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Autore Discussione: D'accordo Orlando: “Momento propizio per una riforma”. (Tutto sbagliato caro).  (Letto 2103 volte)
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« inserito:: Aprile 11, 2016, 05:36:39 pm »

Inchiesta su affari e petrolio, Renzi invoca il bavaglio: “Stop intercettazioni, ora una nuova legge”

Il nuovo sfogo del capo di governo durante la riunione del Cdm di venerdì: “Stop pettegolezzi”.
D'accordo Orlando: “Momento propizio per una riforma”. Chiosa Alfano: “Considerazioni già sentite in questa sala, ma in altri tempi”

Di F. Q. | 9 aprile 2016

Lo sfogo contro procure, magistrati e intercettazioni è arrivato puntuale. E il copione è sempre quello: dopo ogni inchiesta che imbarazza il potere politico si torna a invocare il bavaglio. Dopo la direzione del Pd di lunedì scorso, durante la quale il premier-segretario Matteo Renzi aveva sbeffeggiato i magistrati lucani “che non arrivano mai a sentenza”, il nuovo affondo arriva durante il consiglio dei ministri di venerdì riunito per dare il via libera al Def.

Il capo del governo attacca a testa bassa le toghe, responsabili a suo dire, di fughe di notizie e intercettazioni “che hanno a che fare con la vita privata senza nessi con l’inchiesta”.

L’indagine in questione, manco a dirlo, è quella di Potenza su Tempa Rossa e Renzi ne ha per tutti. A partire dall’audizione del ministro per i Rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi che rappresenta un “attacco contro tutto il Parlamento”. Anche il filone siciliano dell’inchiesta, che ha coinvolto il Capo di Stato maggiore della Marina Giuseppe De Giorgi, risulta particolarmente indigesto al primo ministro: “Diffondere quelle notizie è un pericolo per la sicurezza del Paese soprattutto nel bel mezzo di una crisi internazionale”.

Durante la conferenza stampa a Palazzo Chigi Renzi ha ribadito il concetto: “Il pettegolezzo va derubricato. Il fatto di sentire frasi più o meno eleganti sicuramente colpisce l’opinione pubblica, ma se si mettessero sotto controllo i telefoni dei giornalisti molti non sarebbero contenti”. Come dal canto suo non sarà stato contento di leggere se stesso quel Gianluca Gemelli, il compagno indagato dell’ex ministro Federica Guidi, mentre al telefono si lasciava andare a sfoghi contro l’antimafia “che mi fa schifo” e Lucia Borsellino che “andrebbe eliminata”.

Tutti pettegolezzi, secondo il capo del governo, che devono rimanere nei brogliacci della polizia giudiziaria e non finire sui giornali.

La rabbia di Renzi è riportata dagli articoli di Corriere e Repubblica che descrivono anche le reazioni dei suoi colleghi, a partire dal Guardasigilli Andrea Orlando. Che la pensa come il premier e butta il cuore oltre l’ostacolo: intervenire subito sfruttando il momento propizio per fare una legge sulle intercettazioni condivisa senza troppi strappi con la magistratura. Ma il capo di via Arenula tiene il punto e coglie la palla al balzo per attaccare i colleghi di Ncd che tengono la riforma della Giustizia al palo: “Non basta lamentarsi di conversazioni private che escono da tutte le parti mentre la riforma è ferma al Senato da otto mesi”.

Dal canto suo Angelino Alfano, tirato in ballo dal collega di governo, si limita a lasciarsi andare a un ricordo malinconico, quando al posto di Renzi c’era il suo vecchio capo Silvio Berlusconi: “Mi pare di avere già ascoltato queste considerazioni in questa sala ma in altri tempi”.

Di F. Q. | 9 aprile 2016

Da - http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/04/09/inchiesta-su-affari-e-petrolio-renzi-invoca-il-bavaglio-stop-intercettazioni-ora-una-nuova-legge/2621653/
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