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Autore Discussione: Roberto Cocchis Ieri, surreale e inevitabile discussione con un ...  (Letto 2851 volte)
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« inserito:: Settembre 25, 2022, 06:43:37 pm »


Post della sezione Notizie

Roberto Cocchis

Ieri, surreale e inevitabile discussione con un gruppo di aficionados di Tremonti. Affrontare altrettanti ultrà tratti di peso dal film di Risi mi avrebbe sicuramente offerto un confronto più costruttivo. Livello degli argomenti non zero, ma zero assoluto. Complottismo a gogò. Tutta la difesa dell'idolo si basa unicamente su due punti, peraltro del tutto svincolati dalla sua azione come ministro economico. Uno è che l'Italia non doveva entrare nell'euro. L'altro che la maggioranza del 2011 fu abbattuta da un golpe orchestrato a livello internazionale.
Dovrei limitarmi a ridere davanti al pensiero che gente adulta, non so quanto effettivamente indipendente (i profili non danno indicazioni sulle attività svolte e la sintassi degli interventi non fa pensare a chissà quale formazione specialistica) ma comunque titolare di diritti politici, che continua allegramente a credere a fiabe e favole come se nulla fosse. Ma cedo alla tentazione e oppongo i miei dubbi al nocciolo di queste teorie.
Il senso del sostenere Tremonti e al tempo stesso rifiutare l'entrata nell'euro, quando nelle elezioni decisive del 1996 anche la coalizione di cui Tremonti era esponente di punta aveva l'entrata nell'euro al primo punto del programma politico?
Qui si comprende quanto sia stato intenso il lavaggio del cervello che certi mass media hanno imposto ai cervelli deboli e vulnerabili di chi li seguiva. Sebbene l'euro non sia stato mai causa di alcun problema per l'Italia, anzi abbia evitato problemi inimmaginabili, la gestione della transizione valutaria (che non fu compiuta da chi aveva negoziato l'ingresso nella moneta unica) presentò più ombre che luci. Situazione che poi, effettivamente, comportò qualche problema, peraltro grandemente esagerato in modo da assorbire anche altri problemi coevi, pure dovuti esclusivamente alla malapolitica del tempo e del tutto indipendenti dalla moneta unica. Per i responsabili di questo, però, l'euro rappresentò il capro espiatorio ideale. E per portare avanti questa narrazione riscrissero la Storia recente a posteriori, negando spudoratamente di aver mai pensato all'ingresso nella moneta unica, facendo quindi passare questa decisione (avallata da oltre il 90% degli elettori italiani, ossia quelli che si divisero tra le due coalizioni che avevano questo ingresso al primo punto del programma elettorale) come l'imposizione di una élite al soldo di Francia e Germania al popolo ignaro o recalcitrante, comunque innocente delle conseguenze che sarebbero seguite.
Perché ovviamente nella loro mitologia sono tutti vittime e mai colpevoli.
Mi torna in mente un'altra discussione di una decina di anni fa, e il modo in cui si presentò un tale: "Io, commerciante rovinato dall'euro!", alla quale risposi: "Tu, commerciante rovinato dal fatto che durante la transizione lira-euro hai raddoppiato i prezzi e fatto così fuggire i clienti!"
Mi rispondono, ovviamente, che sono io quello che si è lasciato fare il lavaggio del cervello dalla narrazione mainstream. Uno strano lavaggio del cervello, a dire il vero, che ricorda il racconto "Total recall" di P. K. Dick. Perché non ho nessun bisogno che qualcuno venga a spiegarmi cosa è successo nella campagna elettorale del 1996 e dopo l'introduzione della moneta unica nel 2002. Da elettore, lavoratore, contribuente, capofamiglia e tante altre qualifiche che mi obbligavano a stare molto attento, certe questioni le seguivo assiduamente e direttamente. Non ho mai avuto bisogno che arrivasse il Feltri o il Belpietro o il Porro di turno a spiegarmi ciò che già vedevo con i miei occhi e vivevo sulla mia pelle. Chissà invece dove e come vivevano certi soggetti che hanno tutta l'aria di aver passato quel periodo in coma profondo o in viaggio verso Marte.

da Fb del 7 settembre 2022
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