Opinioni
Danilo Di Matteo
· 25 aprile 2017
I tanti paradossi del Partito socialista francese
Gli errori del recente passato spiegano le difficoltà di oggi
I socialisti d’Oltralpe hanno spesso offerto al dibattito pubblico europeo idee e pratiche sulle quali riflettere: dalla distinzione fra “economia di mercato” e “società di mercato” alla “gauche plurielle”.
Per non dire del congresso di Epinay (1971) e della vittoria di François Mitterrand, dieci anni dopo, che suscitò in molti di noi il desiderio di “fare come in Francia”. Eppure, come ricordato dalla filosofa Monique Canto-Sperber in un testo del 2004 di cui, con Nadia Urbinati, è la curatrice (Liberal-socialisti – Il futuro di una tradizione), su un altro evento occorrerebbe soffermarsi per comprendere i temi e i nodi irrisolti del Ps: il congresso di Nantes (1977), durante il quale Michel Rocard pose al centro il rapporto con la società civile, in nome di una “cultura di sinistra” che “diffida dei regolamenti e dell’amministrazione”.
Lo stesso Rocard che due anni dopo proponeva di concepire lo Stato “come un regolatore e non come un produttore”.
E che dire del contributo di un cristiano-sociale come Jacques Delors, divenuto un simbolo dell’ideale europeo e dell’Europa sociale?
Al fondo, però, troviamo la difficoltà della maggior parte del Ps a fare davvero i conti con i principi liberali. Un paradosso: per certi versi il socialismo liberale è nato proprio in Francia, eppure il filone prevalente del socialismo francese è parso a lungo tanto refrattario alle idee liberali. Negli ultimi anni, poi, le ha spesso adottate per necessità, senza una riflessione approfondita. Senza coglierne la portata, le valenze, le mille implicazioni; senza soffermarsi sulla propria identità, senza ripensarsi, navigando a vista.
Un esempio ulteriore di paradossi e contraddizioni: Laurent Fabius, il pragmatico, sembrava interpretare l’esigenza di rivedere radicalmente la tradizionale cultura dirigista del partito, finendo però poi per battersi contro l’ipotesi di Trattato costituzionale europeo.
Oscillazioni e tentennamenti che pesano, e una lezione per tutti. Il potere rappresenta per i soggetti politici una dimensione decisiva; concepire i partiti come semplici macchine per il potere, tuttavia, porta a smarrirne il ruolo e la credibilità.
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