Sviluppo sostenibile, per l’ASviS l’Italia sta arretrando: "In crescita povertà e disuguaglianze"
Gli indicatori aggiornati dell'Alleanza per lo Sviluppo Sostenibile, che guardano all’Agenda 2030 dell’Onu, arrivano a conclusioni opposte rispetto a quelle del ministero dell’Economia
Di ROSARIA AMATO
21 Febbraio 2018
ROMA - Aumenta il numero dei poveri, e aumenta la distanza tra redditi alti e redditi bassi, peggiora la qualità del lavoro, crescono i rapporti "a bassa intensità": gli indicatori elaborati dall'ASviS, l'Alleanza per lo sviluppo sostenibile, descrivono lo stesso Paese che ieri il ministero dell'Economia ha definito in grande miglioramento. I parametri, certo, sono diversi: il rapporto del Mef viene elaborato sulla base di indicatori ricavati dal Bes, il rapporto per il benessere equo e sostenibile pubblicato dall'Istat, mentre l'ASviS tiene conto dell'Agenda 2030 dell'Onu. L'obiettivo però, in entrambi i casi, rimane quello di misurare il benessere degli italiani, al di là dei parametri ufficiali di misurazione della crescita. Al di là del Pil, dunque, ma al di là del Pil, dimostrano i rapporti pubblicati negli ultimi due giorni, non necessariamente si arriva alle medesime conclusioni.
In particolare dai dati ASviS emerge un netto peggioramento del nostro Paese nel 2016, confrontandosi con il 2010, rispetto al primo obiettivo dell'Agenda 2030, e cioè la povertà (crescono sia quella assoluta che quella relativa), con un piccolo miglioramento solo rispetto alla percentuale di persone che vivono in abitazioni che presentano problemi e alle famiglie che non possono permettersi di riscaldare adeguatamente l'abitazione. Male anche l'indicatore che misura la disponibilità dell'acqua e delle strutture sanitarie. Quanto al lavoro, c'è un piccolo recupero, ma la crisi ha fatto aumentare come non mai la "mancata partecipazione", e i livelli precrisi sono lontanissimi (un dato che in effetti emerge anche dal rapporto inviato dal Mef alle Camere: è vero che in prospettiva c'è un miglioramento, ma i livelli del 2004 sono irraggiungibili al momento).
La disuguaglianza cresce, dal 2009 l'indicatore segna un forte peggioramento. E' vero che aumenta il reddito disponibile, come attesta il rapporto del Mef, ma cresce anche la percentuale di persone che vivono in famiglie con un reddito disponibile inferiore al 60% del reddito mediano. L'indicatore che misura la vivibilità degli insediamenti urbani risente di tutti i problemi legati allo smaltimento dei rifiuti, e anche quello che misura la qualità dell'ambiente peggiora.
Migliorano invece l'indicatore della salute e del benessere e anche quello che misura l'istruzione di qualità, crescono i laureati tra i 30 e i 34 anni e diminuiscono le uscite precoci dal sistema scolastico. Passi in avanti anche sull'uguaglianza di genere e sull'industrializzazione equa e responsabile, migliorano gli stili dei consumi mentre le emissioni di gas serra si sono temporaneamente ridotte solo per la crisi, ma sono già tornate a crescere.
Gli altri indicatori sono piuttosto statici.
In generale, sottolinea il portavoce dell'ASviS Enrico Giovannini, "Malgrado i passi in avanti compiuti in alcuni campi, l'Italia resta in una situazione di non sostenibilità economica, sociale e ambientale. Se i partiti non metteranno lo sviluppo sostenibile al centro della legislatura, le condizioni dell'Italia saranno destinate a peggiorare anche in confronto ad altri Paesi".
© Riproduzione riservata21 Febbraio 2018
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