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Autore Discussione: PIERA MATTEUCCI. Cinque cose da fare, la lista di Moore per frenare Trump  (Letto 1906 volte)
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« inserito:: Novembre 11, 2016, 06:02:48 pm »

Cinque cose da fare, la lista di Moore per frenare Trump
Su Facebook il regista enumera le iniziative da mettere in pratica subito per limitare i danni: basta vittimismi e sconcerto.
Bisogna restituire il Partito democratico alle persone e tornare a combattere


Di PIERA MATTEUCCI
10 novembre 2016

CINQUE COSE da fare. Non nei prossimi mesi, ma entro mezzogiorno. Michael Moore, il giorno dopo la vittoria di Donald Trump alle presidenziali Usa, fa una lista sulla sua pagina Facebook, iniziando dalla riorganizzazione del Partito democratico per proseguire con azioni contro quelli che avevano sbagliato totalmente le previsioni per le elezioni del presidente americano.

Il regista, che già nei mesi scorsi aveva elencato i motivi per i quali il candidato repubblicano avrebbe vinto, anche non essendo degno di sedere nello Studio ovale ("questo miserabile, ignorante, pericoloso pagliaccio part-time e sociopatico a tempo pieno, sarà il nostro prossimo presidente", aveva scritto prima dell'estate), e che ad ottobre aveva lanciato un ultimo appello agli elettori con Michael Moore in Trumpland, ora invita i democratici a smetterla di dirsi sconvolti e annientati dall'esito delle urne e a iniziare a combattere per limitare i danni che Trump può fare. Infine ricorda che la maggior parte degli americani ha scelto Hillary: la mancata elezione è legata al sistema elettorale che non rispecchia la volontà popolare.

Cinque cose da fare, la lista di Moore per frenare Trump
Punto uno: Partito democratico al popolo. C’è bisogno di un cambiamento dopo il pesantissimo fallimento ed è necessario restituire il Partito Democratico al popolo

Punto due: annientare chi ha fatto previsioni sbagliate. Moore se la prende con i 'profeti', giornalisti ed esperti di sondaggi che nei mesi scorsi, fino alla chiusura delle urne, hanno dato per vittoriosa Clinton e che anche nei prossimi tempi inventeranno storie, invitando all'unità.

Punto tre: resti solo chi vuole combattere. C'è posto, per Moore, in questo momento, solo per chi non ha intenzione di abbassare la testa: è un invito ai membri democratici del Congresso ad opporsi contro il 'pericolo' del nuovo presidente.

Punto quattro: riprendersi dallo shock. Non serve più dirsi sconvolti per il verdetto. Se le urne hanno dato questo risultato è perché c'è stata poca attenzione a quella parte di popolazione disperata che ha dato sfogo alla rabbia. La vittoria di Trump, sostiene Moore, è colpa anche dei media che lop hanno creato come personaggio.

Punto cinque: "Hillary ha vinto il voto popolare". Un invito a tutti a ricordare che la candidata democratica "ha vinto il voto popolare". Il risultato del voto è legato a un sistema elettorale che non rispecchia la volontà dei cittadini. La maggior parte di loro avrebbe voluto Clinton alla Casa Bianca e crede in posizioni 'liberali'.

SPECIALE ELEZIONI
Le previsioni di giugno. "In vita mia non ho mai sperato così tanto di essere smentito", aveva scritto Moore a giugno, prevedendo i cinque motivi della vittoria di Donald Trump. Per il regista, per prima cosa, il candidato repubblicano avrebbe puntato a conquistare i voti di Michigan, Ohio, Pennsylvania e Wisconsin. E ci è riuscito.

Al secondo punto della lista, Moore collocava l'orgoglio dell''uomo bianco', che mai avrebbe potuto tollerare, dopo otto anni di presidenza da parte di un uomo di colore, che il potere finisse addirittura nelle mani di una donna.

Sul terzo gradino c'è, poi, la sfiducia per la candidata democratica, ritenuta dal 70% degli eletteori disonesta e inaffidabile, troppo legata alla vecchia politica.

Non era da sottovalutare, diceva Moore, ed è questo il quarto motivo, il peso dei sostenitori di Sanders che, seppure pronti a mettere la croce sul nome della candidata democratica, di certo non avrebbero cercato di convincere parenti, amici e conoscenti a seguire il loro esempio.

Infine, come ultimo movente, c'è la libertà che solo l'isolamento della cabina elettorale concede: nell'assenza totale di contatto reale o virtuale con il mondo esterno, ognuno può dare sfogo alla rabbia e alla voglia di ribellione. O semplicemente fare una scelta diversa da quella che tutti si aspettano da lui, semplicemente perché può.

© Riproduzione riservata
10 novembre 2016

Da - http://www.repubblica.it/speciali/esteri/presidenziali-usa2016/2016/11/10/news/cinque_cose_da_fare_la_lista_di_michael_moore_per_limitare_trump-151720100/?ref=HREC1-3
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