Arlecchino
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« Risposta #4 inserito:: Marzo 27, 2022, 11:35:52 pm » |
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Pagina Alessandro Orsini
Egregio Direttore del Corriere della Sera,
Sono un professore universitario, questo non piacerà affatto al Suo Co-Direttore Gramellini, che, horribile dictu, si occupa da anni proprio di teoria di sistemi complessi. Le scrivo precisamente in merito alla rubrica Il Caffè di Massimo Gramellini, apparsa sulla vostra testata. Sono a dir poco allibito dal carattere, dal tenore e dallo stile utilizzato per un attacco così virulento e scurrile, attacco ad uno studioso che non fa altro che esporre le sue analisi, competenti, frutto di un sapere sedimentato negli anni attraverso il lavoro. Ora, venendo al testo, in relazione a quanto detto da Gramellini nella prima colonna, non si tratta che di falsità meschinamente orchestrate : il Prof. Orsini non ha mai detto o spiegato « che tra l’Occidente e Putin non c’è differenza», che «bisogna sbarazzarsi di Zelenski che ostacola il lieto fine con la sua insopportabile ossessione per la libertà». Non sono interpretazioni, sono falsità! Volgari menzogne. Per quanto concerne la seconda colonna della rubrica, si tratta dell’attribuzione a Orsini di idee, posture mentali («satrapo slavo») e addirittura psicologiche («timor panico») che non fanno affatto onore alla sua testata né al giornalismo di livello di cui la vostra testata si fa veicolo. Ora, capirà benissimo che non si tratta di dare ragione a Orsini o Gramellini, semplicemente in virtù del fatto che da un lato ci sono analisi (fondate concettualmente e metodologicamente sebbene non necessariamente condivisibili) e dall’altro c’è una truce invettiva. Non si tratta neppure, ovviamente, di prendere parte per Putin o per l’Occidente, ma di chiedersi, all’interno dell’Occidente democratico, quali siano le soglie da non attraversare – almeno nel giornalismo di livello – tra analisi e invettiva personale. Gramellini, esprimendosi di volta in volta su tutto lo scibile umano, ovviamente non solo disprezza coloro che hanno frameworks epistemici (cioè competenza) ma li espone anche a derisione (si veda il post sul complesso della settimana scorsa!) Ponendo, come è de facto, che le analisi di Orsini sono le stesse fatte da un Mearsheimer, da un Chomsky o dallo stesso Bernie Sanders (nell’audizione della settimana scorsa al Senato) negli Stati Uniti, e anzi, secondo alcuni aspetti, molto più neutrali, potrebbe immaginare Lei una simile invettiva presso il Washington Post, il NYTimes o, per rientrare in Europa, la FAZ o Le Monde o Le Figaro. Leggendo quasi quotidianamente questi giornali non è mai successo di trovarsi di fronte ad un episodio così volgare. Una volta finita questa sciagura, speriamo presto, bisognerebbe iniziare a parlare seriamente, nel dibattito pubblico, di «ultracrepidarianismo» (dal detto latino «sutor ne ultra crepidam»), cioè iniziare a discutere – se si vuole in modo del tutto utilitaristico – quanto possa giovare ad una società che si reputa «avanzata» il fatto che persone SENZ’ALCUNA COMPETENZA possano parlare di tutto, inveire, inquisire, incitare al bando, moralizzare, senza avere nessuna formazione specifica né competenze logico-sintattiche di organizzazione del discorso ad un livello sufficiente di pertinenza. Bisognerebbe anche chiedersi, dal punto di vista strettamente «estetico» cioè del «contegno» di un giornalismo che si vuole promotore di vero dibattito, quanto giovi dare adito a simili volgarità ed amplificare un simil plaidoyer per l’ignoranza nella società.
Cordiali saluti
Prof. Dr. Fausto Fraisopi Ausserplanmäßiger Professor Albert-Ludwigs-Universität Freiburg Philosophisches Seminar Kollegiengebäude I, Raum 1067 Platz der Universität 3, 79098 Freiburg P.S. Sono stato autorizzato a pubblicare questo testo.
da Fb 20 marzo 2022
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