GUERRA, Antonio, detto Tonino
Di Giuseppe Leonelli - Enciclopedia Italiana - V Appendice (1992)
GUERRA, Antonio, detto Tonino
Narratore, poeta e sceneggiatore cinematografico, nato a Sant'Arcangelo di Romagna (Forlì) il 16 marzo 1920. Deportato in Germania durante la seconda guerra mondiale e internato nel campo di concentramento di Troisdorf, scrisse le prime poesie nel dialetto della sua terra. Tornato in Italia, si è laureato in pedagogia all'università di Urbino, e ha insegnato a Savignano sul Rubicone per oltre dieci anni.
Trasferitosi a Roma alla fine degli anni Cinquanta, ha svolto un'intensa e proficua attività di sceneggiatore cinematografico, imponendosi in breve come una delle presenze più originali e interessanti del cinema italiano degli anni 1960-80.
Tra le moltissime sceneggiature si dovranno citare almeno quelle di film d'alto prestigio, quali L'avventura, La notte, Deserto rosso, Blow up, Zabriskie Point, di M. Antonioni; Amarcord di F. Fellini; Uomini contro, Lucky Luciano, Cristo si è fermato a Eboli, di F. Rosi; I giorni contati di E. Petri; Matrimonio all'italiana di V. De Sica.
Come poeta dialettale si è imposto con la raccolta I scarabócc (1946, "Gli scarabocchi"), uscita con prefazione di C. Bo, cui seguirono La s-ciuptèda (1950, "La schioppettata"), Lunario (1954) e I bu (1972, "I buoi", con prefazione di G. Contini), che raccoglie le poesie dei libri precedenti con l'aggiunta di una nuova sezione, Eultum vers ("Ultimi versi").
In queste opere G. − che fu subito notato e incluso da P. P. Pasolini e M. Dell'Arco nell'antologia Poesia dialettale del Novecento- dà voce a un mondo di miseria e di emarginazione, assillato dai bisogni elementari: un'umile Italia romagnola che sembrò intonata alle coordinate letterarie del neorealismo. In seguito, la critica si rivolse piuttosto alla sostanza idillica, magica e favolosa di quel mondo posto sì ai margini della storia, ma anche via di rifugio e recupero, nel dialetto, delle parole dell'infanzia; un mondo tutelato, come buona parte della poesia dialettale novecentesca (tra cui, soprattutto, quella del coetaneo Pasolini) dal grande archetipo romagnolo e nazionale di Pascoli.
Questo carattere mitologico-regressivo, che rende incantato, scintillante della ''meraviglia'' del fanciullino pascoliano ogni frammento, anche il più misero e appartato della quotidianità, tende a esaltarsi con il tempo e investe anche la produzione narrativa in lingua di G., aperta da due romanzi sostanzialmente neorealisti, La storia di Fortunato (1952) e Dopo i leoni (1956), e proseguita su un piano decisamente più originale, con suggestive implicazioni culturali e tematiche di timbro espressionistico, con L'equilibrio (1967), L'uomo parallelo (1969), I cento uccelli (1974, presentato da I. Calvino), fino ai più recenti, e meno felici, Il polverone (1978), I guardatori della luna (1981), L'aquilone. Una favola del nostro tempo (1982, in collaborazione con M. Antonioni), La pioggia tiepida (1984) e i racconti di Cenere (1990).
Nel 1981 G. pubblica Il miele, che segna il ritorno alla poesia dialettale, improntata ora a una percettibile attenuazione del vernacolo: riduzione programmatica che intende rispecchiare la nuova condizione del dialetto, sempre più ''italianizzato'' anche nella realtà quotidiana; e si tratta inoltre di una lirica narrativamente più distesa di quanto non fosse precedentemente, come confermano i successivi poemetti La capanna (1985), Il viaggio (1986), L'orto di Eliseo (1989) e Il profilo del conte (1990), quasi tutti imperniati, come anche le prose dialettali di Il libro delle chiese abbandonate (1988), sui temi esistenziali del viaggio e della morte.
Bibl.: P. P. Pasolini, Introduzione a P. P. Pasolini-M. Dell'Arco, Poesia dialettale del Novecento, Milano 1952, poi in Passione e ideologia, ivi 1960; G. Contini, Letteratura dell'Italia unita 1861-1968, Firenze 1968; C. Garboli, La stanza separata, Milano 1969; AA.VV., Lingua, dialetto e poesia. Atti del seminario popolare su Tonino Guerra e la poesia dialettale del Novecento (Santarcangelo, 16-17 giugno 1973), Ravenna 1976; R. Bertacchini, Antonio Guerra, in Letteratura italiana, I contemporanei, v, Milano 1974; G. Amoroso, Tonino Guerra, in Letteratura italiana contemporanea, a cura di G. Mariani e M. Petrucciani, i, Roma 1979; Poeti dialettali del Novecento, a cura di F. Brevini, Torino 1987; F. Brevini, Le lingue perdute. Dialetti e poesia del nostro secolo, ivi 1990; Poesia dialettale dal Rinascimento ad oggi, a cura di G. Spagnoletti e C. Vivaldi, i, Milano 1991.
Da -
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