Gentiloni: "Spero che elettori non giochino a Rischiatutto con forze che non sanno governare".
Canone Rai: "Non sono per abolizione, ma per far pagare di meno alcune famiglie e fasce più disagiate".
E sul caso Regeni assicura: "Continueremo a cercare la verità"
Di PIERA MATTEUCCI
07 gennaio 2018
ROMA -"Non sono attrezzato, l'impegno che ho preso finisce con le elezioni. È giusto dare all'appuntamento con le urne la giusta importanza: il risultato determinerà chi governerà questo Paese". Il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, che ha inaugurato la prima puntata del 2018 di Che tempo che fa, non ha il minimo dubbio: il suo ruolo termina con le elezioni, replicando a Fazio che sottolineava come più che presidente uscente Gentiloni sembra essere sentito come colui che gestirà una lunghissima transizione.
"Per rispetto agli elettori dobbiamo dire che il 4 marzo c'è una sfida molto importante nella quale si confrontano tre blocchi. Sarà molto importante quello che gli elettori decideranno. Credo che il Centrosinistra può essere una coalizione di governo, spero che si chiudano accordi con la Bonino, con la Lorenzin, e credo che il Pd possa essere il primo partito. Chi farà poi il presidente del Consiglio, lo deciderà il presidente della Repubblica. Il Pd ha una squadra di governo forte, nessun altro è minimamente comparabile" al partito democratico.
Ma, fa notare Fazio, al di là delle alleanze, occorre un risultato importante per governare da soli. È davvero impossibile un'alleanza con Berlusconi?
"Bisogna dire agli elettori che hanno una scelta nelle loro mani. Se diciamo che sceglierà qualcuno per loro, non è un buon servizio. Mi auguro che l'Italia non se la giochi al Rischiatutto. Penso che il Centrosinistra abbia dimostrato, nonostante le difficoltà, di avere le capacità per governare. Ci sono tre opzioni sul tavolo, ognuno può scegliere, ciascuna di queste forse può avere i numeri per governare - ha spiegato il premier -, mi auguro l'Italia non punti su forze che non sono in grado di assicurare la governabilità".
Tra le tante cose fatte, il premier si dice orgoglioso di una cosa: "Sono relativamente orgoglioso di aver contribuito a un rasserenamento del clima politico. A Roma mi chiamano "Er moviola": sono orgoglioso del fatto che la campagna elettorale che sta iniziando è seria. Spero - ha aggiunto - in una campagna in cui la gente decide quale blocco sia più in grado di governare. Se si rimane su questo terreno il centrosinistra se la può giocare".
RAI
In merito alla proposta del Pd di abolire il canone Rai, il presidente del Consiglio dice: "Se riusciamo a far pagare di meno i cittadini per il servizio pubblico può essere anche una cosa positiva. Mi pare sia stata questa la proposta fatta alla fine dal segretario del Pd. Io ad esempio concentrerei il pagare di meno su alcune famiglie e fasce più disagiate: ci sono 150-200mila i nuclei esentati, si potrebbe allargare. Sarebbe utile e molto importante". "Non sarà la Bbc, ma dopo la Bbc la Rai è la tv pubblica più importante del mondo - ha concluso - e vorrei lo si capisse anche fuori dall'Italia". Nei giorni scorsi la questione del canone Rai ha creato non poche polemiche: dopo le indiscrezioni riportate da Repubblica, secondo cui il segretario Pd, Matteo Renzi, nella prossima direzione del partito ha intenzione di proporre l'abolizione del canone Rai, Calenda ha reagito su Twitter: "Spero che l'idea di abolire il canone Rai sostituendolo con un finanziamento dello Stato non sia la proposta del Pd per la campagna elettorale". Parole che non avevano impiegato molto a provocare la replica del presidente del Pd, Matteo Orfini, che sempre sui social aveva detto: "Per la cronaca, la fiscalizzazione del canone Rai è una nostra proposta storica". Insomma, un argomento spinoso, intorno alla quale il clima si fa sempre più caldo.
• IUS SOLI
Non è mancata la domanda sullo Ius soli, legge che ha rappresentato un grande impegno del Pd e di questo governo, ma che non è riuscita a vedere la luce: "Io faccio il parlamentare da oltre 15 anni e da allora si discuteva di due questioni: unioni civili e biotestamento. Il fatto che siamo riusciti a fare queste due leggi è una medaglia per i nostri governi. Non siamo riusciti a fare lo ius soli per una banalità: non avevamo numeri in Senato", ha detto con rammarico. "Certo che è il tempo - ha chiarito il presidente del Consiglio - il che non toglie che non sia una questione controversa, perché una parte dell’opinione pubblica considera lo ius soli parente degli sbarchi e non parente dei bambini che frequentano scuole e palestre dei loro figli. Se la considera in questo modo, però, c'è spazio".
• IMMIGRAZIONE
Tra i tanti problemi che il governo Gentiloni si è trovato a gestire c'è, sicuramente, quello dell'immigrazione: "Abbiamo dimostrato - ha detto il premier -, che si può passare da un modello criminale ad uno legale. Perché deve essere chiaro che noi l'immigrazione non la chiuderemo nei prossimi anni. A proposito di festival delle illusioni, che facciamo? Costruiamo un muro di 8mila chilometri intorno all'Italia? A parte che non si può fare, sarebbe anche sbagliato. Occorre trasformare un business criminale in uno gestito bene perché l'immigrazione fa bene alla nostra economia".
• LAVORO
"Sono venuto un anno fa e ho parlato tra l'altro di accompagnare la crescita economica: i protagonisti della crescita sono le imprese, i lavoratori, le famiglie. Stiamo facendo un lavoro sui giovani e soprattutto su quelli del Mezzogiorno. Ora investire nel Mezzogiorno d'Italia è conveniente, non lo è mai stato così tanto. Abbiamo bisogno di investimenti produttivi nel Mezzogiorno", ha detto il capo di Palazzo Chigi, parlando del problema della disoccupazione.
• CASO REGENI
Il presidente del Consiglio dice che non potrà mai dimenticare la telefonata che annunciava la morte di Giulio Regeni e ribadisce l'impegno per raggiungere la verità: "Noi continueremo a cercare la verità nei confronti del governo egiziano e nei confronti di alcuni governi europei che non sono stati del tutto trasparenti, ma la ferita per quanto avvenuto non si cancella".
• TRUMP
La situazione internazionale
è spesso, fa notare Fazio, gestita da personaggi come Trump e il dittatore nord coreano: "Io non ce l'ho, il che è rassicurante - ha detto scherzando sulla battuta del pulsante -. Ma - ha chiarito - non confondo il presidente Usa con il dittatore Nord Coreano".
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