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Autore Discussione: COME MI GOVERNA L'ANSIA (post caccoloso per stomaci forti)  (Letto 1421 volte)
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« inserito:: Dicembre 29, 2022, 06:13:33 pm »

Oriana

COME MI GOVERNA L'ANSIA (post caccoloso per stomaci forti)

... che se il pre è stata una passeggiata, lo stesso non può dirsi per il post-intervento. Che dovrai respirare per giorni (settimane?) solo con la bocca, per esempio, non te lo dice nessuno. Ho avvertito un gradevolissimo flusso d'aria nel momento in cui mi hanno sfilato i tamponi, dopodiché è stata una cascata di sangue rappreso, una colata di cemento dal cervello alla punta del naso. Quindi non passa un refolo mai, il naso ti si riempie di schifezze che non puoi soffiare forte, né scaccolarti, e la spruzzatina di fisiologica le ripulisce limitando il rischio d'infezione, ma te le tieni e anzi si accumulano riempiendo ogni spazio sul nascere come giocare a tetris. Io impreco dalla vigilia a Santo Stefano, perché non respiro, perché la gola brucia tanto e non riesco a deglutire che sento il muco implodere in gola, orecchie e naso contemporaneamente. E non esce niente. Penso che il primo giorno feriale chiamo l'ospedale per dire che sono pazzi, che non ho mica firmato un consenso informato a morire! Attenzione, non c'è dolore. Piuttosto è un persecutore, un fastidio molto invasivo che cresce nel tempo, senza soluzione di continuità: o apri la bocca per respirare sentendo l'artiglio in gola e la lingua di cartapesta, o ciccia. Certo che bevo continuamente per attenuare il bruciore, ma siccome non ho il pannolone a quel punto o dormo sul water o mi alzo di continuo, perché i reni funzionano alla grande. Insomma: o mangi la minestra, o ti butti dalla finestra. Notte e giorno, senza tregua. La notte è un po' angosciante, perché mi sveglio in apnea, tipo stanotte con la voce dell'ansia che mi urla nelle orecchie: "quanti minuti saranno che non respiri?? Saturimetro, presto, per una prima valutazione del danno neurologico!" E il saturimetro dice 99, e io alla voce: "posso tornare a svenire, adesso??" "No, non puoi. Devi prima pentirti di esserti affidata con tanta infantile credulità a quella immonda categoria dei cosiddetti curanti". "Ma voce - imploro io tra le lacrime - anche noi siamo curanti". La voce tace, presa in contropiede. Io penso che mi tira tutto dentro, che sta cicatrizzando la ferita e quindi smetterò di sanguinare, ma si formeranno croste di pietra e non respirerò mai più. E con questo pensiero felice, m'addormento - a bocca spalancata, ovvio. Oggi scrivo questo post perché finalmente, appena appena, in una narice s'è aperto un varco. E perché ci tengo a chiarire che il dolore viene più dalla voce dell'ansia, che dai recettori del dolore. Per esempio, sfilare i tamponi non è stato doloroso. Semmai è stato fastidioso e angosciante, perché senti sfregare dentro in profondità, in una zona del tuo corpo vicinissima al cervello, che non ha mai provato quella sensazione tattile. Quanto a me, sono sicura di aver sperimentato, in questi giorni - la notte, soprattutto - stati mentali primitivi che ogni tanto fa bene rivisitare.

da Fb del 27 dicembre 2022
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