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Autore Discussione: ANONYMOUS ha spiegato ...  (Letto 2863 volte)
Arlecchino
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« inserito:: Novembre 03, 2018, 12:24:00 pm »

Anonymous ha spiegato perché ha deciso di colpire l'Italia partendo dalle Università
È il primo di una serie di azioni promesse dal gruppo italiano. In attesa di ciò che faranno entro il 5 novembre. Li abbiamo intervistati

   Di ARTURO DI CORINTO
01 novembre 2018, 07:31

Annunciando l’operazione Black Week, “settimana nera”, Anonymous Italia ha dichiarato in un video su Youtube di volere festeggiare l’anniversario della Congiura delle Polveri di Guy Fawkes che gli anglosassoni festeggiano il 5 novembre, divulgando una serie di informazioni sottratte a enti e istituzioni per denunciarne l’incapacità. Utilizzando quasi per intero un testo proveniente dalla fiction di V per Vendetta, graphic novel di Alan Moore resa celebre dall’omonimo film, hanno chiesto il coinvolgimento dei cittadini per la loro battaglia contro il potere.

Un obiettivo che nelle loro parole è direttamente politico visto che si dichiarano esplicitamente contro il governo in carica. Altre volte gli Anonymous avevano portato scompiglio e denunciato la parzialità dei media, l’avidità delle multinazionali, le leggi ingiuste, e si erano anche schierati col guru di Wikileaks, Julian Assange: mai avevano attaccato il governo italiano così frontalmente. Pochi mesi fa avevano messo nel mirino l’ex ministro Pd Valeria Fedeli, ma in genere i target erano genericamente simbolici, come la guerra, la corruzione e perfino l’Isis, contro il quale si erano rivelati centrali per la loro eliminazione dal cyberspace.

Questa volta per denunciare la società della paura che ha portato gli italiani a scegliere il governo Conte-Salvini-Di Maio, hanno deciso di divulgare i dati sensibili di gente comune, colpendo a destra e manca prima l’Università, poi il mondo del lavoro e dell’impresa.

Gli abbiamo chiesto perché. Perché attaccare le università? Il sapere, il dialogo, la ricerca non sono valori che dovrebbero stare a cuore a tutti (baronie a parte)?

“Abbiamo deciso di attaccare le università perché lo studio e la cultura sono cose a cui teniamo molto e dovrebbero essere resi accessibili a tutti. Le università sono i luoghi dove si scrive il futuro del paese, ed è li che noi vogliamo puntare. Cerchiamo di coinvolgere quanti più giovani ed universitari possibili nelle lotte che Anonymous porta avanti da anni.”

Eppure nonostante la simpatia spesso tributatagli stavolta non trovano il sostegno di chi nelle università ci lavora e si occupa appunto di informatica e sicurezza.

Marco Squarcina ed Emilio Coppa entrambi del Dipartimento di Ingegneria Automatica e Gestionale, Diag, uno dei dipartimenti universitari della Sapienza di Roma da loro attaccati, ci sono rimasti di stucco. Coppa, allenatore della nazionale italiana di cyberdefender che fa base al Diag ci ha detto:

“Non ha senso attaccare l’Università. Le università sono in ginocchio per mancanza di fondi e i portali, anche quelli bucati da Anonymous, sono spesso fatti nei ritagli di tempo da studenti o personale che non è specializzato nel loro sviluppo. Non mi pare un’azione costruttiva. Vorrei vedere queste persone dall’altra parte in un’università dove non ci sono i soldi per pagare i programmatori e aggiornare le macchine e il software.”

Al Diag insegnava Roberto Baldoni, oggi vicedirettore generale del Dipartimento Informazioni per la Sicurezza con delega alla cybersecurity. La domanda ad Anonymous è ovvia. Cercavate di sottrarre informazioni su Baldoni?

“Se avessimo voluto trovare informazioni su Baldoni, avremmo potuto farlo senza troppa difficoltà. L'enorme mole di dati che continuiamo ad analizzare (che vedrete anche Voi in questi giorni) non ci ha permesso di approfondire Baldoni. Onestamente parlando, #OpBlackWeek non è un operazione rivolta a lui, ma è qualcosa che va molto oltre.”

Coppa e Squarcina sono scettici. Marco Squarcina, che è dovuto emigrare all’estero per continuare la sua carriera di ricercatore di informatica è tranchant: “Non c’è nessuna bravura in quello che hanno fatto. Fai solo vedere che sai usare un tool e che hai nozioni di sql injection, ma se sono così bravi vengano a confrontarsi alle CTF (le gare di informatica Capture The Flag, n.d.r.).

Quindi la domanda ad Anonymous è: perché ritenete giusto diffondere anche i dati personali di semplici studenti?

"Ciò che avete visto ieri, non è stato un attacco contro le persone di cui i dati venivano diffusi successivamente. Sono informazioni date in mano ad enti che non hanno avuto le capacità, le risorse e la voglia di mantenerle sicure. Se volessimo danneggiare gli utenti, potremmo semplicemente tenerci i loro dati privati per noi, impadronirci delle loro identità o venderli sul deepweb. Diffondere i dati di studenti è come chiamarli all'appello, uno ad uno. Vogliamo che ci riconoscano e che vengano a conoscenza di Anonymous, perché abbiamo bisogno di loro se veramente vogliamo un reale cambiamento di questo paese, e non intendiamo il cambiamento di cui farneticano giorno e notte i vari Politici e Uomini al Potere.”

Pierluigi Paganini, un hacker etico che oggi lavora nel privato ed è consulente dell’Enisa, l’agenzia europea per la cybersecurity ha detto una volta che si tratta di talento sprecato. E Squarcina gli risponde a distanza: “Una cosa utile è testare le vulnerabilità e riportarle, ma così non c’è nessun riscontro da parte di chi riceve la segnalazione. I target universitari sono particolarmente vulnerabili e i dump possono esser usati per fare danni seri. Non voglio neanche pensare che nei prossimi giorni diffonderanno dati ancora più delicati e non dico quali.”

Questa voglia di giustizia che dite di avere dove porterà gli Anonymous? Che bersagli avete in mente?

“Con il passare dei giorni capirete il meccanismo che abbiamo ideato per #OpBlackWeek, e dovrete attendere fino al 5 Novembre per ottenere più risposte. Semplicemente, Expect Us.”

Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a dir@agi.it

Da - https://www.agi.it/blog-italia/cybersecurity/anonymous_italia_universita-4555527/post/2018-11-01/?fbclid=IwAR3ND9eWZbx68GIUOSteSskYsn9FXe4zSgsY2SJBgdrYoVWLl99FjONxar4

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Nel nuovo comunicato Anonymous attacca la Lega
Il collettivo di hacker assume una connotazione più politica e annuncia per il 5 novembre "qualcosa che non dimenticherete"

   Di ARTURO DI CORINTO 03 novembre 2018,06:42

Con un cambio di programma inatteso gli hacker attivisti di Anonymous hanno deciso di non rilasciare nuovi dati oggi, ma di spiegare con esattezza i motivi delle loro azioni con un comunicato che interloquisce direttamente con gli articoli che Agi sta pubblicando.

Gli hacker, che nei giorni scorsi avevano divulgato una gran messe di dati personali – nome, cognome, email, password – di individui appartenenti a enti e organizzazioni del mondo dell’università, dell’industria, della sanità e del giornalismo, chiariscono nel comunicato che non sono né criminali né terroristi.

Ribadiscono che Anonymous Italia, LulzSecITA e AntiSecIT sono “solamente un gruppo di Umani che si è stancato di ascoltare sempre le stesse identiche frasi dalle persone che cercano di governare un Paese di inestimato valore, che non merita questa fine.” E che il loro interesse è di “ridare i diritti ad un Popolo privato della propria privacy da ormai molto tempo.”

Come avevamo intuito dall’inizio dell’operazione Black Week, la “Settimana Nera”, il loro obiettivo rimane il governo Conte e le ipocrisie di chi, secondo loro, lo sostiene, media inclusi.

Nel comunicato ci sono due cose che è importante riportare.

La prima è che gli Anonymous hanno deciso di rivolgersi a distanza agli universitari da noi intervistati e che avevano criticato il loro modo di agire. Squarcina e Coppa, ricercatori in cybersecurity e allenatori della nazionale italiana dei cyberdefender del CINI (Consorzio Interuniversitario Nazionale per l’Informatica), avevano sottolineato nelle nostre interviste il carattere non etico della divulgazione dei dati personali di studenti e lavoratori chiedendo agli Anon di mettersi al posto loro.

Per tutta risposta nel comunicato gli Anon si rivolgono a loro e gli dicono: “Sig.ri Marco Squarcina e Emilio Coppa, conosciamo benissimo la situazione delle università, e forse siamo anche noi studenti che non riescono a pagarsi le rette.” Lasciando persino insinuare il dubbio di essere essi stessi studenti che partecipano alle gare di cybersecurity universitarie come le gare di informatica Capture The Flag, una sorta di “rubabandiera digitale” tipico delle competizioni tra hacker.

La seconda è che il discorso degli Anonymous diventa ancora più esplicitamente politico. Gli “hacktivisti” (crasi di hacker e attivisti), attaccando “chi non fa crescere il Paese” e “si prende lo stipendio” si riferiscono proprio ai politici che siedono in Parlamento, i cui stipendi andrebbe usati meglio e attaccano la Lega di Salvini: “Ricordate quella "piccola" somma rubata dalla Lega? Una parte di quei ‘miseri’, 49 milioni di euro, che si dice vengano restituiti ad un tasso molto più basso del mutuo per una persona che compra casa, magari sarebbero potuti servire alle Università, come molti altri fondi sparsi per l'Italia senza uno scopo preciso, intascati dai Ladri seduti sulle loro poltrone.”

Il comunicato si conclude con un avvertimento che suona come una minaccia: “La settimana nera riprenderà come da piano, domani alla solita ora. Fino a quando non Vi sarà mostrato qualcosa che non dimenticherete, in una data che ricorderete per sempre, quella del 5 Novembre.”

Questo è il punto di vista di Anonymous. Noi come giornalisti non possiamo ignorarlo, a rischio di fargli da megafono, sopratutto dopo che il 2 novembre si è celebrata la Giornata mondiale per mettere fine all'impunità per i crimini contro i giornalisti, un giorno in cui ogni operatore dell’informazione rivendica chiaro e forte il dovere di fare informazione e il diritto dei cittadini di essere informati.

Le azioni di Anonymous hanno delle conseguenze per le persone e, nell’era dei social in cui sono sotto gli occhi di tutti, indipendentemente dagli scopi di Anonymous, noi giornalisti non possiamo non far sapere all’opinione pubblica dei pericoli che ognuno di noi corre quando non protegge i propri dati online.

D’altra parte la dottoressa Nunzia Ciardi, capo della Polizia Postale, che sta seguendo le indagini sulle intrusioni informatiche e la divulgazione non autorizzata dei dati presenti nei database violati dagli hacker ci ha detto: “Abbiamo allertato tutti i potenziali obbiettivi. Seguiamo le tracce di Anonymous da tempo e quando avremo delle novità investigative le renderemo note.”

Adesso non resta che aspettare il 5 Novembre, data in cui gli attivisti hanno promesso “fuochi d’artificio” sotto forma di nuove rivelazioni.


Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a dir@agi.it

Da - https://www.agi.it/blog-italia/cybersecurity/anonymous_lega-4562427/post/2018-11-03/?fbclid=IwAR334aksWo-YTrb83wagoHud-PYzXOt59zCDOS0-tR4vObq3k-YIwAnPQYg

« Ultima modifica: Novembre 04, 2018, 06:58:28 pm da Arlecchino » Registrato
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« Risposta #1 inserito:: Novembre 04, 2018, 06:41:29 pm »

Anonymous attacca Regioni e Comuni.
Il Garante: “Confini digitali del Paese fragili, servono investimenti”

Una ricerca indipendente pubblicata ad agosto svelava che i sistemi informatici di sette Comuni su dieci non erano aggiornati. Antonello Soro: “Informazioni sono il nostro patrimonio, speriamo almeno che questa escalation sollevi l’attenzione sul tema”

Pubblicato il 03/11/2018 - Ultima modifica il 03/11/2018 alle ore 20:11

RAFFAELE ANGIUS

L’Italia è in balia in questi giorni dei venti anarchici portati da pirati informatici che continuano ad accedere impunemente a sistemi di istituzioni e organizzazioni. Il Comune di Palermo, il Consiglio Regionale della Sardegna e la Provincia di Arezzo sono solo alcuni dei bersagli dell’ultimo attacco compiuto dagli Anonymous italiani, che hanno annunciato il raid da uno degli account Twitter da loro controllati. L’episodio arriva a dodici ore da un altro attacco: ieri a mezzanotte i banditi digitali di AnonPlus, altro collettivo protagonista in passato di attacchi al quotidiano Libero e allo staff di Matteo Salvini, ha reso pubblici quasi 4 Gb di informazioni sottratte alla Siae. Una situazione che evidenzia come «gli investimenti sulla protezione dei dati in Italia siano ancora erroneamente considerati accessori e residuali, mentre si lasciano le porte aperte a chiunque voglia appropriarsi delle nostre informazioni», ha denunciato il Garante per la privacy Antonello Soro, contattato da La Stampa. 

Le amministrazioni locali 
Sparanise, Neirone, Rieti, Massa-Carrara: sono solo alcuni dei Comuni presi di mira. Ma avendo evidentemente preso nota di quanti li hanno criticati per aver pubblicato e reso accessibili le password di migliaia di utenti, stavolta gli hacker si sarebbero limitati a non decifrare quelle già protette da degli algoritmi di oscuramento, spiega una fonte vicina al movimento. Restano comunque accessibili decine di credenziali, tra cui quelle di un centinaio di consiglieri della Regione Sardegna - come l’attuale governatore Francesco Pigliaru e il suo predecessore, Ugo Cappellacci - e diversi amministratori di sistema: le stesse usate per compiere alcuni degli attacchi.

«Ci ritroviamo a sperare che si tratti di hacker etici e che la pluralità di attacchi messi a segno sia un atto dimostrativo e non una cortina fumogena che cela delle azioni più mirate - ha precisato il Garante per la protezione dei dati personali, il cui ufficio raccoglie le notificazioni provenienti dagli enti coinvolti -. Viviamo in un tempo in cui anche le relazioni ostili tra i Paesi avvengono soprattutto nel mondo digitale: è impensabile credere che basti difendere i nostri confini con le forze militari mentre rimangono incustoditi simili varchi».

I siti dei Comuni sono sicuri? 
Ma che i siti delle pubbliche amministrazioni locali non siano adeguatamente protetti è noto almeno da agosto, quando una ricerca indipendente condotta dagli hacker etici del Mestre Hacklab ha svelato che risiedono su piattaforme raramente aggiornate. Lo studio, condiviso anche dall’agenzia nazionale specializzata in sicurezza informatica Cert-Pa, prendeva in esame i tre Cms (software per la gestione di siti web) più diffusi. In media il 67 per cento dei domini e sottodomini analizzati non veniva aggiornato da più di un anno. In particolare per chi utilizza Wordpress (il Cms più noto), il 29 per cento delle versioni in uso risaliva a prima del 2015 e un altro 35 per cento ad agosto del 2016. Lo stato degli aggiornamenti di un sistema è cruciale in quanto ogni nuovo rilascio apporta delle correzioni alle vulnerabilità che vengono scoperte nel tempo. La conseguenza è che non solo un sistema non aggiornato è vulnerabile ad attacchi noti, ma è anche facile verificarne la versione - e dunque le fragilità - controllando quale versione del sistema è in uso. 

Le azioni dimostrative di Anonymous sono iniziate il 28 ottobre, quando il collettivo ha pubblicato un video di accusa contro l’esecutivo in carica, responsabile di aver sfruttato «guerre, attentati, esplosioni, malattie, masse di migranti e rifugiati» per guadagnare consenso. Da allora hanno pubblicato ogni giorno - con la sola eccezione di ieri - archivi di account e credenziali sottratte a ospedali, istituzioni ed enti pubblici, che in molti casi sono venuti a conoscenza dell’intrusione informatica solo dopo essere stati avvisati dallo stesso ufficio del Garante per la privacy, come alcune fonti tra i responsabili della sicurezza informatica dei bersagli hanno confermato. Per le istituzioni colpite non resta che inviare all’Ufficio del Garante notificazione delle intrusioni, secondo quanto previsto dal Regolamento generale sulla protezione dei dati (Gdpr), pienamente effettivo da maggio. 

 Licenza Creative Commons

Da - https://www.lastampa.it/2018/11/03/tecnologia/anonymous-attacca-regioni-e-comuni-il-garante-i-confini-digitali-del-paese-sono-fragili-servono-investimenti-O326Zwm0WPP5ucFaRxVJIK/pagina.html
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« Risposta #2 inserito:: Novembre 04, 2018, 07:00:14 pm »


Nel secondo giorno di attacchi, Anonymous prende di mira lavoro e sindacati
L’azione del collettivo, sebbene illegale, rivela che in molti casi le informazioni degli utenti non sono adeguatamente protette. Gallus: «Potrebbero dover informare il Garante»
Pubblicato il 30/10/2018 - Ultima modifica il 30/10/2018 alle ore 23:49

Raffaele Angius

È uno stillicidio l’operazione #5novembre messa a segno dagli hacker di Anonymous. Alle ore 13 di oggi il collettivo anarchico ha pubblicato una lista di undici servizi informatici relativi al settore del lavoro e dei sindacati, dai quali sono stati sottratti, in alcuni casi, dati degli utenti e credenziali di accesso. Tra questi anche la Cgil Funzione Pubblica di Cagliari, Confindustria Energia e l’Unione Industriale di Torino, della quale hanno anche modificato una pagina inserendo il loro logo.

La metodologia è la stessa usata ieri, quando i banditi digitali hanno divulgato email, password e in alcuni casi indirizzi degli utenti registrati sui siti di tredici diversi istituti universitari. Tra questi il Dipartimento di Fisica e Geologia dell’Università di Perugia e quello di ingegneria informatica dell’Università di Roma. E se l’operazione in corso da parte degli hacker è a tutti gli effetti contro la legge, è così che apprendiamo che alcuni dei servizi attaccati conservavano i dati degli utenti in modo poco sicuro. Nelle banche dati divulgate emergono infatti quantità di credenziali in chiaro, ovvero non oscurate tramite tecniche di crittografia. Dal momento che molti utenti utilizzano la stessa password per più servizi, questo comporta che chiunque si impadronisca di quelle informazioni possa decidere di non divulgarle e di utilizzarle per tentare di accedere ad altri account degli stessi utenti. Vanificando tra l’altro lo sforzo di quanti cercano di usare password complesse per le proprie identità digitali.

«L’accesso abusivo a un sistema informatico e la diffusione delle informazioni ottenute potrebbero comportare un rilievo penale - osserva Giovanni Battista Gallus, membro del Circolo dei giuristi informatici e da anni impegnato in questioni relative a tecnologia e privacy -. Ma è importante notare che i bersagli potrebbero essere obbligati a inviare una notificazione al Garante della privacy o addirittura agli stessi utenti, quando vi sia un rischio elevato per i diritti e le libertà fondamentali, per esempio nel caso in cui le informazioni sottratte riguardano categorie particolari di dati». 

Operazione #5novembre 
Annunciata il 28 ottobre con un video su YouTube, l’operazione vede la collaborazione di tre squadre: Anonymous Italia, LulzSec Ita e Antisec. A febbraio di quest’anno LulzSec Ita si era resa responsabile anche di una serie di attacchi ai sistemi della galassia leghista, della quale avevano pubblicato circa 70 mila email. Gli hacker hanno promesso che pubblicheranno ogni giorno una nuova lista di bersagli fino al 5 novembre, giorno in cui ricorre l’anniversario della tentata strage ordita dall’anarchico Guy Fawkes ai danni del parlamento inglese. 

Leggi anche - Anonymous all’attacco: “Inizia la settimana nera della sicurezza informatica” (Angius) 

Licenza Creative Commons

Da - https://www.lastampa.it/2018/10/30/tecnologia/nel-secondo-giorno-di-attacchi-gli-hacker-di-anonymous-prendono-di-mira-lavoro-e-sindacati-8GmUd6r7mZajxr4s6c737K/pagina.html
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« Risposta #3 inserito:: Novembre 06, 2018, 08:45:36 pm »

Anonymous pubblica i dati di Fratelli d’Italia e del Cnr
A una settimana dall'inizio dell’operazione “Settimana nera”, gli hacker diffondono ancora informazioni sensibili.
Il Garante: “I dati sono la proiezione informatica della nostra vita reale e ogni violazione può avere conseguenze concrete”
Pubblicato il 05/11/2018 - Ultima modifica il 05/11/2018 alle ore 20:08

RAFFAELE ANGIUS

Nell’ultimo atto della campagna di Anonymous contro istituzioni e Pubbliche amministrazioni, il collettivo di hacker colpisce anche Lega, Pd e il sito di Fratelli d’Italia, in questo momento inaccessibile. Tra i dati divulgati, a cinque giorni dall’inizio dell’Operazione 5 Novembre, identità, password e indirizzi mail di funzionari e dipendenti del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) e informazioni sottratte all’Associazione Nazionale della Polizia di Stato. Colpiti anche gli archivi della sede di Equitalia del Parco Scientifico e Tecnologico di Napoli e i sistemi dell’Archivio di Stato di Palermo.

«Con tutti i problemi che ha l’Italia, i figli di papà pseudo-rivoluzionari di #Anonymous hackerano il sito di Fratelli d’Italia. Questi sarebbero gli anti-sistema?», si chiede Giorgia Meloni su Twitter. Tenore comprensibile dal momento che il sito è ancora inaccessibile e che per ore (dalle 13,30 fino alle 17 circa) ha reindirizzato gli utenti proprio alla pagina di Anonymous. Nel quale sono state pubblicate anche informazioni sensibili come la lista dei tesserati e il contenuto dei messaggi inviati al partito da tanti pensionati. Non l’unico attacco politico comunque: gli hacker sono riusciti ad accedere anche al sito della sezione senese del Partito Democratico, dal quale hanno ottenuto solo alcuni indirizzi email, e della Lega Nord Trentino, con indirizzi di residenza e nomi di circa venti tesserati.

Tra i dati diffusi, anche delle tabelle sottratte alla sezione di Equitalia del Technapoli, parco scientifico tecnologico dell’area metropolitana di Napoli e Caserta. Al loro interno dati societari, codici fiscali e importi di più di mille società campane. 

L’operazione 
Ribattezzata da loro stessi come «la settimana nera della sicurezza informatica», l’operazione condotta dal collettivo di hacker potrebbe essere meglio inquadrata come la tragica dimostrazione che in Italia la sicurezza dei dati è facilmente sottovalutata. A differenza dei membri di Anonymous, storica rete di hacktivisti (dalla contrazione delle parole hacker e attivista) responsabile dai primi anni Duemila della pubblicazione di migliaia di documenti riservati, i banditi digitali italiani operativi in questi giorni hanno piuttosto evidenziato l’inadeguatezza di sistemi che contengono informazioni personali e che sono sensibili a vulnerabilità riparabili con gli aggiornamenti che periodicamente vengono rilasciati dalle aziende informatiche. 

Ma il problema non riguarda solo la privacy, come ricorda il Garante Antonello Soro: «I dati sono la proiezione informatica della nostra vita reale e ogni violazione può avere conseguenze concrete: da una fastidiosa esposizione non desiderata della nostra persona fino alla salute se, per esempio, i dati manipolati sono quelli di una cartella sanitaria». E il rischio è concreto, dal momento che in questa stessa campagna di attacchi, gli hacker hanno dimostrato di poter accedere ai sistemi di numerose aziende ospedaliere. «Immaginiamo cosa succederebbe se un medico che sta operando si ritrovasse inconsapevolmente a prendere delle decisioni sulla base di una cartella clinica alterata», aggiunge il Garante. 

Da - https://www.lastampa.it/2018/11/05/tecnologia/anonymous-pubblicati-i-dati-di-fratelli-ditalia-e-del-cnr-Mgui28Zv27zdgEXtv6365I/pagina.html
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