LA-U dell'OLIVO
Novembre 01, 2024, 02:04:42 am *
Benvenuto! Accedi o registrati.

Accesso con nome utente, password e durata della sessione
Notizie:
 
   Home   Guida Ricerca Agenda Accedi Registrati  
Pagine: [1]
  Stampa  
Autore Discussione: Eduardo Di Blasi. Bassolino: «Non scappo, in Campania si può vincere»  (Letto 3526 volte)
Admin
Utente non iscritto
« inserito:: Febbraio 10, 2008, 07:53:06 pm »

Pietro Ignazi: «Pdl falsa novità: non elimina la frammentazione»

Eduardo Di Blasi


«Tra il Pdl e il Pd non c’è niente in comune. Da una parte abbiamo una lista elettorale, come ne abbiamo viste tante. Dall’altra abbiamo la novità di un partito politico nato dopo lunghi e faticosi tentativi e dopo molte liste elettorali». L’analisi di Pietro Ignazi, politologo e ordinario di politica comparata a Bologna è chiara: «L’unica cosa chiaramente e nettamente nuova è il Pd. Anche perché ci sono nuovi dirigenti, nuove facce. Forse anche alla sua sinistra nascerà qualche cosa di nuovo, un soggetto unico della sinistra radicale. E anche quella sarebbe una circostanza da non sottovalutare nella sua novità. A destra non c’è nulla di nuovo. Ci sono i quattro leader che erano i leader della destra nel 1994: Berlusconi, Fini, Bossi e Casini».

Sono i soliti quattro. Ma il Pdl può essere avvertito lo stesso come un partito «nuovo»?
«Loro senz’altro lo venderanno così. Su questo sono cosciente di essere una voce nel deserto. La capacità mediatica chiaramente è debordante».

La capacità mediatica sarà più forte anche di strutture di partito ancora vive come quelle dei quattro partiti del centrodestra?
«La capacità mediatica ha la meglio su tutto. Questa è la ragione della forza del centrodestra e di Berlusconi. Quindi non bisogna farsi illusioni: sarà venduta come una cosa nuova».

Questo soggetto presunto nuovo che nasce a destra non rischia di ripiombare nei problemi già mostrati dal bipolarismo attuale?
«Il problema non è il bipolarismo ma la frammentazione. Che con una legge elettorale come questa non può che rimanere».

L’autorità del capo non ricompone la frammentazione politica...
«Si può ricomporre, ma non se ne vedono i segnali. Abbiamo ancora un numero infinito di partiti che molto probabilmente riprenderanno la loro percentuale del 2%. E quando si ha una soglia così bassa all’accesso la spinta alla frammentazione è fortissima».

I cittadini continueranno a votare questi partiti anche se gli si leva il simbolo dalla scheda?
«È un po’ come con il maggioritario. C’era solo il simbolo della coalizione, ma i candidati erano schierati in lista per partito. E quindi una volta in parlamento riformavano i loro gruppi parlamentari».

Il centrodestra farà così?
«Certamente».

Se Casini e Mastella non dovessero presentarsi con Berlusconi il quadro cambierebbe?
«Di certo sarebbero sottorappresentati, ma non vedo in giro questo coraggio. Rientreranno nei ranghi. Adesso stanno contrattando, come si fa nei suk. Esci dal negozio, ti richiamo, tratti sul prezzo...».

Però negli ultimi due mesi abbiamo assistito a liti furiose...
«Se si ha la faccia di bronzo si torna indietro. E tutti i politici ce l’hanno, sia a destra che a sinistra».

I neonati partiti di Storace o Tabacci possono rimanere spiazzati?
«Dipende. Perché con il 2% trovano posto anche loro. Ovviamente si sistemeranno in uno dei due blocchi».

Quindi non succederà niente?
«Con questo sistema elettorale non c’è possibilità di semplificazione».

Che il prossimo sia il governo delle larghe intese?
«Mi sembra fantapolitica».


Pubblicato il: 10.02.08
Modificato il: 10.02.08 alle ore 8.03   
© l'Unità.
Registrato
Admin
Utente non iscritto
« Risposta #1 inserito:: Marzo 09, 2008, 11:49:02 pm »

Bassolino: «Non scappo, in Campania si può vincere»

Eduardo Di Blasi


Il tono resta pacato, inizialmente anche freddo. Si scioglie man mano che si addentra nella propria analisi. Seduto nel posto più scomodo tra tutte le istituzioni nazionali, quello di Presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino non si scompone mentre spiega perché ha deciso di rimanere qui, a palazzo Santa Lucia, anche dopo il rinvio a giudizio, mentre i primi cannoneggiamenti della campagna elettorale, e il fuoco amico, sembravano consigliare una rapida resa.

Il primo nemico, sostiene, non è la campagna elettorale. Sono i rifiuti che continuano a rimanere per le strade della regione. «Entro fine marzo dovremo avere una situazione del tutto diversa», si augura mentre mette in fila le cose da fare (il revamping dei sette impianti di cdr, l'impegno per la differenziata, la costruzione di discariche a norma) e quelle fatte, come «lo stanziamento di 25 milioni per completare l'impianto di Acerra». E, «proprio in questa settimana, i 75 milioni di euro per l'impianto di Salerno che a settembre aprirà il proprio cantiere». Il meccanismo di premialità che favorisce, sul modello dell'Unione Europea, i comuni che raggiungono gli obiettivi (35%) per la raccolta differenziata («In Campania sono 151», certifica). La certezza, che «finita l'esperienza di De Gennaro, sarà sulle spalle degli enti locali la responsabilità di questa gestione: Regione, Province, Comuni».

I rifiuti campani sono considerati la spina nel fianco della campagna elettorale di Veltroni...

«È un tema molto delicato. L'emergenza rifiuti è uno dei volti di una realtà che dal 1993 ha portato sempre un contributo positivo al partito e all'Ulivo. Anche quando in altre parti d'Italia si perdeva, e non perché c'erano i rifiuti in Campania, qui si vinceva. Siamo quindi ben consapevoli della delicatezza della partita. Ma il nostro impegno deve guardare agli interessi generali della città, del territorio e del Paese. Perciò la priorità assoluta è ora rimuovere i rifiuti dalle strade. E al tempo stesso avviare il ciclo integrato».

Anche il Commissario De Gennaro sta incontrando difficoltà nel portare avanti il piano per uscire dall'emergenza...

«Bisogna muoversi su tutti i versanti, non contrapponendo l'uno all'altro. C'è bisogno di discariche ben attrezzate per le prossime settimane e i prossimi mesi, mentre si lavora per avere la raccolta differenziata e gli impianti. Altrimenti il rischio di crisi è sempre incombente. Si deve sviluppare il dialogo con i territori, ma anche mostrare la necessaria determinazione. Noi dobbiamo sapere che a un certo punto il sistema è impazzito e abbiamo avuto i paradossi, ieri, l'altroieri, ancora oggi, di proteste contro tutto e il contrario di tutto. Contro il termovalorizzatore, contro la discarica ben attrezzata, contro l'impianto di compostaggio...».

Manifestazioni, lei afferma, dietro cui c'è stata anche la mano della camorra...

«Abbiamo avuto tante iniziative, tante proteste. Naturalmente si tratta di distinguere. Dietro tante proteste c'erano anche sentimenti di preoccupazione, di cittadini semplici. Si è trovata difficoltà a controbattere con informazioni corrette a un meccanismo di paure a volte del tutto irrazionali. E di paure, in diverse circostanze, strumentalizzate. Quando si è arrivati a definire un termovalorizzatore "il demonio", è evidente che siamo oltre ogni preoccupazione giusta ed entriamo in altri campi. Come è evidente che il tema dei rifiuti, in tante occasioni, è stato strumentalizzato dal punto di vista elettorale. Nel centrodestra e nel centrosinistra. Poi c'è stata la camorra, certo. Perché altrimenti il quadro non sarebbe chiaro. Da questo punto di vista sono impressionanti alcuni fatti. Nel giro di alcuni anni in Campania, e soprattutto in provincia di Caserta, sono arrivate un milione di tonnellate di rifiuti tossici illegali, intermediate dalla camorra. Abbiamo visto molte manifestazioni contro gli impianti. Non abbiamo mai visto più di cinque persone a protestare contro questo stato di cose, e questo perché la camorra ha il peso per schiacciare il territorio».

L'impegno dimostrato dalla nuova giunta basterà a cancellare l'immagine che vi è stata cucita addosso?

«È una giunta fortemente rinnovata. Hanno voglia di fare. Basta guardare alle scelte delle ultime settimane: interventi per i termovalorizzatori, per la differenziata in tutti i Comuni, con iniziative speciali per tutte le scuole della Campania. Gli 850 milioni di euro stanziati per la riqualificazione urbana delle città medio-grandi. I 50 milioni di euro per il San Carlo, il più importante investimento mai realizzato nella storia del Massimo napoletano. La rimozione del manager della Asl Na 1, tra le maggiori in Europa, per aver sforato il tetto di bilancio rispetto al piano di rientro siglato coi ministeri della Salute e dell'Economia. Al suo posto abbiamo nominato uno scienziato di fama internazionale. Un segnale chiaro su come vogliamo muoverci. In poche settimane queste scelte stanno dando il senso di cosa intendiamo per "stare in campo"».

Lei ha deciso di restare con questo impegno. Starà nella campagna elettorale provando a mostrare «i fatti»...

«Napoli non è un tram sul quale salire o scendere in base alle convenienze personali. Per quanto mi riguarda, abbiamo il dovere di fare fino in fondo la nostra parte. Nel campo dei rifiuti innanzitutto. Sapendo che a noi, alle istituzioni locali, spetta dare un contributo essenziale. Lo dobbiamo a noi stessi, ai nostri cittadini, e lo dobbiamo al Paese. Siamo in una fase delicatissima, con uno scenario internazionale tutt'altro che positivo. Dobbiamo andare avanti con determinazione anche per l'utilizzazione dei fondi europei 2007-2013, che vanno concentrati su poche priorità evitando in ogni modo la dispersione in tanti rivoli e facendone davvero un'occasione di sviluppo. Sappiamo bene che oggi i rifiuti coprono tante cose positive che ci sono, ma per questo è ancora più importante rimuoverli. Perché solo così possiamo far emergere i tanti risultati raggiunti in questi anni, che non possono essere abbandonati né liquidati».

Rivendica il lavoro fatto alla guida della Regione Campania...

«Se nei rifiuti siamo indietro, nei trasporti siamo la realtà più avanzata d'Italia. In pochi anni abbiamo costruito 23,5 chilometri di metropolitana, contro i 2 di Roma e i 14 fatti a Milano, comprese però le ferrovie nazionali e regionali. L'alta velocità tra Roma e Napoli è stata inaugurata con un anno e mezzo di anticipo, senza proteste, e siamo pronti per arrivare fino a Salerno».

La campagna elettorale breve non sembra giovare a questa modalità di comunicazione...

«Nelle prossime settimane gran parte delle mie energie saranno concentrate sui miei doveri istituzionali. E penso che questo - oltre a essere giusto nei confronti dei cittadini - sia anche il modo migliore per contribuire alla battaglia più generale».

In Campania sono candidati sia D'Alema che Veltroni.

«La loro presenza è un segnale molto importante, per la Campania e per tutto il Mezzogiorno».

Qual è la soglia per cui considera che il 15 aprile, lei e il Pd avrete vinto?

«Difficile dirlo. In questi anni noi abbiamo sempre dato un contributo importante. Ricordo due anni fa, quando Romano Prodi se ne stava andando da piazza Santi Apostoli perché non si capiva quale fosse il risultato elettorale. Lo chiamai al telefono per dirgli che poteva scendere in piazza a festeggiare perché dalla Campania venivano i voti determinanti per vincere».

La campagna elettorale non sarà semplice con l'immondizia per strada.

«Sarà una campagna elettorale in salita. Anche quella delle regionali del 2005 fu fatta durante una crisi dei rifiuti. È difficile dire se questa crisi è più grave di altre. Lo è certamente dal punto di vista dell'impatto mediatico. Sappiamo bene che la strada è in salita. Quando sento Berlusconi dire che questa è una regione "rossa", sorrido. Perché storicamente non è così. Ricordo bene che fui costretto a candidarmi alla presidenza della Regione da sindaco di Napoli in carica per strappare alla destra la Campania. Affrontiamo le prossime settimane con l'animo giusto, sapendoci assumere le nostre responsabilità, come abbiamo fatto. Senza scappare. Pronti a fare, nei prossimi mesi, una giusta riflessione sulle novità che sapremo mettere in campo con la nuova giunta e, dunque, in rapporto a questo, sulle scelte più giuste da fare».

Qualcuno valuta come un arroccamento il suo voler rimanere alla guida della Regione...

«Nessun arroccamento, ma consapevolezza critica, dovere civico e senso delle istituzioni. C'è un rapporto forte con questa realtà. Ora è entrato in difficoltà. Ma sono legami autentici e profondi. Perciò è indispensabile muoversi con dignità e con apertura alle critiche, per rinnovare quei legami e per lasciare una giusta eredità - con le sue luci e le sue ombre - ad una nuova e più giovane classe dirigente».


Pubblicato il: 09.03.08
Modificato il: 09.03.08 alle ore 16.35   
© l'Unità.
Registrato
Pagine: [1]
  Stampa  
 
Vai a:  

Powered by MySQL Powered by PHP Powered by SMF 1.1.21 | SMF © 2015, Simple Machines XHTML 1.0 valido! CSS valido!