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Autore Discussione: Intere città spostate, dighe più alte e case anti-caldo  (Letto 3899 volte)
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« inserito:: Giugno 20, 2007, 03:24:49 pm »

AMBIENTE

Pronto il progetto della Ue che affronta i rischi provocati dal surriscaldamento globale.

Intere città spostate, dighe più alte e case anti-caldo

Clima, ecco il super-piano dell'Europa

Ecco come affronteremo la sfida

di ALBERTO d'ARGENIO

 
BRUXELLES - Sin da oggi dobbiamo prepararci ad affrontare le nuove condizioni climatiche che nel corso del XXI secolo cambieranno la nostra vita quotidiana. Con gesti semplici, come il taglio agli sprechi d'acqua, o modificando abitudini millenarie, come quelle legate all'agricoltura o alle vacanze estive, ma anche con opere titaniche, come l'innalzamento delle dighe e lo spostamento di porti e città a rischio di inondazioni.
Non si tratta dell'ennesimo allarme sul nostro futuro (prossimo), ma di un vero e proprio piano d'azione europeo messo a punto per salvare il continente dalla perdita di vite umane e dal tracollo economico. Una strategia contenuta nel Libro verde sull'adattamento al cambiamento climatico che sarà approvato mercoledì prossimo dalla Commissione Ue, mettendo in moto una serie di programmi e progetti che lentamente cambieranno il volto del nostro mondo.

Per Bruxelles limitarsi alla strategia approvata a marzo per mitigare il surriscaldamento non basta, visto comunque il clima è destinato a cambiare. Dunque è meglio prepararsi, e anche subito, a vivere in un territorio martoriato da inondazioni, siccità, incendi, tempeste, carestie e nuove malattie, visto che "un'azione immediata porterà benefici economici anticipando i danni e minimizzando le minacce all'ecosistema, alla salute, allo sviluppo, alla proprietà privata e alle infrastrutture". E già, perché se ci muoveremo in ritardo dovremo fronteggiare disastri e crisi senza precedenti, spendendo negli anni compresi tra il 2020 e il 2080 fino a quattro volte di più e mettendo a repentaglio la sicurezza e l'intero sistema sociale ed economico del continente.

Per questa ragione la Commissione Ue è pronta a mettere in campo una serie di misure, dalle più morbide a quelle radicali, che coinvolgeranno Bruxelles, i governi, le autorità regionali, locali e tutti i cittadini. Si parte dalle cosiddette "azioni soft", come il taglio agli sprechi idrici, il cambiamento delle rotazioni e della semina dei raccolti e l'uso di sementi resistenti alle siccità. Per arrivare a quelle "hard" e molto costose, come l'innalzamento degli argini di canali e dighe, lo spostamento di porti, industrie e città costruite in aree costiere particolarmente basse o a rischio di inondazioni, nonché la costruzione di nuove centrali per sostituire quelle idroelettriche, destinate a chiudere i battenti. Molto da fare ci sarà nel campo delle infrastrutture, visto che le autorità dovranno incorporare nei progetti le "attività di adattamento", come l'innalzamento del mare per i ponti, rendendo le opere "a rischio di clima" per poter sopravvivere ai prossimi cento anni.

Ma non tutto il male viene per nuocere, visto che se si muoveranno per prime le aziende europee diventeranno leader mondiali in "strategie e tecnologie per l'adattamento" al surriscaldamento, con tanto di nuove opportunità di export e posti di lavoro. Si guarda alle tecniche di costruzione e ai nuovi servizi finanziari e assicurativi in grado di rispondere alle crescenti esposizioni ai rischi. Ma anche il turismo dovrà cambiare volto: il Mediterraneo entro la fine del secolo vivrà la sua stagione d'oro in primavera e autunno, visto che le estati saranno troppo calde per ospitare i turisti, mentre le coste atlantiche e del Mare del Nord dovranno attrezzarsi per ospitare i vacanzieri proprio nei mesi estivi.


(20 giugno 2007) 

da repubblica.it
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