Perché l’America Latina dovrebbe essere una delle priorità dell’Ue nel 2017
Pubblicato il 09/01/2017
Ultima modifica il 09/01/2017 alle ore 13:02
Luis de Grandes*, Antonio Tajani **
Camminando tra le strade di Buenos Aires ci si sente come in una qualsiasi capitale europea. Dopo la prima guerra mondiale, più di un milione di italiani hanno iniziato a vivere in Argentina. Non c´è da stupirsi che alcuni sostengono che qui la pasta é buona come in Italia!
Un numero più o meno uguale di persone é emigrato nello stesso periodo verso gli USA. Micaela e Lucas sono tra i nomi più popolari in Argentina e questo rispecchia i 4 milioni di cittadini di lingua tedesca nel Paese. É anche presente una comunità polacca molto forte, la quarta più grande dopo gli italiani, spagnoli e tedeschi. Non é la globalizzazione che ha portato ristoranti belgi a Buenos Aires, le migliori focacce inglesi con il té o che ti dà l´opportunità di prendere parte ad una festa svizzera a base di fonduta di formaggio. Forti comunità europee hanno iniziato a stabilirsi quì alla fine del diciannovesimo secolo.
Per quale motivo l´ Unione europea non ha fatto abbastanza per dare all´America Latina l´attenzione che merita? Perché ora é il miglior momento per farlo?
Il continente sta vivendo un momento chiave nella sua storia politica. I governi populisti di sinistra che hanno governato nell´ultimo decennio con livelli di democrazia discutibili e caratterizzati da politiche economiche insostenibili, sono ora contestati. I risultati delle elezioni parlamentari in Venezuela, la vittoria di Mauricio Macri in Argentina e di Pedro Pablo Kuczinsky in Perù, mostrano che il populismo può essere sconfitto. Mostrano che la gente in America Latina vuole un governo democratico e affidabile e una crescita economica sostenibile.
Questi cambiamenti spianano la strada all’Unione europea per rafforzare le sue relazioni con l’America Latina per un partenariato alla pari. Questo non solo implicherebbe una cooperazione politica più intensa ma sfrutterebbe anche l´ enorme potenziale economico dell´ integrazione regionale portando un vantaggio reciproco. L’Unione europea è ora il principale investitore straniero in America latina e nei Caraibi, pari a un terzo dell’investimento complessivo. Molto di più degli investimenti che l’UE ha in Russia, India e Cina insieme.
Abbiamo già diversi casi di successo che non solo hanno contribuito positivamente alla crescita di entrambe le sponde dell’Atlantico, ma hanno anche rafforzato la cooperazione regionale nella zona. L’UE ha accordi di libero scambio bilaterali con tutti i paesi che sono membri dell’alleanza economica di maggior successo nella regione - l´Alleanza Pacifica - formata da Cile, Colombia, Messico e Perù. Il mese scorso, l’Ecuador è stato l’ultimo paese a firmare un accordo di questo tipo con l’UE.
La maggior parte dei partenariati commerciali e di investimento dell’UE arrivano con un accordo di associazione. É stato dimostrato che gli accordi contribuiscono a migliorare la crescita economica, la creazione di posti di lavoro, lo sviluppo sociale e la cooperazione, con la conseguente creazione di un quadro giuridico stabile che garantisce il massimo livello di protezione dei consumatori e di tutela dell´ambiente.
Nonostante questi successi, c’è ancora qualche margine di miglioramento. Una parte di lavoro incompiuto è il completamento di un accordo di associazione globale con il Mercato Comune del Sud, i cosiddetti paesi del Mercosur. Condividiamo simili valori democratici, preoccupazioni e interessi. Così naturalmente, un accordo di questo tipo andrà al di là di un accordo di libero scambio, includendo dialogo politico e cooperazione. Il potenziale economico del contratto è evidente. La creazione di un mercato di circa 750 milioni di consumatori con un PIL vicino ad un quarto dell´intero PIL mondiale, creerà enormi benefici e ancora maggiori opportunità. La nostra cooperazione può essere rafforzata per quanto riguarda le piccole-medie imprese (PMI), i servizi, la sicurezza, la lotta contro la povertà e la disuguaglianza sociale, il cambiamento climatico e l’innovazione.
Siamo consapevoli delle sensibilità che esistono da entrambe le parti, ma riteniamo che sia giunto il momento di proseguire verso la conclusione dell’accordo. In alcune zone potrebbero essere richiesti meccanismi per compensare gli effetti del libero scambio. Questo comporterà ancora importanti concessioni reciproche e soprattutto la volontà politica di superare il protezionismo da entrambe le parti.
L’Europa non può permettersi di chiudersi di fronte alla globalizzazione, ma al contrario dovrebbe plasmarla. Inoltre, dato l’indebolimento delle nostre economie, dobbiamo elaborare nuove idee per aprirci a nuove opportunità. Nel 2030, il 60% del PIL mondiale sarà generato nei Paesi emergenti e in via di sviluppo. Nonostante ciò, solo il 13% delle nostre piccole e medie imprese stanno facendo affari oltre i confini dell’UE. Parlando con una sola voce, diventa quindi essenziale salvaguardare gli interessi della nostra industria. Ecco perché oltre a una forte diplomazia in politica estera, l’UE ha bisogno di una diplomazia economica. Il recente ampliamento del Canale di Panama, realizzato da un consorzio di aziende europee (italiane, spagnole e belghe) ne è un buon esempio.
Il mese scorso, il presidente cinese Xi Jinping ha fatto la sua terza visita in America Latina da quando è arrivato al potere tre anni fa. Ha visitato l’Ecuador, il Perù e il Cile per firmare accordi di cooperazione culturale ed economica in settori come quello dell’energia, minerario o delle infrastrutture. Ha anche inaugurato la centrale idroelettrica “Coca Codo Sinclair” in Ecuador, finanziata con denaro cinese, affiancato dal presidente Correa.
Ci sarebbe dovuto essere un Presidente europeo lì e non il Presidente cinese!
Non possiamo lasciare l’America Latina e i Caraibi ai cinesi e ai nord americani. Dobbiamo essere presenti nella regione. Dobbiamo sfruttare le opportunità offerte dai cambiamenti della parte nord del continente! I paesi dell´ UE, dell’America Latina e dei Caraibi sono alleati naturali legati da forti legami storici, culturali ed economici e collaborano strettamente a livello internazionale. È giunto il momento di rafforzare questo rapporto e di intensificare le nostre relazioni politiche, commerciali e di cooperazione.
Come dice un proverbio uruguaiano: meglio sposare un vicino piuttosto che un estraneo! Intendiamo dire che è meglio lavorare con coloro i quali condividiamo cultura, lingua, religione, valori e aspirazioni comuni. La nostra cultura, storia comune e il nostro forte impegno per l’integrazione regionale, contribuisce a fare dell’UE e del Mercosur due partners naturali. Il 2017 offre quindi nuove opportunità per pensare in grande su ciò che vogliamo realmente nel lungo periodo.
*Presidente Delegazione per le relazioni con i Paesi della Comunità andina
**Primo Vice Presidente del Parlamento europeo
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Da -
http://www.lastampa.it/2017/01/09/cultura/opinioni/editoriali/perch-lamerica-latina-dovrebbe-essere-una-delle-priorit-dellue-nel-yDBgYsa4cHaEMgmtBgCzUI/pagina.html