Soldi alla Sanità e meno tasse, agli italiani piace la manovra
Quasi sette su dieci approvano le misure di sostegno sociale
23/10/2016
Nicola Piepoli
La legge di Stabilità è un evento molto importante e riscuote un gradimento elevato da parte dell’opinione pubblica: i due terzi degli italiani la gradiscono, in particolare coloro che dicono di votare per il centrosinistra.
Sanità, taglio delle tasse e pensioni sono i provvedimenti che gli italiani apprezzano di più (la ricerca è stata eseguita dall’Istituto Piepoli su un campione di 505 casi). Più in dettaglio tra le misure contenute nella nuova legge di Stabilità e più gradite dagli italiani ci sono: il finanziamento di 2 miliardi in più per la Sanità, il blocco dell’aumento dell’Iva, le misure anti-povertà e l’introduzione della quattordicesima per le pensioni più basse. Se a questo aggiungiamo il taglio dell’Ires, la diminuzione del canone Rai e la chiusura di Equitalia, ci accorgiamo che, quando il governo promuove la riduzione delle tasse o l’abolizione di istituzioni che con la loro stessa presenza generano tasse, diventa in ogni caso più popolare e quindi più gradito all’opinione pubblica. In definitiva: poco meno di sette italiani su dieci accettano le nuove norme e quindi più in generale la legge si conferma di forte gradimento.
L’effetto sui ministri
Il gradimento della legge di Stabilità ha ripercussioni positive sul profilo di immagine dei ministri che l’hanno creata: in primo piano Pier Carlo Padoan (Economia) che guadagna ben 4 punti di popolarità, Giuliano Poletti (Lavoro) che ne guadagna cinque, Marianna Madia (Pubblica Amministrazione) e Beatrice Lorenzin (Sanità) che ne guadagnano due ciascuna, mentre l’unico che resta stabile nella popolarità è il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, forse meno gettonato degli altri a causa della sua presenza ancora marginale nella mente degli Italiani.
Una nota di sintesi ai profili d’immagine dei protagonisti della legge è che quasi tutti i ministri risultano essere determinati e onesti. Il più idoneo al voto risulta essere Pier Carlo Padoan che è anche il designato come produttore per tutti di un migliore futuro. Quanto al ministro più vicino alla gente Giuliano Poletti risulta il più gettonato. Forse qualcuno dirà che ho dimenticato il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ma lo conservo per ultimo nell’elenco dei vincenti in quanto ha vinto bene: non solo ha guadagnato tre punti personali in popolarità ma ha superato il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio, che da alcune settimane aveva un punteggio superiore a lui. Anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha guadagnato un punto di popolarità questa settimana sigillando quindi con la propria presenza positiva l’onda piuttosto positiva nei confronti del governo.
I partiti
Passando dal particolare al generale, cioè dai singoli eventi e dalle singole leggi allo «stato dell’opinione pubblica» nel suo insieme, ci accorgiamo che c’è una forte costanza attraverso il tempo nelle «quote di mercato» dei partiti. Il centrodestra, che nel 2013 e nel 2014 aveva totalizzato poco più del 31%, in questo momento è tra il 32 e il 33%. Il centrodestra risulta essere come trend piuttosto stabile e in ogni caso inferiore alle medie riportate durante i governi precedenti all’attuale.
Quanto al centrosinistra nel suo insieme è passato da una media del 38% a mezzo punto in più, una vera inezia. Reputiamo che questa stabilità nella leadership possa consolidarsi nei prossimi mesi. E il Movimento 5 Stelle? Sempre in una media 2013-2014 aveva intorno al 23% e adesso supera il 26%. Attenzione però. Il trend di lungo periodo è ingannevole: qualche settimana fa, prima della «rinuncia alle Olimpiadi del 2024», il Movimento 5 Stelle e i suoi rappresentanti avevano quote percettibilmente più elevate di oggi.
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