IL SOVRANISMO DELLA MAGGIORANZA (E LE SUE RADICI)
Le barricate del Governo contro la scalata di Mediaset da parte della francese Vivendi sono la nuova manifestazione di un’antica dannosissima chiusura contro l’internazionalizzazione della nostra economia
Editoriale telegrafico per la Nwsl n. 534, 14 dicembre 2020 – In argomento v. anche il mio articolo pubblicato sul Foglio nel marzo 2015, Politica industriale: le due leve sbagliate e le cinque giuste .
Se fosse solo il salviniano di ferro Raffaele Volpi, presidente del Copasir, a denunciare il gravissimo pericolo per la sicurezza dell’Italia costituito dalla scalata della francese Axa alle nostre Assicurazioni Generali, potremmo consolarci considerando i vantaggi del non averlo come ministro dello Sviluppo e delle Attività produttive. Ma abbiamo poco da stare tranquilli se in difesa della Patria contro l’aborrito nemico d’oltralpe si schierano anche Governo e maggioranza, come hanno fatto quando hanno varato la norma per impedire il tentativo della francese Vivendi di scalare Mediaset. È questo il nostro modo di partecipare da protagonisti alla costruzione dell’Unione Europea? Davvero è “strategico” per le sorti del Paese che Mediaset appartenga al sig. Berlusconi invece che a monsieur Dupont o a herr Schmidt? Faremo dunque le barricate anche contro i Dupont e gli Schmidt che volessero investire su Mondadori o sul Corriere? E allora perché non anche contro chi volesse investire su Gedi, o su Vodafone? Oppure – chessò – sulla Brembo, o sulla Barilla? Vero è che abbiamo un’antica tradizione di barricate di questo genere: le facemmo, per esempio, alla metà degli anni ’80 contro la Ford, in difesa dell’italianità dell’Alfa Romeo, messa in vendita dall’IRI; le facemmo in difesa dell’italianità di Telecom contro gli americani di AT&T, di Autostrade contro gli spagnoli di Abertis, della banca AntonVeneta contro gli olandesi di ABN Amro, di Alitalia contro Air France-KLM, di Parmalat contro i francesi di Lactalis; così come le facemmo in difesa del monopolio statale delle poste e delle ferrovie. Perché ENI, Edison, Finmeccanica, Fincantieri, Luxottica, la stessa Mediaset e altre migliaia di multinazionali italiane devono poter investire in qualsiasi parte del mondo, ma le multinazionali straniere in Italia no. Poi sentiamo dire che questo Governo vorrebbe accreditarsi come partner di Francia e Germania nel processo di integrazione UE: forse c’è qualche cosa su cui dobbiamo chiarirci le idee.
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