il caso
Ucraina, l’Italia esclusa dal vertice Usa
L’invito mancato da parte di Biden con Scholz, Macron e Starmer. La premier a Bruxelles minimizza: «Domani sarò in Libano, preferisco così»
Ilario Lombardo
17 Ottobre 2024 Aggiornato alle 08:12
BRUXELLES.
Per due volte in meno di una settimana Giorgia Meloni è stata esclusa dal vertice ristretto dei principali leader occidentali. La prima, solo virtualmente: perché la riunione, prevista venerdì scorso a Berlino, come preparatoria del summit di Ramstein sull’Ucraina, non si è mai tenuta, rinviata su richiesta di Joe Biden, costretto a restare negli Stati Uniti per affrontare le devastanti conseguenze dell’uragano Milton sulla Florida. Guerra Russia-Ucraina: gli aggiornamenti in diretta
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Domani, sempre nella capitale tedesca, il presidente americano vedrà il primo ministro inglese Keir Starmer, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il presidente francese Emmanuel Macron. Meloni non ci sarà, nonostante sia la presidente di turno del G7, e in altri casi il formato del vertice tra gli Usa e i più grandi Stati europei – il cosiddetto Quint – era stato allargato anche all’Italia.
Meloni, da Bruxelles, prova a minimizzare, puntando su un appuntamento personale, una missione organizzata negli ultimi giorni: «Non potrei partecipare all’incontro perché nello stesso giorno sono in Libano e in Giordania. E penso che in questa fase sia ancora più utile parlare con gli attori della regione. Questo viaggio è la mia priorità».
La premier a Beirut vedrà il primo ministro e il presidente del Parlamento, mentre non andrà a fare visita al contingente italiano della missione Onu, Unifil, nel Sud, nell’area degli scontri tra Israele e Hezbollah.
«Troppo pericoloso», spiega il ministro Guido Crosetto, dopo gli attacchi dell’esercito israeliano ai caschi blu. Di certo il viaggio è una coincidenza perfetta, che, almeno in parte, copre un’assenza che in qualche modo va spiegata. Stando a fonti diplomatiche, il motivo va ricercato nella progressiva marginalizzazione dell’Italia sul fronte delle commesse militari. Ieri Biden ha annunciato un altro pacchetto di aiuti per l’Ucraina, di 425 milioni di dollari, e la spedizione di armi a lungo raggio, in grado potenzialmente di colpire obiettivi in Russia. Il contributo del governo italiano, invece, nei mesi è diminuito, l’entusiasmo si è raffreddato, sempre più condizionato dalla disaffezione dell’opinione pubblica verso le resistenza ucraina. La destra che guida il Paese è spaccata, ma nessuno dei tre partiti, né FdI, né Lega, né Forza Italia, è favorevole a far cadere il divieto di utilizzo sul territorio russo delle armi fornite a Kiev.
Colpisce un altro aspetto: per due anni Meloni e Biden hanno avuto un’intesa senza sbavature, affettuosa in pubblico, solida in privato, nonostante i legami politici della premier con Donald Trump. E questo di domani potrebbe essere l’ultimo importante vertice di Biden prima del voto americano e dello tsunami che si abbatterà sul mondo e sull’Europa, se il tycoon repubblicano riconquisterà la Casa Bianca. Trump potrebbe ridefinire nuovamente i rapporti con la Russia di Vladimir Putin, non solo degli Stati Uniti ma anche degli alleati. Rapporti che si sono incrinati, come prova anche l’ultimo episodio denunciato da Mosca, che ha protestato per la decisione di negare i visti alla delegazione russa che doveva partecipare a Milano al 75esimo International Astronautical Congress. Un atteggiamento delle autorità italiane che è stato duramente criticato dalla portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova: «Consideriamo questa come un’altra manifestazione del corso russofobo dell’attuale leadership italiana che assesta un altro colpo alle relazioni con la Russia».
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https://www.lastampa.it/esteri/2024/10/17/news/ucraina_italia_esclusa_vertice_usa-14724333/?dicbo=v2-z6BimLj