LA-U dell'OLIVO
Novembre 23, 2024, 03:17:22 am *
Benvenuto! Accedi o registrati.

Accesso con nome utente, password e durata della sessione
Notizie:
 
   Home   Guida Ricerca Agenda Accedi Registrati  
Pagine: [1]
  Stampa  
Autore Discussione: I DIFFERENTI vivono e agiscono tra i DIVERSI, ma sono Persone fisiche oppure...  (Letto 4482 volte)
Arlecchino
Global Moderator
Hero Member
*****
Scollegato Scollegato

Messaggi: 7.763


Mostra profilo
« inserito:: Marzo 21, 2023, 05:06:55 pm »

I DIVERSI sono la Massa di persone d’ogni categoria sociale, da qui la definizione di Diversi, che formano la Popolazione della Terra, di una Nazione o di particolari Regioni.

I DIFFERENTI vivono e agiscono tra i DIVERSI, ma sono Persone fisiche oppure Istituzioni, impegnate nel Sociale o nel Privato, per contribuire ad avere un Mondo Migliore dall’attuale, sia come elevazione culturale dei Singoli dall’attuale situazione, sia con finalità di concreta giustizia sociale, irraggiungibile senza una Cultura adeguata al vivere in Comunità.

ggiannig ciaooo

Registrato
Arlecchino
Global Moderator
Hero Member
*****
Scollegato Scollegato

Messaggi: 7.763


Mostra profilo
« Risposta #1 inserito:: Marzo 22, 2023, 02:48:31 pm »

Romano Prodi: "Ho 84 anni, studio, leggo, scrivo e penso, se poi mi chiedono consigli glieli do e se sono sbagliati pazienza"

Posta in arrivo

ggiannig <ggianni41@gmail.com>
07:49 (6 ore fa)
a me

https://www.la7.it/laria-che-tira/video/romano-prodi-ho-84-anni-studio-leggo-scrivo-e-penso-se-poi-mi-chiedono-consigli-glieli-do-e-se-sono-20-03-2023-476745
Registrato
Admin
Administrator
Hero Member
*****
Scollegato Scollegato

Messaggi: 30.929



Mostra profilo WWW
« Risposta #2 inserito:: Aprile 04, 2023, 04:31:57 pm »

Luigi Manconi
neSoprostd78ilc571h8896c2ummt349tt1hfcmact45f1 ithm41uc03834
 
Torniamo a scrivere su Il Riformista a proposito di Alfredo Cospito.
Insieme a Marica Fantauzzi spieghiamo perché solo l'Europa può salvare il detenuto sottoposto al regime di 41-bis.

Caro Direttore,
due Tribunali di Sorveglianza, quello di Sassari e quello di Milano, hanno rigettato l’istanza di differimento della pena nella forma della detenzione domiciliare, presentata dai legali di Alfredo Cospito.
Secondo i giudici il detenuto anarchico è perfettamente monitorato in ospedale e – questo è un punto essenziale – “la strumentalità della condotta che ha dato corso alle patologie oggi presenti è assolutamente certa”.
Queste parole sorprendono perché sembrano prese in prestito dal linguaggio politico più ordinario e presentate surrettiziamente come argomenti giuridici.
Lo sciopero della fame è, per definizione, una condotta strumentale al raggiungimento di un obiettivo. Nel caso di chi si trova ristretto in carcere è praticamente l’unico mezzo, non violento, per ottenere il miglioramento delle condizioni detentive.
D’altra parte, come ha scritto Gianfranco Pellegrino sul Domani, se la tesi di quei giudici venisse assunta come orientamento generale, «ne deriverebbe che un cittadino che si espone volontariamente a pericoli (per esempio, un cittadino che si espone al contagio di un virus) non merita le cure dello Stato». «E – continua Pellegrino – ne deriverebbe pure che un cittadino che, impegnato per esempio in una dimostrazione per ideali politici, si procuri danni fisici, non dovrebbe essere curato, perché l’azione che ha portato alla sua condizione era volta a ottenere fini politici».
In ogni caso, lo sciopero di Cospito ha conseguito una serie di obiettivi:
A) per la prima volta in Italia si è discusso sul regime di 41 bis in una forma meno superficiale di quanto mai sia stato fatto prima;
B) per molti mesi sulle prime pagine dei quotidiani le condizioni di un detenuto sono state oggetto di dibattito, di analisi critiche e di aspettative fiduciose;
C) la politica si è dovuta confrontare con quanto avviene al di là del muro di cinta, nel luogo di chi vive il sottosuolo e che, in genere, viene dimenticato.
D’altra parte, questi sono gli obiettivi “collaterali” di un’azione che aveva al centro il superamento del 41 bis. Una battaglia individuale perché personale è la pena cui Cospito è sottoposto, ma dalla valenza dichiaratamente generale.
È possibile che gli stessi legali non nutrissero grandi speranze rispetto alla decisione sul differimento pena ma, come è stato ricordato anche su questo giornale, l’istanza era necessaria al fine di poter procedere presso gli organismi internazionali.
Ora, quante possibilità ci sono che l’Europa intervenga? Non lo sappiamo, ma abbiamo fiducia che gli autorevoli pareri espressi da organismi come la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo e la Procura Generale presso la Cassazione siano riconosciuti e accolti.
Entrambi hanno sostenuto che, ai fini della sicurezza, non sia indispensabile perpetuare il regime di 41 bis a carico di Cospito; e che un regime di minor rigore basterebbe a garantire le finalità affidate oggi alla detenzione in 41 bis.
Queste e altre considerazioni, unitamente alla tradizionale giurisprudenza della CEDU in materia di condizioni detentive, induce in noi qualche speranza. Carmelo Musumeci, ex ergastolano, oggi scrittore, ha pubblicato una riflessione in cui spiega perché non ha voluto sottoscrivere l’appello che è girato in questi giorni per chiedere a Cospito di interrompere lo sciopero.
«Ho pensato – scrive Musumeci – che non ho nessun diritto di chiedere ad Alfredo Cospito di smettere lo sciopero della fame, perché lui sta morendo per continuare a vivere, perché ama così tanto la vita che non la vuole vedere appassire fra le mura di un carcere».
Anche noi, in questi mesi, abbiamo riflettuto sull’opportunità di rivolgerci direttamente a Cospito, di chiedergli di interrompere questa dolorosa agonia.
Oggi ci troviamo al 30 marzo, con un’opinione pubblica stanca, un trafiletto sul giornale, un Ministro della Giustizia silente e un uomo arrivato a 160 giorni di sciopero della fame, con danni probabilmente irreversibili.
Più che un appello a Cospito, dunque, il nostro è un richiamo a tutti gli uomini e a tutte le donne di buona volontà. Se hanno qualcosa da dire la dicano: se hanno qualcosa da fare la facciano.

da fb del 30 marzo 2023
Registrato

Admin
Admin
Administrator
Hero Member
*****
Scollegato Scollegato

Messaggi: 30.929



Mostra profilo WWW
« Risposta #3 inserito:: Aprile 07, 2023, 11:05:03 am »

Newsletter #24
18 marzo - 7 aprile
Cari amici,

 bentrovati con il consueto appuntamento della newsletter.

Dall’ultima che vi ho spedito ho avuto modo di girare molto per il Paese, ascoltando le nostre comunità locali che sono vive, vivaci e in azione. Sono stato a Prato  con Nicola Danti, in una sala gremitissima a parlare del con la comunità che darà vita al nuovo partito liberal-democratico: non solo Italia Viva e Azione ma libdem, cattolici, riformisti liberali. A Omegna (VCO) dove c’è una squadra liberal-democratica meravigliosa per le elezioni amministrative di maggio a sostegno di Mario Cavigioli. A Brescia con la comunità liberale, democratica e riformista per una bella discussione su fisco, politica e il percorso verso il partito unico dei riformisti.

In Aula alla Camera invece ho avuto modo di dire ciò che penso sul DL Cessione Crediti facendo la dichiarazione di voto sulla fiducia a nome del Terzo Polo. Compresa l’ultima cialtronata in extremis inserita dal Governo, riguardante i titoli di stato. Visto che c’ero ho avuto anche l’occasione per smentire una volta per tutte le due bufale che continuano a girare sul Superbonus 110%, ossia che avrebbe avuto un forte impatto sull’aumento del PIL e che stia aiutando non poco la transizione ecologica. Parlo di cifre e dati certi, quindi non ho la pretesa che entrino nel dibattito. Purtroppo.

Ovviamente non vi sarà sfuggita la polemica che è divampata sulla stampa e nei talk show a proposito del PNRR innescata dalle parole del Ministro Fitto all’evento organizzato dalla Corte dei Conti in cui veniva presentata la relazione semestrale sull’impiego dei fondi di Next Generation EU. A quell’evento ho partecipato anche io fra i relatori e ho colto l’occasione per ricordare ai molti dei miei colleghi politici cos’è in realtà il PNRR e cosa ci insegna questa polemica. Spoiler: ci insegna che non è vero che basta spendere soldi pubblici per risolvere i problemi del Paese.

Arriviamo alla delega fiscale. Ne ho parlato con la Stampa e il Corriere della Sera, spiegando che essendo per un buon 90% una copia esatta della Delega Fiscale del Governo Draghi (che contribuimmo a scrivere nella scorsa legislatura) non abbiamo nessun problema a votarla. Ma, c’è un ma. A patto che vengano tolte le bandierine populiste di Salvini. Giro a voi una preghiera “aperta” che ho rivolto un po’ a tutti: non cadiamo nel tranello di Salvini e Meloni, non ci facciamo trascinare in un dibattito surreale sulla flat tax. Anche perché, banalmente, non c’è nessuna flat tax di cui discutere. Rischiamo di fare la fina del dibattito su “POS sì / POS no”. A proposito, sapete come è finita? Ve lo dico qui.

Chi mi segue sa bene che non mi arrenderò mai ad una politica fatta da curve di ultrà contrapposte che si gridano slogan. E contro questo modo di intendere la politica abbiamo presentato nella sala stampa della Camera le nostre proposte su sanità, industria 4.0, dissesto idrogeologico e salario minimo. Proposte rivolte tanto al governo quanto alle altre opposizioni. Confrontarsi sul merito delle proposte archiviando le reciproche delegittimazioni è l'unico modo di fare bene quello per cui siamo stati eletti. Segnalo anche che in Commissione Esteri è iniziato l'esame della nostra proposta di legge per ratificare la riforma del MES: ora il governo sarà chiamato a decidere in maniera ufficiale senza più nascondersi dietro alibi populisti.

Rientrando a Roma dalle mie varie tappe sul territorio ho partecipato all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università di Ferrara alla presenza del Presidente della Repubblica. Ho ascoltato con attenzione il discorso della studentessa-ribelle e qui vi spiego perché non ho applaudito.

Prima di lasciarvi con l’elenco delle trasmissioni tv e radio alle quali ho partecipato, ne approfitto per fare a voi e ai vostri i miei migliori auguri di una felice Pasqua di Resurrezione.

Potete rivedere e riascoltare le mie interviste a:
1) Superpartes Canale5
2) Agorà Rai3
3) Radio InBlu2000
4) Fanpage.it

Un abbraccio,
Luigi.
---

da Luigi Marattin Italia Viva - Azione
Registrato

Admin
Arlecchino
Global Moderator
Hero Member
*****
Scollegato Scollegato

Messaggi: 7.763


Mostra profilo
« Risposta #4 inserito:: Febbraio 26, 2024, 11:48:30 pm »

Compratori, acquistate preferendo alimentari (e altro) brandizzati con il marchio di chi li produce, per farne il proprio business.

Il produrre per conto terzi a volte deve sottostare a condizioni di sacrificio economico, che tolgono serenità di valutazione del rischio.
Il pricing (determinazione del prezzo) di un prodotto di Marca e quello dei beni commercializzati, non dovrebbe risentire di una inferiore differenza di qualità.

La vera concorrenza sarebbe (per un marketing intelligente) farsi produrre da aziende specializzate nel proprio Marchio, beni di qualità diversa ma superiore a quella del produttore (elaborando gli ingredienti non é difficile alzare la qualità).

Ma la qualità superiore senza spinta pubblicitaria é più difficile da vendere, senza una motivazione di immagine efficace.
Occorre un marketing non soltanto di “facciata”.
ggg 
Registrato
Arlecchino
Global Moderator
Hero Member
*****
Scollegato Scollegato

Messaggi: 7.763


Mostra profilo
« Risposta #5 inserito:: Marzo 04, 2024, 12:08:00 am »

Post della sezione Notizie
Roberto Cocchis
eotrpdoSsnt351a9i lam41c333ch8h5g2mah28tg559hu0gg3hil1cla11h  ·

Ieri sera ho partecipato a una delle tante surreali iniziative culturali messe in piedi da Marco Palasciano a Capua.

Nella dimessa ma affascinante, e soprattutto gelida, cornice di palazzo Fazio, ci è stato presentato un work in progress, ossia il romanzo storico che Wanda Marasco, autrice della scuderia Neri Pozza e candidata al premio Strega nel 2017, sta scrivendo sulla figura di Ferdinando Palasciano. È venuta proprio l'autrice, con i suoi fogli dattiloscritti e le sue correzioni a matita, a leggercene un capitolo intero.
Poi, ovviamente, si è passati a quella sorta di teatro senza soggetto, recitato a braccio, improvvisato e interattivo, che è sempre la cifra principale del rapporto tra Marco e chi lo segue. Come sempre, per quanto interessante, è cominciato tardi ed è durato troppo, così gran parte dei convenuti se n'è andata mentre era ancora in corso. Il momento di maggior partecipazione, come prevedibile data l'ora e la temperatura, è stato quello in cui è stato aperto il buffet, cui tutti avevano contribuito con qualcosa.
Per qualche ragione che dovrà essere indagata prima o poi, le occasioni conviviali tra persone che si conoscono ma si frequentano poco riescono sempre benissimo, perché mancano sia la diffidenza dell'estraneità sia la sguaiatezza dell'eccessiva confidenza. Nemmeno l'Aglianico e il prosecco che hanno annaffiato le portate hanno scalfito il nostro aplomb.
La contemporanea presenza di un altro evento presso un centro di yoga e culture orientali poco distante, che prometteva a sua volta un buffet macrobiotico, ha fatto sì che alcuni dei partecipanti si muovessero tra le due sedi in modo da essere presenti in entrambe al momento giusto.
L'occasione è stata buona anche per essere premiato quale secondo miglior amico di Marco nell'anno precedente (l'ambitissima classifica dell'Amicarium) e nominato vicepresidente onorario dell'Accademia Palasciania, una sorta di Regno di Redonda che anziché nei Caraibi è localizzato a Capua. Nonché per rivedere qualche amico perso di vista e incontrarne di nuovi.
Si direbbe che, in confronto a un salotto letterario ufficiale o a uno spettacolo a pagamento con tanto di diritti SIAE, certe iniziative culturali rappresentino qualcosa di molto povero, diciamo pure un po' pezzente. Eppure la Storia ci insegna che una importante parte della cultura che ci è stata tramandata nei secoli ha preso forma e si è diffusa soprattutto in questo modo. A noi manca essenzialmente il momento in cui lo spettacolo della cultura diventa business, ossia qualcosa che ha preso forma solo tra la fine del XIX secolo e il XX e poi si è imposto tramite la televisione. Ossia qualcosa che è molto importante per l'idea di cultura che si fanno le persone estranee ad essa, molto influenzata dai suoi risvolti commerciali, ma non per la cultura di per sé.
Di iniziative come le nostre ce ne sono sempre state tante, ce ne sono ancora tante, poche sono state tramandate ai posteri ma ciò è dipeso da circostanze differenti da quelle più strettamente connesse al business investito.
È possibilissimo che le antologie scolastiche (ammesso che esistano ancora la scuola e le antologie), tra tre o quattro secoli, tramandino il ricordo delle nostre serate in una saletta gelida, con la pizza casereccia e le patatine dell'Eurospin, anziché quello di kermesse per le quali si spendono milioni e dietro le quali si svolgono chissà quali trame per accaparrarsi fette di mercato. Non possiamo certo saperlo oggi.
Oggi l'unica cosa che possiamo fare è divertirci come ci viene, ed è esattamente ciò che abbiamo fatto.

Da Facebook del 25 febbraio 2024
Registrato
Pagine: [1]
  Stampa  
 
Vai a:  

Powered by MySQL Powered by PHP Powered by SMF 1.1.21 | SMF © 2015, Simple Machines XHTML 1.0 valido! CSS valido!