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Autore Discussione: Modigliani era un economista che basava le sue analisi sui fatti, ...  (Letto 577 volte)
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« inserito:: Giugno 20, 2024, 06:05:41 pm »

Alberto Graziani
 
Il 18 giugno 1918 (si, lo so, era ieri), nasceva Franco Modigliani, uno dei più influenti economisti del Novecento, il primo, e finora, unico economista italiano a ricevere il premio Nobel per l’economia.

E’ noto, in ambito accademico, per la teoria del ciclo vitale, che lega l’andamento del risparmio al peso che assumono le diverse classi età, e ai due teoremi sviluppati con Merton Miller sulla finanza aziendale. Neokeynesiano, ha animato il dibattito sulle politiche economiche negli Usa e in Europa.
Modigliani era un economista che basava le sue analisi sui fatti, non sulle percezioni. È stato uno dei primi economisti a usare i computer per analizzare i dati, in un’epoca in cui i computer occupavano interi edifici e per eseguire una semplice analisi di regressione, un esercizio che oggi si può fare con un iPhone, ci voleva tutta la notte.

Bob Merton, uno dei suoi primi studenti al Mit, che poi vinse il premio Nobel in economia, l’ha detto con parole semplici ma accurate: «Nella teoria Franco cercava la coerenza interna, e persino l’eleganza, ma mai a scapito della comprensione del problema concreto da risolvere. La teoria doveva rivelarsi utile e cioè traducibile in scelte di politica economica». Il nesso tra teoria, dati e interventi di politica economica segna profondamente l’unicità di Franco Modigliani.
Nei primi anni Settanta la ricerca economica in Italia faceva soprattutto riferimento a Cambridge in Inghilterra. In quel mondo Franco Modigliani non si ritrovava, sebbene vi fossero economisti di cui aveva stima, come Piero Sraffa e Joan Robinson, che spesso venne invitata al Mit, occasioni per accesi dibattiti con Franco, Paul Samuelson e Bob Solow sulla teoria del capitale. Ma il motivo per cui Franco non amava la Cambridge inglese era perché gli economisti di quella scuola si basavano solo sulla teoria, raramente chiedendosi se i dati la supportassero.
Franco Modigliani ha dedicato tutta la vita ai suoi studenti, a molte generazioni di studenti. Forse proprio per la sua convinzione che lo studio dovesse sempre potersi tradurre in azione di politica economica molti dei suoi studenti si impegnarono in questo campo. Il suo studente più conosciuto è certamente Mario Draghi. Un altro grande economista che non fu direttamente un suo studente, perché aveva studiato a Chicago, ma lavorò per gran parte della vita con lui, è Stanley Fischer, vicedirettore del Fondo monetario internazionale, governatore della Banca centrale d’Israele e vice presidente della Federal Reserve. E poi Ezio Tarantelli, fra i suoi allievi quello che piu’ direttamente si impegnò in politica cercando di convincere i sindacati che la piena indicizzazione dei salari e’ una follia. E che per questo il 27 marzo 1985 venne assassinato dalle Brigate Rosse mentre usciva dall’aula dell’università’ della Sapienza in cui insegnava. Il pragmatismo e la moderazione e’ la caratteristica principale di quella scuola, lontana anni luce da alcuni accademici attuali che passano le giornate ad insultare tutti su Twitter perché tutti uguali, tutti ugualmente colpevoli. Durante una lezione a studenti di dottorato, dopo un’ora, disse:” perché non avete ancora interrotto, possibile che in un’ora non abbia ancora detto nessuna stupidaggine?”
Franco non si astenne naturalmente da esprimere il proprio parere sui parametri di Maastricht per l’ammissione all’unione monetaria. Un dibattito famoso fu con Antonio Martino. Martino sosteneva le regole europee; Modigliani sosteneva invece che se si rinuncia al tasso di cambio aderendo ad un’unione monetaria, allora occorre maggiore, non minore, flessibilità fiscale: per questo motivo, disse, “il Patto di stabilità è stupido”.
La posizione di Franco Modigliani sulla politica di bilancio era chiara. Pensava che se si rinuncia all’indipendenza monetaria bisogna ricorrere all’autonomia fiscale.
Le pensioni erano uno dei suoi punti fissi Uno dei suoi punti fissi: le pensioni devono corrispondere ai contributi versati. Franco Modigliani fu forse il primo in Italia a battersi per l’equivalenza fra pensioni e contributi versati, contro le pensioni di anzianità, contro i pensionamenti anticipati. Sulle pensioni, come sulla scala mobile in una famosa serie di articoli scritti sul corriere della sera nel 1975, ebbe la capacità di capire con grande anticipo, i guai in cui ci stavamo cacciando.

Da FB del 19 giugno 2024
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