Perché non bisogna litigare con i no vax no green pass e altri no pandemici (e perché bisogna fare, pur non avendone il potere, come fa Mario Draghi, cioè mandare avanti le decisioni e tanti saluti). Non è una domanda, ma una constatazione. Così cominciamo già a impostare sulle giuste basi questo che non è un invito al dialogo né, tantomeno, al confronto.
Oggi ne parla Giuliano Ferrara sul Foglio e ci mostra come le cose, in fondo, procedono tra opinionismi e nichilismi e confusione varia, grazie alle nostre società aperte o semi-aperte e che, in fondo, il gran parlare, molto scioccherello e molto tendenzioso, non fa danni, anzi, permette di gestire, contenere, correggere. La lezione per tutti è che ai no vax no green pass e altri no pandemici non bisogna rispondere perché sono loro stessi a non volere risposta.
Vogliono testimoniare dogmaticamente, e quindi non dialetticamente, la loro voce sciamanica, e noi possiamo omaggiarli solo con il silenzio. Al quale segue poi l’azione normale o normalizzante, come da ritrovato elogio della normalità fatto da Draghi. Anche Giuseppe Conte, che pure aveva un po’ di sciamanesimo con sé al governo, alla fine si acconciava a decidere secondo logica scientifica, cioè per errori e correzioni, ma tenendo una bussola nelle risultanze sperimentali e nelle rilevazioni statistiche.
Funziona così una società complessa e, se lo capiamo, la smettiamo anche di rispondere a quelli che sbraitano in tv, non twittiamo su questi temi, e lasciamo sciamare gli sciamani. E lunedì c’è chi torna giallo, ad esempio il Friuli-Venezia Giulia.
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