Una nuova cultura dell'energia per dare la scossa a Firenze
La seconda tappa del tour di Energia d'Impresa con il sindaco della città Dario Nardella, imprenditori e manager: tecnologia ed efficienza per la crescita delle imprese sul territorio
Maurizio Bologni
L'espressione chiave è "svolta culturale". Perché la tecnologia per garantire risparmi alle Pmi italiane attraverso l'efficientamento energetico c'è già, esiste un apparato pronto a fare consulenza e ora pure uno studio scientifico certifica i vantaggi dell'operazione. L'ultimo miglio da compiere è allora quello della presa di coscienza da parte delle imprese che "si può fare", questione di consapevolezza e svolta culturale appunto. Tutto ciò è quanto emerso dalla seconda tappa, a Firenze, del tour di "Energia d'impresa", che si è svolta con il convegno "Esperienze concrete e soluzioni efficienti per la crescita delle imprese italiane" presso il Museo Novecento in Piazza Santa Maria Novella, organizzato da La Repubblica- Affari e Finanza.
Il dibattito - sollecitato dai giornalisti della testata e al quale hanno partecipato Adamo Ascari (Conad del Tirreno), Gianfilippo Mancini (Sorgenia), Dario Nardella (sindaco di Firenze), Giuseppe Ponzi (Piccola industria di Confindustria Toscana) e Stefano Ricci (Stefano Ricci) - ha ruotato intorno alla ricerca dell'Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano, presentata da Vittorio Chiesa, sulle straordinarie potenzialità di risparmio energetico che la piccola e media impresa italiana - e nel caso specifico toscana - potrebbe trarre da pacchetti di misure di efficientamento energetico che appaiono alla portata di molte aziende. Come business case la ricerca sulla Toscana ha preso quello di un'ipotetica conceria, un tipo d'industria sviluppata nella valle dell'Arno, che alimenta la filiera della pelle e il business delle maison del lusso. Ebbene - nello studio del Polimi - questa ipotetica conceria ogni anno lavora 350.000 metri quadrati di materiale, ha un consumo elettrico di 160 MWh e un consumo termico di 770 MWh, con un bolletta energetica totale di 66.000 euro. I ricercatori hanno ipotizzato di intervenire con soluzioni di efficienza energetica che riguardano illuminazione, caldaie a condensazione, pompe di calore, solare termico, cogenerazione, congegni di accumulo della produzione fotovoltaica, sistemi ad aria compressa, per arrivare al risultato di ridurre i costi energetici da un minimo di 13.000 euro ad un massimo di 26.500 euro, incrementando così la marginalità dell'azienda (ebitda) del 6-13%. Ma il lavoro del Politecnico giunge a conclusioni più generali, che possano cioè valere per l'intero tessuto economico regionale, analizzando vizi, virtù e correttivi energetici di cinque settori di alti consumi e particolare interesse per la Toscana: il tessile, la concia del cuoio e la lavorazione delle pelli, la fabbricazione di calzature, la fabbricazione di gioielli e bigiotteria e gli esercizi commerciali.
Ebbene - calcola la ricerca del dell'Energy & Strategy Group del Polimi - ogni anno le imprese toscane spendono in energia quasi due miliardi di euro, di cui poco più di un miliardo in energia elettrica (8,0 TWh) e 860 milioni in energia termica (17,2 TWh). E, complessivamente, le aziende toscane, insieme al comparto del terziario (pubblico e privato), sono responsabili di circa il 6% dei consumi energetici nazionali. Secondo lo studio del Polimi, il potenziale "teorico" di risparmio energetico al 2020, associato all'adozione delle tecnologie per l'efficienza energetica nell'industria della Toscana, è di 209 milioni di euro (1,61 TWh) per l'elettrico e di 228 milioni di euro (4,56 TWh) per il termico, insomma più di 400 milioni totali e di un quinto della spesa complessiva che devono sopportare oggi le aziende della regione. E questo a fronte di un potenziale "atteso" di risparmio che è di 95 milioni di euro (0,72 TWh) per l'elettrico e di 51 milioni di euro (1,01 TWh) per l'elettrico, ovvero meno di un terzo dei tagli di bolletta a cui invece si può aspirare.
"Il potenziale dell'efficienza in Toscana ad oggi inespresso nei comparti dell'industria e del terziario - conclude dunque la ricerca presentata a Firenze - comporterebbe una riduzione dei costi energetici pari a 241 milioni di euro all'anno, cioè 1.446 milioni di euro cumulati tra 2015 e 2020. Grazie agli interventi di efficienza energetica nei comparti dell'industria e nel terziario della Toscana si otterrebbe un risparmio complessivo di 1.040 GWh elettrici e 1.640 GWh termici all'anno. Questa energia risparmiata potrebbe essere impiegata per soddisfare per circa 40 anni i consumi di energia elettrica per l'illuminazione pubblica della città di Firenze - ha esemplificato a Chiesa a Firenze - e soddisfare per circa un anno e 3 mesi la totalità dei consumi annui di energia termica per utenze domestiche della città di Firenze. La pervasiva diffusione degli interventi nei comparti dell'industria e del terziario in Toscana - conclude il lavoro - necessiterebbe di un investimento medio annuo di circa 340 milioni di euro, che tuttavia si ripagherebbe in generale in meno di due anni".
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28 maggio 2015
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