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Autore Discussione: ROSARIA AMATO. Equitalia, il Fatto-Male trova difensori interessati. - NOI NO!  (Letto 2131 volte)
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« inserito:: Novembre 03, 2016, 12:12:36 pm »

Decreto fiscale, Ruffini: "In 10 anni riscossi 70 miliardi"
Oggi le audizioni sul provvedimento collegato alla legge di Bilancio davanti alle commissioni Bilancio e Finanze della Camera dei Deputati.
L'amministratore delegato di Equitalia Ernesto Maria Ruffini contesta la selezione dei lavoratori per il passaggio alla nuova agenzia. Valuta però complessivamente la riforma.
No dei sindacati all'abolizione dell'aggio: "Così i costi della riscossione ricadono anche su chi paga regolarmente".
E no dei commercialisti a spesometro trimestrale

Di ROSARIA AMATO
02 novembre 2016

ROMA -  Una buona riforma, che "aiuterà l'intera filiera tributaria e fiscale a raggiungere unicità decisionale e una più efficace funzionalità organizzativa". L'amministratore delegato di Equitalia Ernesto Maria Ruffini, in audizione davanti alle commissioni Bilancio e Finanze della Camera, valuta positivamente il decreto fiscale, ma rivendica con forza l'operato di questi anni e contesta con altrettanta decisione la selezione per i dipendenti di Equitalia che, con lo scioglimento della società, passeranno alla futura Agenzia delle Entrate-Riscossione.  "Ho fatto per venti anni l'avvocato tributarista e sono stato molto spesso controparte di Equitalia. Non mi permetto di entrare nelle dinamiche politiche, né nel dibattito che da tempo vede la riscossione al centro di polemiche, anche aspre. Chiedo però che sia distinto il fine dallo strumento. I dipendenti vanno rispettati", dice Ruffini. Il no alle selezioni viene naturalmente ribadito anche dai sindacati, che in audizione esprimono "sconcerto" per la previsione di una "procedura di selezione" preliminare al passaggio al nuovo ente.

OPERATO POSITIVO. L'ad rivendica l'operato dell’Agenzia: “Nei suoi dieci anni di attività, il gruppo Equitalia ha riscosso complessivamente oltre 70 miliardi di euro destinati all'Agenzia delle Entrate, all'Inps e alle casse di migliaia di enti e di Comuni che si avvalgono dei nostri servizi di riscossione e con una diminuzione del costo per euro riscosso da 0,331 del 2005 a 0,12 del 2015".

ROTTAMAZIONE: EFFETTI NEL 2017. Con la rottamazione delle cartelle di Equitalia, prevista in massimo 4 rate, gli effetti si avranno soprattutto "nel corso del 2017" e il gettito vedrà un "sensibile incremento delle complessive riscossione da ruolo", spiega Ruffini. "Dal punto di vista del gettito, in considerazione della possibilità di dilazionare l'importo richiesto in 4 rate (di cui l'ultima - per un sesto dell'importo complessivo - con scadenza nel primo trimestre 2018), gli effetti degli incassi della definizione agevolata si avranno principalmente nel corso del 2017 che registrerà un sensibile incremento delle complessive riscossioni da ruolo", ha sottolineato l'ad di Equitalia. Le domande di chi vorrà aderire alla rottamazione dei ruoli di Equitalia dovranno essere presentate entro il 23 gennaio.  Ruffini ha anche detto che dovrebbe essere fatta chiarezza su cosa succederà alle rate del 2017. "Potrebbero essere precisati, per le dilazioni già in essere, gli effetti della dichiarazione di adesione alla definizione agevolata con riferimento alle scadenze di versamento, successive al 31 dicembre 2016".

L'AVVOCATURA DELLO STATO: L'OBIEZIONE. Anche se "la percentuale di impugnazione degli atti è dello 0,85 per cento", quindi relativamente bassa, Ruffini accoglie positivamente il riconoscimento alla nuova Agenzia delle entrate - Riscossione "ad avvalersi del patrocinio dell'Avvocatura dello Stato". Ma solleva un'obiezione: "L'Avvocatura dello Stato non potrebbe assumere il patrocinio del nuovo ente nei frequenti casi di conflitto di interesse tra lo stesso e le altre amministrazioni".

L'AGGIO. I sindacati si oppongono alla soppressione dell'aggio (la percentuale sulle somme riscosse per conto dello Stato e degli enti locali, che Equitalia trattiene a compenso del servizio.  "Le notizie circolate recentemente di ulteriori diminuzioni o addirittura di eliminazione dell'aggio avrebbero l'effetto di spostare sulla fiscalità generale il costo del servizio che ricadrebbe quindi su tutti i contribuenti, - dicono i sindacati in audizione - anche coloro i quali adempiendo con regolarità e tempestività ai propri obblighi tributari, non sono destinatari delle attività di riscossione". Equitalia, aggiungono i sindacati, ha "sempre continuato ad operare nella direzione di un costante miglioramento del livello di efficacia e di efficienza, e complessivamente fra il 2006 ed il 2015 il costo per euro riscosso è stato diminuito del 60%" e la remunerazione "è stata progressivamente ridotta" passando da un "aggio iniziale del 9% all'attuale 6% delle somme iscritte a ruolo riscosse (aggio che a seconda della tempestività del pagamento la legge pone in tutto o in parte a carico del debitore)".

NO ALLE SELEZIONI DEI DIPENDENTI.  "In questi 16 mesi - ha detto Ruffini - ho avviato riforme importanti e innovazioni per un nuovo servizio e per cambiare rapporto coi cittadini. Ora siamo alla vigilia di un cambio epocale, senza dubbio complesso ma che va governato con responsabilità. Si critichi Equitalia, e ancora di più l'operato dell'amministratore delegato ma gli 8mila dipendenti vanno rispettati e tutelati". Selezionarli è sbagliato anche perché, precisa Ruffini, "tale personale è stato già sottoposto a un articolato iter selettivo strutturato secondo i criteri richiamati dal D.L. n193/2016". E quindi una ulteriore procedura sarebbe quantomeno "ripetitiva" e "rischierebbe di essere addirittura incoerente rispetto alla ratio complessiva dell'intervento, che punta a garantire una piena continuità del servizio di riscossione attraverso le risorse attualmente dedicate a tal fine". Anzi, Ruffini chiede di trasferire al nuovo ente anche il personale a tempo determinato.

Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Ugl Credito e Uilca, i sindacati di settore (i dipendenti hanno un contratto di tipo bancario) chiedono la "piena" applicazione dell'articolo 2112 del codice civile che garantisce ai lavoratori di conservare interamente "la posizione giuridica ed economica maturata". I sindacati chiedono quindi che "tale grave e discriminatoria previsione venga eliminata dal testo del decreto e che nessun dipendente del Gruppo Equitalia sia chiamato a dover superare alcuna prova per continuare serenamente nel suo rapporto di lavoro".

«È una norma inaccettabile, ci batteremo contro la selezione, faremo uno sciopero unitario. - aveva dichiarato nei giorni precedenti Agostino Megale, segretario generale della Fisac Cgil - il governo non aveva bisogno di chiudere Equitalia per fare una sanatoria, ma dal momento che ha deciso di farlo non può anche, per la prima volta nella storia della Repubblica, imporre un procedimento di questo tipo, che lascia spazi a interventi unilaterali e discriminatori. I lavoratori e le lavoratrici vanno confermati e basta, senza alcun criterio selettivo perché è la loro storia professionale a parlare a loro sostegno».

GRECO: EQUITALIA RISCUOTE SOLO 4/5%.  In audizione stamane anche il procuratore di Milano Francesco Greco, che ha obiettato che "Il problema di fondo è che negli anni il recupero da parte di Equitalia si è attestato al 4-5%, non al 10%, perché bisogna distinguere tra i micro e i macro crediti, che rappresentano il 10% cartelle ma il 60% del non riscosso". Greco ha premesso di non volersi pronunciare sulla riforma dell'ente di riscossione ma sottolineando che "questo problema è stato segnalato più volte, anche dalla Corte dei Conti" ma "non si è mai intervenuti per ristrutturare Equitalia da questo punto di vista. Mi sarei aspettato una presa in carico di questi problemi prima di realizzare questa operazione".

COMMERCIALISTI: NO A SPESOMETRO TRIMESTRALE. “Condividiamo la necessità di contrastare il fenomeno dell’evasione e delle frodi nel settore dell’IVA, anche attraverso l’anticipazione dei controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate. Ma esprimiamo la nostra ferma e forte contrarietà all’introduzione dello spesometro trimestrale. Un obbligo del genere non è previsto in nessun Paese ad economia avanzata”. Gerardo Longobardi, presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, nel corso dell’audizione sul decreto fiscale alla  Camera ha contestato con forza "la comunicazione analitica, ogni trimestre, dei dati di tutte le fatture emesse e ricevute che costituirebbe un obbligo oltremodo sovradimensionato rispetto alle pur legittime finalità di controllo e di contrasto all’evasione”.
 
© Riproduzione riservata 02 novembre 2016

Da - http://www.repubblica.it/economia/2016/11/02/news/decreto_fiscale_no_dei_sindacati_alla_selezione_-151137705/?ref=nl-Ultimo-minuto-ore-13_02-11-2016
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