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« inserito:: Maggio 25, 2008, 11:09:12 pm » |
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E il dialogo dov’è?
Enrico Fierro
Fermatevi fin che siete in tempo. Lasciate per un momento a casa politici e sottosegretari nerboruti e date spazio a chi sa che la politica è anche mediazione, capacità di convincere quelle fasce di popolazione chiamate a subire decisioni pesantissime come l’apertura di una discarica da 700mila tonnellate a pochi passi da casa.
Verrebbe da dire questo al governo dopo le bruttissime immagini di Chiaiano. E verrebbe da aggiungere un consiglio a Silvio Berlusconi, il nuovo e dialogante Berlusconi: non inauguri i suoi prossimi cinque anni di governo con una riedizione del G8 di Genova. Perché questa volta la storia rischierebbe di ripetersi in forme ancora più drammatiche. A Genova gli scontri durarono tre giorni e furono «limitati» ad un’area territorialmente «ristretta», ciò nonostante finì come sappiamo. In Campania è diverso: dovunque è programmata la costruzione o la riapertura di discariche si preannunciano manifestazioni e proteste popolari. In Alta Irpinia, nel Beneventano, a Serre nel Salernitano e in quella parte della provincia di Napoli dove sono stati decisi altri siti ieri ci sono state assemblee. A questo punto cosa accadrà, qual è la soluzione prevista dal governo, la militarizzazione dell’intera Campania? Sarebbe una scelta sciagurata. Questo giornale ha scritto e ribadito che, al punto in cui si è fatta arrivare l’emergenza rifiuti in Campania, l’apertura delle discariche è l’unico modo per evitare il collasso sanitario di una intera regione. Ma bisogna cambiare metodo, e soprattutto avere l’onestà intellettuale di dire alla gente che il ritorno alle discariche è un passo indietro di almeno dieci anni reso drammaticamente necessario dal fallimento di tutte le politiche sul ciclo dei rifiuti. Trattare, quindi, mediare, offrire garanzie e certezze alla gente costretta a vivere a ridosso di quegli enormi sversatoi, convocare i sindaci, e poi agire. Il sottosegretario Bertolaso ha annunciato incontri con le comunità dei territori interessati. Meglio tardi che mai, perché l’inizio non è stato dei migliori. «Il tempo delle proteste è finito». «Non guarderemo in faccia nessuno», sono proclami che - come si è visto a Chiaiano - servono solo a far crescere la tensione.
La vicenda dei rifiuti in Campania è torbida, troppi anni di imbrogli, di clientele, di incapacità politica, troppe le promesse e troppi i fallimenti. Non era quindi necessario aggiungere altri veleni come quelli sparsi a piene mani venerdì sera. Chi sono «i burocrati» che, secondo Bertolaso, frenerebbero la sua azione? Chi non vede di buon occhio «che il Capo della Protezione civile debba occuparsi appunto di Protezione civile, ma anche di grandi eventi e spazzatura»? Era proprio necessario alla vigilia della pubblicazione del decreto con l’indicazione dei siti da adibire a discariche lanciare questi messaggi opachi? E siamo sicuri che sia così campata in aria la questione della incompatibilità tra le due funzioni, quella di Capo della Protezione civile (che, come lo stesso Bertolaso dice dovrà occuparsi di Grandi Eventi, Protezione civile e spazzatura) e quella di sottosegretario all’emergenza rifiuti? Insomma, se emergenza è, forse è il caso che il dottor Bertolaso si concentri sul lavoro da fare a Napoli e lasci ad altri le tante incombenze che rischiano di cadergli addosso.
In queste ore anche la politica sta dando il peggio di sé. A Chiaiano la protesta è guidata da un sindaco del Pd, accanto a lui ha un assessore al Comune e uno alla Regione con tessera di Rifondazione comunista in tasca, ma in piazza ci sono anche esponenti del Pdl. Ieri si è fatta vedere Alessandra Mussolini, che ha detto no alla discarica, mentre una altro deputato della maggioranza, Arturo Iannaccone (Mpa), ha detto il no alle discariche nel suo collegio, l’Irpinia. Confusione, giochi politici: è l’eterna storia dei rifiuti a Napoli. Qui sulle montagne di cumuli di monnezza è bruciata la credibilità del Pd e della sua classe dirigente, la destra ha cercato e ottenuto la sua rivincita politica. Il centrosinistra ha pagato i suoi errori alle ultime elezioni politiche, ma forse il conto totale lo salderà quando si voterà per la Regione e il Comune. Un intero partito, i Verdi e il suo leader sono stati cancellati dal panorama politico. Ma la destra, ossessionata dalla propaganda, dimentica che il primo timbro su scelte che si sono rivelate fallimentari è stato apposto da un suoi uomo, il presidente della Regione Antonio Rastrelli, di An. E a chi oggi accusa - anche all’interno del Partito democratico - il deprecabile fronte del no a tutto, va ricordato che l’inceneritore di Acerra non è stato bloccato solo dalle proteste e dalle manifestazioni, ma anche e soprattutto dai ritardi della grande impresa che si era aggiudicato l’appalto. La stessa che ha costruito gli impianti destinati a produrre ecoballe da incenerire, 6 milioni di tonnellate di materiali intrattabili che costituiscono una tragedia nella tragedia.
Le inchieste della magistratura e i processi chiariranno il quadro delle responsabilità, ma a Napoli anche i sacchetti della monnezza sanno che in quegli uffici del Commissariato il metodo di spartizione era perfettamente «bipartisan», dialogante, come si direbbe oggi. C’è poi la camorra. Fa piacere sentire tanti deputati distratti, anche del Pdl, evocare il pericolo che dietro gli scontri di Chiaiano ci sia la mano di qualche boss. Ma la camorra c’era anche a Ponticelli - il quartiere del progrom contro i rom - ed è stata attivissima per liberare quell’area dove sono in ballo investimenti di peso. A Napoli la camorra è dovunque, l’organizzazione ha un rigido controllo del territorio, ma non può diventare un alibi, meno che mai un marchio di infamia da imprimere addosso ad onesti cittadini che si battono contro le discariche e che chiedono alla politica di mettere da parte il manganello. E parli, dialoghi, spieghi, convinca, offra buoni argomenti e soprattutto sia credibile. Il governo del dialogante Berlusconi è in grado di fare questo oppure per il Sud ha scelto la strada della militarizzazione?
Pubblicato il: 25.05.08 Modificato il: 25.05.08 alle ore 7.43 © l'Unità.
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