Migranti, il Papa a Lesbo: "Profughi, catastrofe più grande dopo Seconda guerra mondiale"
La visita di Bergoglio nell'isola che accoglie migliaia di profughi "per esprimere solidarietà sia a loro sia ai cittadini e a tutto il popolo greco".
Il Pontefice accompagnato dai patriarchi ortodossi Bartolomeo e Hieronimos.
Prima della partenza, incontro di cinque minuti con Bernie Sanders
Di PIERA MATTEUCCI
16 aprile 2016
ROMA - Papa Francesco è a Lesbo, l'isola greca diventata emblema dell'emergenza profughi, distante solo otto chilometri dalla Turchia. Partito dall'aeroporto di Fiumicino intorno alle 7.17, è arrivato a quello di Mytilene alle 10.05 (ora locale quando invece in Italia erano le 09.05). Secondo quanto reso noto dall'organismo greco di coordinamento della politica migratoria, il Pontefice ha espresso il desiderio di riportare con sé, in Vaticano, dieci migranti in condizioni più vulnerabili. Secondo l'emittente Ert, sono state scelte tre famiglie che vivono nel campo profughi di Kara Tepe, e sono state selezionate in modo casuale.
Incontro lampo con Sanders. Prima di partire, intorno alle 06, Bergoglio ha incontrato nella sua residenza, per cinque minuti, il candidato alla nomination democratica nella corsa alla Casa Bianca, Bernie Sanders: "È stato un vero onore per me e per mia moglie trascorrere un po' di tempo con lui - ha detto Sanders -. Penso che sia uno dei personaggi straordinari non solo nel mondo oggi, ma nella storia moderna del mondo".
Nel campo profughi. Cuore della giornata è la visita al Moria Refugee Camp, il campo che ospita circa 2.500 richiedenti asilo, provenienti soprattutto dalla Siria, ma anche da altri Paesi del Medio Oriente, come Afghanistan e Iraq. Ad attenderlo, all'esterno del tendone, 150 profughi minori non accompagnati. Con ognuno di loro Francesco ha scambiato una stretta di mano e qualche parola.
Viaggio triste. Parlando con i 45 giornalisti che lo accompagnano, il Papa non ha nascosto la tristezza che caratterizza il suo 13mo viaggio fuori dall'Italia dall'inizio del Pontificato: "Quello di oggi è un viaggio un po' diverso dagli altri" segnato com'è dalla tragedia dei profughi che fuggono dalle guerre (e dalla miseria): "la catastrofe umanitaria più grande dopo la Seconda Guerra Mondiale", ha detto Papa Francesco. "Nei viaggi apostolici si fanno tante cose, c'è sempre la gioia dell'incontro. Oggi no. È un viaggio segnato dalla tristezza. Andiamo - ha osservato - a incontrare tanta gente che soffre, non sa dove andare, ha dovuto fuggire. Andremo anche a un cimitero: il mare. Tanta gente è annegata".
Prima volta insieme. Accolto dal primo ministro greco, Alexis Tsipras, che ha ringraziato Begoglio "per il suo messaggio contro la guerra. E per invocare l'accoglienza in un momento in cui altri leader cristiani alzano le barriere in Europa", papa Francesco ha ricevuto il saluto da parte di Bartolomeo, patriarca di Costantinopoli, di Hieronymus, arcivescovo di Atene e di tutta la Grecia, e Fragkiskos Papamanolis, Presidente della Conferenza Episcopale greca. È la prima volta che le quattro cariche ecclesiastiche si incontrano ufficialmente insieme.
Crisi migranti problema europeo. Poco dopo Papa Francesco ha incontrato privatamente Tsipras. Al centro del colloquio l'emergenza profughi e più in particolare la situazione sull'isola di Lesbo. I due hanno concordato che la crisi dei rifugiati è un problema europeo e internazionale "che richiede una risposta che rispetti le leggi europee ed internazionali", ha riferito il portavoce Vaticano, padre Federico Lombardi. La visita del Papa a Lesbo è "strettamente umanitaria" ha precisato il portavoce vaticano padre Federico Lombardi. Per questo motivo non è previsto alcun discorso del premier greco nel corso della visita del Papa.
Solidarietà a profughi e a cittadini greci. Bergoglio ha voluto questo viaggio "per esprimere vicinanza e solidarietà sia ai profughi sia ai cittadini dell'isola e a tutto il popolo greco" in un momento in cui l'Europa è profondamente divisa sul tema e in cui gli interessi nazionali sembrano prevalere sui valori che caratterizzano la civiltà occidentale. Il Papa ha voluto ribadire il suo scopo nel messaggio inviato come accade a ogni suo viaggio al presidente della Repubblica Sergio Mattarella: "Portare conforto a tanti profughi". E poi, in un tweet dall'aereo appena decollato: "I profughi non sono numeri, sono persone: sono volti, nomi, storie, e come tali vanno trattati".
Il messaggio di Mattarella. Come è consuetudine, il presidente italiano ha risposto al Pontefice: "Santità, desidero farle pervenire il mio più sincero ringraziamento per il messaggio che ha voluto indirizzarmi nel momento in cui ella si accinge a partire per l'isola di Lesbo. Il dramma delle migrazioni, in particolare nel bacino del Mediterraneo, e la tragica quotidiana realtà che caratterizza le vite di quanti sono costretti ad abbandonare i propri affetti, il proprio Paese, le proprie case, per fuggire da guerre, persecuzioni e povertà, toccano nel profondo la coscienza dell'Italia e della comunità internazionale".
Il programma. Alle 13.45 il Papa, sempre con i due patriarchi, si trasferirà al porto per incontrare la cittadinanza. Qui pronuncerà un altro discorso. Al termine ci sarà una breve preghiera e il lancio in mare di corone di alloro in ricordo dei migranti morti durante la fuga verso l'Europa.
La fine della visita è prevista alle 15.15 con la partenza dall'aeroporto. L'arrivo del Papa a Roma Ciampino è in programma alle 16.30.
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16 aprile 2016
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