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Autore Discussione: Sebastiano Maffettone. Il narcisista democratico e la pretesa di felicità  (Letto 2148 volte)
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« inserito:: Luglio 08, 2018, 04:57:48 pm »

DOMENICA
01 Luglio 2018
Il Sole 24 Ore domenica

Filosofia politica
Il narcisista democratico e la pretesa di felicità

Sebastiano Maffettone

Giovanni Orsina, professore Luiss e storico tra i più brillanti in circolazione, ha scritto un bel libro sulle difficoltà della democrazia insolito perlomeno per due ordini di ragioni. In primo luogo, ha un respiro più ampio e la struttura di fondo del testo si applica a ogni forma di democrazia. In secondo luogo, ci parla di casa nostra.
Proprio dalla tensione tra l’estrema generalità della tesi centrale e la specificità del caso italiano nasce lo charme dell’opera. Tensione questa che si riflette poi nella dialettica tra il titolo (di cui si è detto) e il sottotitolo Breve storia dell’antipolitica.
Come non è difficile capire sin dalle prime pagine del volume, l’autore sostiene che l’antipolitica si nutre di politica, meglio ancora di democrazia. Non per niente la prima frase del primo capitolo recita «Quello democratico è un disegno intrinsecamente contraddittorio».
Insomma, difficile essere più espliciti di così. Ma perché poi dovrebbe essere contraddittorio? Orsina, per spiegarlo, si rifà qui al grande Tocqueville della Democrazia in America, non senza chiedere aiuto a due altri maestri del pensiero come Huizinga e Canetti. In breve, il problema centrale della democrazia consiste nell’incoerenza tra un regime politico basato sull’autonomia individuale e il suo scopo precipuo che è quello di fare funzionare una comunità coesa. La cosa si aggrava quando, lontani dalle guerre e cresciuti nella relativa abbondanza, gli individui democratici diventano narcisisti.
Il narcisismo in questione fa infatti credere loro che abbiano un diritto fondamentale nientedimeno che alla felicità. Ma, come sa ogni adulto sufficientemente maturo, raggiungere la felicità non è impresa da poco. Onde per cui, gli individui democratici si sentono «traditi» dal potere, e a causa di ciò accusano i politici di averli ingannati. Naturalmente, sotto questa accusa si nasconde un’esagerazione evidente: i politici non possono assicurare la felicità e al più sono sconsiderati nel non chiarirlo a sufficienza. Già, ma allora perché tutti ce l’anno con loro come mostra l’antipolitica rampante da Tangentopoli in poi?
Qui Orsina fa un uso intrigante della teoria di Canetti basata sulla dinamica massa-spina. La massa «aperta» di Canetti fiuta la crisi di sistema -per esempio nel 1992/3 in Italia- e stacca la spina del comando che subisce, per rinviarla poi contro chi per l’appunto detiene il comando. Spiegazione questa quanto mai fascinosa non solo di Tangentopoli ma del fenomeno dell’antipolitica. Che conferma l’impressione che tra coloro che vedono i fatti e coloro che perseguono arditi ragionamenti può esserci una mediazione fruttuosa. Che è poi, nel caso in questione, quella dello storico di vaglia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

La democrazia del narcisismo: Breve storia dell’antipolitica
Giovanni Orsina
Marsilio, Venezia, pagg. 183, € 17

Da - http://www.quotidiano.ilsole24ore.com/edicola24web/edicola24web.html?testata=S24&edizione=SOLE&issue=20180701&startpage=1&displaypages=2
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