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Autore Discussione: Dario Boninsegna - La Costituzione tradita: parola di carabiniere  (Letto 3300 volte)
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« inserito:: Dicembre 18, 2007, 03:26:13 pm »

Il militare dell’arma attivo nella stazione di Scena coautore di un volume che fa riflettere

La Costituzione tradita: parola di carabiniere

Dario Boninsegna

Con altri magistrati e agenti delle forze dell’ordine Andrea Testa graffia con dolore

Antologia di racconti noir prendendo spunto da articoli della “Carta” repubblicana


MERANO. La Costituzione della Repubblica italiana ha appena compiuto sessant’anni e per il suo compleanno, fra i tanti messaggi di saluto e di auguri, si è alzato anche un grido di dolore. Lo hanno levato alcuni fra i più noti scrittori della giustizia italiana, fra i quali magistrati e agenti delle forze dell’ordine. Hanno preso come spunto i singoli articoli della “Carta” e hanno raccontato un Paese in cui nulla è scontato, neppure l’applicazione dei suoi principi basilari. Una di queste grida di dolore si alza nientemeno che da Scena, visto l’antologia di racconti legati al “tradimento” della Costituzione, indirettamente ci porta proprio lassù, alle porte della nostra città, dal momento che l’estensore è carabiniere in quella piccola stazione.

Non è nuovo a fatiche letterarie, il carabiniere scelto Andrea Testa (vedi box a destra), e la sua predilezione sono i racconti gialli o noir. Ma stavolta, la sua penna ha graffiato in maniera dolorosa all’interno dell’antologia presentata pochi giorni orsono nientemeno che in Campidoglio. Un testo decisamente “contro”, inquietante, composto da racconti inventati (ma solo fino ad un certo punto), ispirati a fatti accaduti, verosimili e quindi credibili. Non manca il triste richiamo, ancora di massima attualità, all’assalto alla caserma Diaz nel 2001, durante il G8 di Genova; si parla addirittura di colpo di stato per poi spaziare fra corruzioni, massoneria, stupidità, ignoranze di vario tipo, impunità a piene mani, omicidi rimasti impuniti, insabbiature di casi scomodi.

E persino di stampa censurata nonostante i proclami la vorrebbero libera. Presenti inoltre le “guerre” sulle gradinate degli stadi, le evasioni fiscali, le aggressioni neofasciste che calpestano dettami nati “anche” dalla Resistenza.

Il filo conduttore del volumetto, come detto, è la nostra Costituzione ed il progetto letterario è sicuramente originale oltre che intelligente: magistrati e agenti delle forze dell’ordine, già attivi nel campo letterario come giallisti e cultori del noir, si sono impegnati scegliendo ciascuno un articolo della Costituzione stessa al quale si sono ispirati per il loro racconto. Come linea guida, più che la scontata domanda se l’articolo ispiratore sia ancora attuale, affiora il cupo quesito: che cosa ne è rimasto di quell’articolo?
La risposta ognuno se la può dare e la danno anche i vari autori del libro: la Costituzione è stata tradita. Da tutti, nessuno escluso: politici, forze dell’ordine, cittadini comuni ed eccellenti, professionisti di diversi settori. Ma quel che più inquieta, passando da un racconto all’altro, non è tanto lo scoprire che i “criminali” abbondano: ben più grave è il fatto che in pochi, troppo pochi per non dire quasi nessuno reagisce e si ribella di fronte ad un appiattimento palese, lasciando che a prevalere sia una rassegnazione forse altrettanto colpevole. Di certo, arrivando in fondo al libro, l’amaro sale in bocca e in fondo al cuore e spunti di riflessione non ne mancano. Non per niente il piacevole volumetto è stato indicato come testo scolastico per riflettere, in maniera meno stucchevole, sulla Costituzione, la sua nascita, l’evoluzione della storia e dei costumi della nostra Repubblica. Altro che celebrazioni pompose che lasciano il tempo che trovano e non interessano se non le tronfie autorità.

Ritornando al “nostro” carabiniere letterato, Andrea Testa si occupa dell’articolo 12 dedicato alla bandiera della Repubblica, il tricolore.

Il suo racconto di intitola “Sotto il naso” e tratta della degenerazione del nazionalismo che spinge sino all’odio razziale.

(17 dicembre 2007)

da espresso.repubblica.it
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