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Autore Discussione: LONDRA. Secondo il rapporto gli immigrati limitano lo sviluppo economico  (Letto 2252 volte)
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« inserito:: Aprile 02, 2008, 10:42:46 pm »

2/4/2008 (7:57) - IL NUOVO VOLTO DELL'EUROPA

"Gli immigrati fanno male"
 
Secondo il rapporto gli immigrati limitano lo sviluppo economico

Londra, attacco choc della Camera dei Lord: con loro i giovani guadagnano meno

VITTORIO SABADIN
LONDRA


Gli immigrati non portano ricchezza a un Paese, anzi ne limitano lo sviluppo economico e compromettono il benessere dei cittadini che li accolgono. Lo afferma un rapporto che sembra scritto da Mario Borghezio e Roberto Calderoli, ma che porta invece le firme di alcuni dei più autorevoli esponenti della Camera dei Lords (tra i quali gli ex cancellieri Lawson e Lamont). Dopo un’indagine durata otto mesi e ascoltato il parere di decine di esperti, professori universitari, uomini d’affari, esponenti politici alla guida di diverse comunità, il comitato presieduto dall’ex ministro dell’energia Lord Wakeham è arrivato alla conclusione che occorre limitare l’accesso degli immigrati perché tutte le statistiche presentate dal governo per sostenere la tesi contraria sono sbagliate.

Secondo il rapporto, l’attuale alto livello di immigrazione (passato da 100 mila persone all’anno nel 1990 a 300 mila nel 2006) non offre alla Gran Bretagna alcun reale beneficio. Anzi: gli immigrati non sono necessari a finanziare il sistema pensionistico degli inglesi che lasciano il lavoro, né a compensare la mancanza di manodopera. Un numero eccessivo di ingressi nel Paese farà salire il prezzo delle case in maniera insostenibile per i cittadini britannici, con un incremento ragguardevole che è già stato stimato: nel 2000, prima dell’invasione di immigrati dai Paesi dell’Est, occorrevano quattro salari medi annui per acquistare una casa media. Ora ne occorrono dieci. Se gli indici della costruzione di nuove case e dell’arrivo di nuovi immigrati resteranno quelli che sono, nel 2030, scrive il rapporto, ci vorranno 10,5 stipendi annui per acquistare una casa, il 13% in più della somma che sarebbe necessaria con zero immigrazione.

Il comitato della Camera dei Lords afferma che non è vero che gli immigrati - come sostiene il governo - hanno portato benefici per sei miliardi di sterline all’economia del Paese. Impegnano invece ingenti risorse dello Stato nei servizi pubblici, nell’istruzione e nella la sanità. Nelle scuole ci sono 800 mila bambini che non parlano l’inglese come lingua madre, e il loro numero è cresciuto del 24% negli ultimi quattro anni. Gli istituti pubblici hanno dovuto assumere interpreti, acquistare materiale didattico adatto a «stranieri» e creare nuovi uffici in grado di fare fronte all’incremento delle iscrizioni.

E non è finita: gli immigrati rappresentano una forte concorrenza per i teenager che cercano lavoro e in generale per tutti gli operai i cui guadagni sono al fondo della scala retributiva. Brutalmente, il rapporto osserva che gli unici beneficiari dell’immigrazione sono gli immigrati stessi e i loro datori di lavoro. Inoltre, le statistiche presentate dal governo sono «così inadeguate» da fare sorgere il sospetto che i 100 miliardi di sterline di fondi pubblici distribuiti ogni anno non vadano tutti nella direzione giusta.

L’accusa più forte al governo contenuta nel rapporto è di ignorare la vera portata del fenomeno e, più banalmente, di non conoscere il reale numero di polacchi che arrivati in Inghilterra in pullman, si fermano qui invece di tornare a casa. Mervyn King, governatore della Banca d'Inghilterra, ha detto al comitato dei Lord: «Semplicemente nessuno sa qual è il numero degli abitanti del Paese». Il premier Gordon Brown ha negato che la situazione sia così disastrosa e ha difeso l'apporto che i lavoratori stranieri stanno dando all'economia del Paese. Ma ha anche aggiunto che nuove norme sull'immigrazione faranno in modo che a stabilirsi in Inghilterra siano solo lavoratori esperti e preparati.

Il rapporto ha causato grandi e inevitabili polemiche. Molti sottolineano come, pur non mancando di qualche reale fondamento, si inserisca perfettamente in un nuovo clima che sta trasformando Londra - la città più ospitale del mondo, sempre pronta ad accogliere immigrati e prosperata proprio grazie a un crogiuolo di razze - in un luogo non più così accogliente. Ma la storia insegna che è facile essere ospitali quando l’economia è florida. Quando è in crisi, la colpa è sempre di qualcun altro, meglio se straniero.

da lastampa.it
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