a farsi vedere in giro. La campagna contro gli immigrati, contro i rom e contro i comunisti ha fatto il resto.

C’è una brutta aria. E pensiamo che il sindaco Alemanno debba smetterla di farsi guidare da un facile «riduzionismo»: non può dire che la «politica non c’entra» o che non bisogna «creare teoremi politici», non può cavarsela parlando di «imbecilli pericolosi». Nè può insistere - anche questo, caro sindaco, crea un clima - nel voler intitolare una via al fucilatore di partigiani e teorico delle leggi razziali Giorgio Almirante. Così si rischia davvero di consegnare la città ai violenti e di farne la Capitale dell’odio.

Roma ha bisogno subito di ritrovare serenità. È il dovere di un sindaco: impedire, con i poteri che ha e con l’intelligenza politica, che la città sfugga di mano e torni ai giorni neri degli anni Settanta. Ora non è più consentito scherzare con il fuoco.

pspataro@unita.it

Pubblicato il: 28.05.08
Modificato il: 28.05.08 alle ore 9.11   
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