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Autore Discussione: I gatti sono una minaccia per centinaia di specie in via d'estinzione ...  (Letto 1071 volte)
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« inserito:: Gennaio 08, 2024, 04:36:01 pm »

I gatti sono una minaccia per centinaia di specie in via d'estinzione
Un nuovo studio calcola che i felini domestici predano oltre duemila specie, diverse delle quali a rischio o fondamentali per gli ecosistemi

I gatti domestici predano 2084 specie animali, 347 delle quali destano particolare preoccupazione negli esperti poiché fondamentali per la conservazione di alcuni ecosistemi. A rivelarlo è una nuova ricerca, pubblicata su Nature e condotta da Christopher Lepczyk, biologo dell'università di Auburn.
Lo studio
I ricercatori hanno raccolto e analizzato 533 testi scientifici sull'istinto predatorio e sulle abitudini alimentari dei felini e hanno scoperto che i gatti cacciano "praticamente qualsiasi animale riescano a catturare". Il 97% delle specie che vengono catturate ha una massa corporea inferiore ai 5 chilogrammi. Magli scienziati segnalano anche un numero "sorprendentemente alto" di insetti e invertebrati.

No, non siete pazzi: il vostro gatto parla eccome
Un nuovo studio ha scoperto che i felini domestici usano centinaia di espressioni facciali per comunicare, un po' come tutti noi
Delle 2084 specie individuate, il 47% sono uccelli, il 22% rettili, il 21% mammiferi, il 6% insetti e il 3% anfibi. I topi domestici (29,6%), il coniglio europeo (21,3%), il ratto nero (13,8%), il passero domestico (10,8%) e il ratto grigio (10,1%) sono le prede più frequenti.
Del totale degli animali registrati, il 16,6% è costituito da specie che devono essere preservate per mantenere l'equilibrio faunistico. Alcune di esse sono in pericolo critico di estinzione. La percentuale delle possibili prede è più alta nelle regioni insulari (25,2%) rispetto a quella nelle aree continentali (8,6%). Questo perché, in queste ultime, la selvaggina autoctona è meno esposta ai predatori, essendosi evoluta insieme ai gatti locali.
Come i gatti scelgono le loro prede
Gli autori dello studio sono convinti che il fatto che una specie sia più cacciata dai gatti in una determinata regione sia legato alla distribuzione e all'abbondanza delle prede nella zona, e non necessariamente a una preferenza alimentare.
"Una caratteristica che ha permesso ai gatti di essere predatori di successo è la loro dieta generalista. I gatti sono predatori opportunisti e carnivori. Da un punto di vista fisiologico, hanno una capacità limitata di regolare gli enzimi metabolici. Il loro organismo non è adatto a convertire gli alimenti vegetali in aminoacidi e vitamine. Anche se consumano vegetali, hanno bisogno di una dieta ricca di proteine animali per soddisfare il loro fabbisogno energetico", ha spiegato il team di Lepczyk.
I risultati potrebbero essere conservativi, avvertono gli scienziati. La maggior parte dei dati dello studio proviene da ricerche incentrate sull'Australia e sul Nord America, mentre la letteratura relativa all’Africa e al Sud America è sottorappresentata. Anche in queste condizioni, i ricercatori sostengono che i loro risultati siano fondamentali per comprendere l'impatto che le abitudini dei gatti domestici liberi hanno sui sistemi ecologici.
Il comportamento predatorio dei gatti è legato alla scomparsa di 63 specie di vertebrati in tutto il mondo: negli ecosistemi insulari i felini sono associati al 14% delle estinzioni di uccelli, mammiferi e rettili, e all’8% di quelle degli animali considerati in pericolo critico.
L’articolo è comparso originariamente su Wired en español.
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« Risposta #1 inserito:: Marzo 25, 2024, 04:45:33 pm »

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I POLLI DEL SUPERMERCATO? PULCINOTTI MACELLATI DOPO 5-7 SETTIMANE CHE QUINTUPLICANO IL PESO IN SETTE GIORNI

  Roberto La Pira  5 Marzo 2024

Mangereste un pulcino cresciuto a dismisura, con un petto esageratamente grande e macellato dopo 35-49 giorni perché l’ulteriore incremento di peso renderebbe molto difficile camminare e stare in piedi? La domanda è retorica, perché è quello che avviene ogni giorno quando compriamo un pollo arrosto o un petto di pollo. Si tratta infatti di animali di razze (Ross 308 e Cobb 500) selezionate appositamente per diventare in cinque settimane dei pulcinotti con il corpo deformato da un petto esageratamente pesante, chiamati broiler. La situazione diventa più complicata se si pensa che una parte rilevante dei polli soffre di un’infiammazione ai muscoli (miopatia) correlata alla crescita rapidissima che causa la formazione di strisce bianche visibili a occhio nudo. Ma procediamo con ordine.

Pulcini che quintuplicano il peso in 7 giorni
Dopo la schiusa, i pulcini finiscono in grandi capannoni dove in 35-45 giorni raggiungono il peso di 1,8-2,0 kg prima di essere macellati. Per arrivare al peso ottimale, i pulcini mangiano in modo forsennato tutto il giorno mangimi molto energetici. In poco più di un mese ingurgitano 3 kg di cibo superbilanciato e sviluppano una muscolatura esagerata soprattutto nel petto. Alla fine del ciclo che dura da 5 a 7 settimane, i polli hanno un petto enorme, fanno fatica a camminare e vengono macellati. Non potrebbe essere altrimenti, perché con il passare dei giorni il peso del petto aumenta ulteriormente e le zampe non riescono a sostenere il corpo. Per rendersi conto, basta dire che all’inizio i pulcini guadagnano 10-20-30 g al giorno e che l’incremento ponderale aumenta di cinque volte nella prima settimana. Poi negli ultimi giorni si superano i 100 g al giorno.
I polli vengono macellati dopo 35 giorni quando si possono considerare pulcinotti

Pulcinotti o polli?
In queste condizioni, molti polli soffrono di malattie ossee, a causa di una ridotta ossificazione, e si registrano molti casi di zoppìe. La rapida crescita dei muscoli del petto e delle altre parti del corpo, va a discapito di uno sviluppo adeguato di organi come cuore e polmoni, creando evidenti scompensi. Basta dire che quando si posticipa la macellazione di quattro settimane, il tasso di mortalità spontanea aumenta di sette volte perché il fisico dei polli non riesce a supportare la crescita troppo rapida.

Questo aspetto che emerge in modo evidente entrando in un allevamento e vedendo polli che si muovono impacciati, ha un effetto collaterale che non si può nascondere. I petti di pollo mostrano delle striature bianche ben visibili anche quando si comprano le vaschette confezionate al supermercato. La presenza di queste striature a base di collagene e grasso cambia l’aspetto del petto di pollo e anche la consistenza. Cambia anche la qualità nutrizionale, perché la carne ha meno proteine (1,5-2,0%) e più grassi (1% circa), per cui il petto di pollo risulta meno morbido.

I pulcini crescono in fretta, ma manifestano criticità allo scheletro che non sostiene il peso del corpo
Polli con deformità ossee
Il fenomeno delle strisce bianche noto agli addetti ai lavori come white striping (ne abbiamo parlato in questo articolo sull’indagine di Essere Animali) è collegato alla crescita rapida. Gli studi confermano questo problema nei polli di razze a crescita rapida e, anche se in maniera meno frequente, nei polli di razze macellati dopo 60 giorni, ma sono alimentati con mangimi troppo energivori che determinano un aumento di peso molto rapido. L’incremento ponderale determina uno sviluppo esagerato del petto, ma al contempo sottopone il corpo degli animali a ritmi stressanti per cui la quantità di sangue e ossigeno che arriva alle fibre muscolari risulta insufficiente, provocando così una forte infiammazione muscolare (miopatia).

Le strisce bianche che si vedono sui petti di pollo ad occhio nudo interessano dal 50 al 90% degli animali di razze a rapido accrescimento. I polli del XXI secolo sono quattro-cinque volte più grandi e pesanti dei loro progenitori selvatici, questo vuol dire che i muscoli pettorali si sviluppano troppo rispetto a quelli pelvici, con il  risultato che  la crescita è tre volte più veloce e questo comporta sovente un elevato tasso di anomalie e deformità ossee.
Sul petto di pollo sono bene visibili le strisce bianche che denotato una crescita rapida
Consumatori inconsapevoli
Ogni giorno i consumatori mangiano, senza saperlo, pulcinotti cresciuti troppo in fretta con un petto esagerato che non gli permette di muoversi come fanno di solito i polli. Questa carne è facilmente riconoscibile per via delle strisce bianche e a questo punto ognuno può fare le scelte. Ben venga la proposta di Greenpeace e delle altre associazioni di adottare solo animali di razze a crescita lenta. Certo la carne costerà un po’ di più, anche se sarebbe il caso di quantificare questo incremento. Sono tanti i consumatori disposti a pagare 1-2  €/kg per comprare veri polli e non pulcinotti deformi che per l’esagerato peso del petto non stanno in piedi.
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Abbiano contatto produttori e  supermercati, ma questo ve lo racconteremo presto (Continua…)
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