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Autore Discussione: RISERVATO ai nostri GIOVANI: ...  (Letto 25725 volte)
Arlecchino
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« inserito:: Gennaio 09, 2022, 04:05:51 pm »


RISERVATO ai nostri GIOVANI: arrivato alla mia età vi dico, sinceramente, che "HO CAPITO TUTTO", ma ... vi prego AGGIORNATEMI.

Dipendiamo tutti da VOI!

AHAHAHAH 
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« Risposta #1 inserito:: Gennaio 11, 2022, 06:28:49 pm »


Nei primi anni di carriera lavoravo a Padova e pranzavo in una trattoria a conduzione famigliare.

Arrivavo tardi dai miei giri in clientela e la famiglia del cuoco e della cuoca, sposi robusti e sereni, mi metteva al tavolo con loro, nella piccola cucina profumata di gioventù (la mia) e di bella accoglienza verso un “foresto” (la loro).

Altri tempi e altre persone (che ricordo con affetto).

Invece, poco lontano da Padova ancora più a Est, al mare, capitava già da tempo di trovare le gomme delle auto dei “foresti” tagliate.
Quelle italiane e soprattutto targate MI.

Da allora è andato sempre peggio.
I semi del Male, hanno dato frutti numerosi ma amari, per tutti.

ciaooo   
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« Risposta #2 inserito:: Gennaio 18, 2022, 04:07:17 pm »

Suscitare è una dote delle Signore, ma comincia sempre dagli occhi.

Il resto anche se magnifico, viene dopo.

E dopo, dopo, dopo, mantenere ciò che si è suscitato è il cruccio eterno delle Signore.

E le misure non contano più, ma conta moltissimo ciò che è posto dietro gli occhi.

ciaooo
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« Risposta #3 inserito:: Gennaio 18, 2022, 04:16:37 pm »

Silvia Tortora in una foto prima della dipartita.

Lo sguardo rassegnato alla non serenità, accompagna le labbra ad un sorriso, lieve. 

ciaooo

da fb gennaio 2021
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« Risposta #4 inserito:: Gennaio 24, 2022, 11:28:49 am »

A PROPOSITO DI CATEGORIE: avere la possibilità di turbarsi l’anima e il cervello, sul “dilemma” FARE o STUDIARE è un TORMENTO che non tutti possono permettersi.

Intanto essere compresi nella “categoria” di coloro che hanno la possibilità economica di poter scegliere, è un privilegio. 

Inoltre, nel FARE in ciò che interessa e nella materia in cui si è capaci non è vietato, anzi, spesso si impone di Studiare, per migliorarsi e “fare” meglio.

Quindi il vero quesito è: siamo in evoluzione nel nostro agire o siamo rimasti seduti in riva al nefasto laghetto, noto sin dalla mitologia.

ciaooo

PS: Gli esperti dicono che a volte osservarsi da fuori a dentro, uscendo dal consueto, aiuta a conoscersi meglio.
Soprattutto se “fatto” nella solitudine, con sé stessi, … ma senza guardarsi a nessun tipo di specchio.

Io su Fb (D.) 23 gennaio 2022


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« Risposta #5 inserito:: Gennaio 24, 2022, 11:38:02 am »

Che differenza c'è tra capitalismo e socialismo?

Un'economia socialista è un sistema di produzione in cui beni e servizi sono prodotti direttamente per l'uso, a differenza di un sistema economico capitalista, in cui beni e servizi sono prodotti per generare profitto (e quindi indirettamente per l'uso).

Da Wikipedia


Differenza tra socialismo e comunismo

Anche se spesso i concetti di comunismo e di socialismo sono usati quasi come se fossero sinonimi per riferirsi alla stessa filosofia economica e politica, in realtà quando parliamo di comunismo e socialismo parliamo di due approcci distinti, che pur avendo alcune somiglianze, hanno anche delle differenze molto nette.

Comprendere le somiglianze e le differenze tra socialismo e comunismo può essere per apprezzarne le sfumature e… evitare di compiere grossolane confusioni.

I punti in comune tra socialismo e comunismo

Iniziamo con il rammentare che il comunismo e il socialismo sono nati entrambi nel contesto della rivoluzione industriale, e in gran parte come risposta a un periodo in cui i proprietari di imprese avevano accumulato maggiore potere negoziale nei confronti dei lavoratori, fino a sfociare in palesi ipotesi di sfruttamento.

Pur mediante diversi processi, entrambe le filosofie ritenevano la situazione dei lavoratori come insostenibile, e ritenevano altresì che alla fine le pressioni sociali avrebbero portato a cambiamenti drastici.

Altri punti in comune includono il ritenere che l’individuo contribuirà alla società sulla base delle proprie capacità, e che le istituzioni devono rimanere intese come centralizzate e controllate dal governo o dalla collettività, rimuovendo così il business privato come perno nella produzione di beni e di servizi.

Il governo (e le sue emanazioni) svolgono così un ruolo importante nell’investimento economico e nella pianificazione, sia in forma centralizzata che decentrata tramite enti governativi locali.


I punti di differenza tra socialismo e comunismo

Sebbene vi siano somiglianze chiave nella filosofia del comunismo e del socialismo, ci sono in realtà numerose differenze che li rendono ben distinti.
La differenza più profonda è probabilmente che sotto il comunismo gli individui sono compensati in base ai loro bisogni, nel senso che – in un “vero” sistema comunista – il privato avrebbe semplicemente ciò di cui il governo ritiene che il soggetto abbia bisogno in termini di cibo, abbigliamento, alloggio e altri servizi.

Di contro, il punto centrale del socialismo è che gli individui sono compensati in base al loro contributo individuale, in modo che le persone che lavorano più duramente o in modo più efficiente ricevano più di quelle che non contribuiscono con simili standard. Questa differenza secondo i critici mette in evidenza un difetto chiave del modello comunista, dove nessuno avrebbe motivazione a lavorare più duramente, in quanto non avrebbe alcun impatto benefico rispetto agli altri.

Non è questa, comunque, l’unica differenza. Per esempio, il comunismo considera tutte le proprietà come proprietà pubblica e, di fatto, non ci sono beni personali o oggetti in possesso di singoli individui. Il socialismo invece pensa che gli individui possano avere la loro proprietà personale, ma tutta la capacità industriale e produttiva sarebbe comunque di proprietà pubblica e gestita dalla collettività o dal governo.

Il socialismo è dunque principalmente una filosofia economica, mentre il comunismo è economico e politico nel senso che il governo è da intendersi come proprietario e decisore in tutte le questioni.

Il comunismo rifiuta qualsiasi religione, mentre siccome il socialismo è economico solo nel suo focus, la libertà di religione è permessa, anche se alcune interpretazioni puntano a promuovere la laicità nella sua piena natura.

Ulteriormente, il comunismo vede la completa abolizione delle distinzioni di classe, poiché tutti sono effettivamente trattati allo stesso modo. Il socialismo vede una diminuzione in queste divergenze, ma le distinzioni di classe continuerebbero ad esistere perché viene mantenuta la capacità di alcuni di ottenere più ricchezza di altri.

Infine, ricordiamo come il comunismo tenda a preferire una drastica trasformazione verso il proprio approccio, anche a costo di distruggere i vecchi paradigmi socioeconomici. Il socialismo vede invece di miglior grado una transizione graduale dal capitalismo attraverso processi legali e politici che vadano a premiare la capacità di eccellere delle persone, affinché possano entrare nell’equivalente della classe media.

L’articolo Differenza tra socialismo e comunismo proviene da Italpress.
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« Risposta #6 inserito:: Gennaio 25, 2022, 10:14:13 pm »

Invecchiare è un dono della Vita!
E non è per tutti.


Avvilirsi per un dono di tale GRANDEZZA, è strano, ... soprattutto in una persona che è stata, è, sarà ancora, molto utile agli altri.

Non sentire la loro riconoscenza (anche non espressa) è forse causa di avvilimento.
Ma bisogna imparare ad ascoltarla, altrimenti vi sfugge, ma c’è.

ciaooo
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« Risposta #7 inserito:: Gennaio 28, 2022, 09:15:49 pm »

Il “Farsi da Soli” è il percorso, verso la tua vittoria.

La qualità della tua vittoria è dipesa anche dai maestri, che hai avuto la capacità di ascoltare.

Il come hai fatto a farti da solo è il tuo segreto.

I risultati ottenuti, si misurano soltanto da Vecchi.

Ed è a quel punto, in quell’analisi, di nuovo solo con te stesso o con te stessa, capirai il come hai fatto.
Segreti compresi.

ciaooo
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« Risposta #8 inserito:: Aprile 09, 2022, 09:35:44 pm »

Gianni Gavioli

Non tutti!

Arlecchino da vent'anni, esporta nel web ciò che si procura leggendovi ogni giorno.

Lo fa GRATIS e in beata solitudine, ... ma no forse ne tirerò fuori un libro.

"I Semi di Arlecchino", ... forse!?

ciaooo

Io su Fb/Meta 8 aprile 2022
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« Risposta #9 inserito:: Luglio 11, 2022, 03:15:26 pm »

Alle Donne.

Vestitevi di canto mie belle donne,
lasciatemi afflosciare al vostro fianco.

Tutte mie belle donne,
tutte mie belle,
tutte, per desiderio, ma son stanco,
non per possesso,
ma per rimpianto.

Un tempo correva la fantasia,
sotto le gonne,
oggi non ci son gonne,  
oggi non fantasie.

Ci son le donne tante,
ma le più son stonate,
altre son già svestite.

ciaooo
« Ultima modifica: Luglio 11, 2022, 09:24:05 pm da Arlecchino » Registrato
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« Risposta #10 inserito:: Agosto 30, 2022, 05:42:53 pm »

Iules Giulio Buraschi

I sentieri della filosofia
 
Parole secche quelle del filosofo Umberto Galimberti, che suscitano discussioni e fanno riflettere:
 "L’insegnante deve insegnare. Per farlo serve una capacità empatica e comunicativa, la fascinazione. Se non apri il cuore, non apri nemmeno la testa delle persone. Gli insegnanti dovrebbero essere sottoposti a un test di personalità̀ che valuti queste cose. Se uno non sa affascinare è meglio che cambi lavoro [...]

Educare vuol dire condurre qualcuno all’evoluzione, dall’impulso all’emozione, dall’emozione al sentimento. Un ragazzo che ha sentimento non brucia un migrante che dorme su una panchina, non picchia un disabile. Se queste cose accadono è perché́ la scuola non ha educato. Per educare bisogna avere a che fare con la soggettività̀ degli studenti, che oggi è messa fuori gioco. Se è vero che al posto dei temi si fa la comprensione del testo scritto, si è spostata la valutazione dalla soggettività̀ alla prestazione. A questo punto è chiaro che anche la scuola è serva del modello tecnico. I ragazzi non contano più̀ come soggetti ma solo nelle loro prestazioni [...]

 È più̀ facile correggere una comprensione del testo scritta che un tema. La realtà̀ è che siamo passati da una scuola umanistica a un’educazione anglosassone, perdendo un’infinità di valori della prima. La scuola anglosassone è empirismo, pragmatismo, valutazione oggettiva [...]
Se uno non sa affascinare, comunicare, non può̀ fare il maestro, il professore. Lo dice Platone: si impara per imitazione. Io aggiungerei anche per plagio. Preferisco un docente che plagia i ragazzi che uno che li demotiva. Direi loro che il ruolo va abolito.

 Se uno non funziona lo sanno tutti ma non si può̀ far nulla, perché́ è di ruolo. Che cos’è questa parola? Nessuno è di ruolo nella vita. Se un docente non è all’altezza va messo fuori gioco. Perché́ se si licenziano operai là dove si producono oggetti non lo si fa dove si formano le persone?"

U. Galimberti, da una intervista del 2019

da FB del 30 agosto 2022
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