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Autore Discussione: Le atomiche ad Aviano. - di Dario Bortolin  (Letto 3313 volte)
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« inserito:: Gennaio 10, 2008, 11:59:21 pm »

Bastava consultare internet per saperlo: foto e mappa in un sito Usa

Sito web scova le atomiche ad Aviano

Dario Bortolin

Rapporto tecnico di un esperto del Defence council di New York fa discutere

Anche i fan di Beppe Grillo si mobilitano contro la presenza nucleare in Base


PORDENONE. Sito web svela i “segreti” atomici di Aviano. Mentre i cinque pacifisti pordenonesi Tiziano Tissino, Giuseppe Rizzardo, Michele Negro, Carlo Meyer e Monia Giacomini attendono di conoscere gli esiti del controricorso presentato un anno fa alla Corte di cassazione sulla giurisdizione del processo con cui si richiede la rimozione delle presunte bombe atomiche dalla base di Aviano, in Internet compaiono le immagini satellitari dell’aeroporto pedemontano con segnati gli hangar e le strutture di ricovero delle atomiche. Una mappa dettagliata che fa discutere, quella riportata in un rapporto del Natural resouces defence council di New York a firma dell’analista Hans W.Kristensen. Cose inimmaginabili anni fa. Intanto, anche i fan di Beppe Grillo si mobilitano contro il nucleare ad Aviano.

Anno nuovo, vecchie polemiche e storici dibattiti.
Mentre i cinque pacifisti pordenonesi Tiziano Tissino, Giuseppe Rizzardo, Michele Negro, Carlo Meyer e Monia Giacomini attendono di conoscere gli esiti del controricorso, presentato un anno fa alla Corte di Cassazione, sulla giurisdizione del processo con cui si richiede la rimozione delle presunte bombe atomiche dalla base di Aviano, si riaccende il dibattito su alcune immagini satellitari dell’aeroporto pedemontano presenti in internet, con segnati gli hangar e le strutture di ricovero delle atomiche. Una mappa dettagliata, frutto di un’analisi evidentemente effettuata utilizzando fonti autorevoli.

Le rivelazioni degli analisti. A dare l’ennesima scossa alla comunità scientifica e antimilitarista internazionale sulla dislocazione di armamenti tattici tra Aviano e Ghedi, in Italia, dopo le rivelazioni nel 1996 dell’analista militare statunitense e collaboratore del Bollettino degli scienziati atomici, William Arkin - nemmeno tanto shock; è dagli anni ’60 che si vocifera una presenza nucleare ad Aviano – è stato un altro analista americano: Hans W.Kristensen. Kristensen, che opera anche per il Natural Resources Defence Council di New York (www.nrdc.org), è l’autore di un corposo rapporto, datato 2005, sulla presenza di armi nucleari americane in Europa.

Secondo il rapporto, tuttora attuale (riportato anche nel recente libro Aviano Usa, un angolo di Stati Uniti nel cuore del Nordest) l’Italia ospiterebbe un quinto delle oltre 400 bombe nucleari Usa presenti nel vecchio continente. «Il livello corrente delle dotazioni – vi si legge – è due terzi maggiore di quello stimato dagli analisti non governativi durante la seconda metà degli anni Novanta».

Le dotazioni ad Aviano. In base al rapporto dell’Nrdc ad Aviano gli ordigni sarebbero 50, a Ghedi Torre 40, stabili da alcuni anni a questa parte. Per raffronto in Germania, prima del recente taglio che avrebbe ridotto di molto le dotazioni (20), ne sarebbero stati presenti 150, di cui 130 a Ramstein, base che ha da sempre un filo diretto con il comando Usa dell’aeroporto avianese.

Le caratteristiche delle bombe. Kristensen entra nello specifico dell’arsenale atomico tattico utilizzabile dai reparti aerei statunitensi e Nato (anche l’aeronautica militare italiana ha questa opzione, prevista per i nostri Tornado Ids). «Le bombe sono dei tipi B61 modelli 3, 4 e 10» spiega l’analista americano. Di potenza variabile tra 3 o 170 chilotoni (un chilotone è pari a 1.000 tonnellate di tritolo: l’atomica del tipo lanciato su Nagasaki, nell’agosto del 1945, aveva una potenza compresa tra 10 a 30 chilotoni) le B61 possono essere trasportate, singolarmente anche da un F16, quali quelli in dotazione ai reparti Usaf di Aviano.

I depositi di stoccaggio. Un’attenzione particolare è dedicata al nuovo metodo di stoccaggio delle B61, in appositi depositi corazzati non sotterranei (vault, ovvero sarcofago), situati all’interno degli hangar (shelter) destinati agli aerei. In gergo vengono denominati WS3, elevate weapons storage: ogni rastrelliera è in grado di ospitare al massimo quattro ordigni. Si legge nel rapporto di Kristensen: «Ad Aviano ci sono 49 proctective shelter per i jet, 35 dei quali di grandi dimensioni (37.5 per 23 metri), il resto di più piccola misura (31.5 per 17 metri). Diciotto degli shelter sono equipaggiati con i depositi WS3 per armamento nucleare con una capacità massima di 72 ordigni. I depositi sono stati completati nel 1996. In precedenza le armi nucleari erano stoccate in una WSA, area di deposito sotterranea».

Logistica e costi. Dal punto di vista logistico il rapporto del Nrdc specifica che a supporto dei depositi WS3 sono presenti in Europa 14 autoarticolati, con relativo personale, attrezzati per la manutenzione. Si fa pure accenno ai costi di questo complesso sistema d’arma: nel 2005 per mantenere in Europa il sistema WS3 s’era stimata una spesa a carico dell’Air Force pari a 10.2 milioni di dollari.

Accordi segreti Italia-Usa. Tra Italia e Stati Uniti esisterebbe un accordo segreto per la difesa nucleare, rinnovato dopo il 2001. Arkin ne aveva rivelato recentemente il nome in codice: “Stone Ax” (Ascia di pietra). «Quando siamo andati ad Aviano – aveva spiegato nel settembre 2007 la senatrice di Rc, Lidia Menapace – la commissione Difesa ha chiesto al comandante italiano se era a conoscenza della presenza di armi nucleari: lui rispose che non sapeva». Da qui il lancio di una raccolta di firme per una legge di iniziativa popolare «per liberare il territorio dalle armi nucleari americane». Raccolta di firme che proseguirà quest’anno.

(10 gennaio 2008)

da espresso.repubblica.it
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