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Autore Discussione: Francesco Cossiga. Ma questa volta difendo Santoro  (Letto 2404 volte)
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« inserito:: Febbraio 04, 2008, 05:29:32 pm »

Ma questa volta difendo Santoro

Francesco Cossiga


Caro Direttore,

ho preso atto della dura reprimenda rivolta dal presidente della Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni alla trasmissione AnnoZero messa in onda dalla Rai-Tv a motivo di alcune puntate che avevano per oggetto alcune recenti iniziative delle autorità giudiziarie o che riguardavano alcuni magistrati. Sono amico di Calabrò e lo stimo come magistrato e come brillante scrittore di costume e poeta. Mi considero amico di Santoro, lo considero un brillante polemista televisivo e ho deprecato a suo tempo la sua epurazione, così come ho salutato il suo ritorno sul pubblico schermo.

Detesto Travaglio. Mi ispira tenerezza la signorina Borromeo. Dico signorina e non principessina perchè per convinzione, per tradizione familiare sono repubblicano, ed anche per "odio" perchè un mio prozio, uno dei primi martiri del Risorgimento, fu fatto fucilare sugli spalti del Castello di Chambery per ordine del nostro sovrano Carlo Felice di Savoja. E poi alla signorina Borromeo io debbo portare rispetto sia perchè la nonna è una mia cara e antica amica, sia per rispetto a due giganti della sua famiglia: San Carlo Borromeo, cardinale arcivescovo di Milano e Federico Borromeo, immortalato da Alessandro Manzoni nelle pagine de I Promessi Sposi.

Sono quindi equidistante tra l´accusatore e gli accusati, anche se io sempre presumo nel torto i giudici di ogni ordine e grado ed i pubblici ministeri contro i quali bene farebbe Santoro a impostare una serie di trasmissioni nelle quali si incitino i cittadini con la parola d´ordine: «Resistete, resistete, resistete alla Magistratura!», e «Tra tutti i governi, quello dei giudici è il pessimo!»

Ciò premesso, ho sempre considerato le così dette Authority, come anche l´attribuzione esclusiva dei poteri di vigilanza sul sistema bancario (queste cose accadono solo in Italia, ma con la compagnia della Danimarca, mentre la unitarietà della carriera di giudici e di pubblici ministeri è un privilegio negativo soltanto dell´Italia, patria, come diceva il grande giurista tedesco boemo Hans Kelsen, certamente non del diritto, delle leggi forse, ma per lo più fatte male e peggio applicate!), una grave deviazione dai principi dello Stato costituzionale e delle libertà, e in particolare di quelli della responsabilità democratica di fronte agli organi elettivi rappresentativi della sovranità popolare e del principio «No taxation without representation!».

Mi sembra naturale che una trasmissione come quella di Santoro debba essere contro l´Opposizione. La libertà d´informazione, anche nel campo radiotelevisivo, è garantita dalla pluralità delle fonti e dei mezzi di informazione, e non dalla ipocrisia di un servizio pubblico. In tutto il mondo le reti radiotelevisive pubbliche sono strumento del Governo: dalla famosa Bbc - il cui board di governo è nominato e revocato dalla Corona, e cioè dal Governo - un commentarista politico televisivo, dopo aver parlato male del Governo laburista e specificatamente del suo leader di allora Anthony Blair, su richiesta di questi è stato immantinenti cacciato fuori, e non ne seguì alcuna protesta di comitati di redazione nè interpellanze in Parlamento.

Io sono un cattolico liberale, e quindi un liberal: e perciò credo che alla libertà d´espressione, e quindi anche alla libertà di espressione radiotelevisiva, possano anche essere posti dei limiti a tutela di altri valori (anche se ho sempre sostenuto che il diritto all'informazione è superiore, almeno relativamente a soggetti dotati di pubblici poteri, al diritto della privacy che dovrebbe prevalere sono a sfavore dei cittadini "qualunque"), ma per legge generale e applicati dal giudice e solo a querela della persona offesa.

Esprimo quindi la mia solidarietà a Santoro e agli "attori" (e cioè che "agiscono") di AnnoZero, amici e nemici, persone che stimo e che disistimo, per le illegali censure rivolte alle loro trasmissioni in materie che attengono la giustizia. Nessuna solidarietà invece per la reprimenda a trasmissioni mandate in onda dalle reti di Mediaset: anzitutto perchè anche in governo democratico vale il principio: "amico e nemico", e cioè: "all´amico tutto, al nemico neanche la giustizia, anzi, neanche la misericordia": e poi perchè il proprietario di Mediaset è per la maggioranza di centrosinistra (l´unica considerata dalle forze democratiche, legittima in uno Stato fondato sull´antifascismo e la resistenza) il "Nemico", il "Male assoluto", che occorre combattere con tutti i mezzi, con la radiotelevisione anche, ma sopratutto con l´azione della magistratura!

Cordiali saluti


Pubblicato il: 04.02.08
Modificato il: 04.02.08 alle ore 12.36   
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