Europa, altissima tensione Roma-Bruxelles.
Weber e Moscovici attaccano, il Pd, dopo sms di Renzi, evoca la crisi
Pubblicato: 02/02/2016 17:02 CET Aggiornato: 2 ore fa
“Attaccano Renzi perché è l’unico che può mettere all’angolo la Merkel”. A tarda sera a Strasburgo si raccolgono le idee dopo il duro affondo del presidente del Ppe Marfred Weber all’Italia, “basta margini di flessibilità”, su cui ha sparso sale il commissario all'Economia Moscovici: "Basta a nuove discussioni sulla flessibilità, e basta scontri, non sono un buon modo per risolvere i problemi". Ma al di là delle questioni tecniche su deficit e soldi alla Turchia, c’è chi sostiene che il match tra Roma e la Ue sia tutto politico e che si giochi sulla volontà italiana di insidiare e spezzare l'asse franco-tedesco. E dunque mettere in discussione la leadership della cancelleria Merkel sui dossier che più interessano Roma. A conferma che il duello sia tutto italo-tedesco lo provano le reazioni, non solo di Matteo Renzi in visita istituzionale in Ghana, ma anche di tutti i parlamentari europei di rito renziano. Dopo le dichiarazioni di Weber si è così scatenato un fuoco di tweet, comunicati, interventi in plenaria.
Una controffensiva studiata ed eterodiretta dalla war room di Palazzo Chigi. Attraverso un sms Renzi ha ordinato ai suoi di respingere al mittente ogni accusa. In realtà, l’attacco sferrato dal presidente dei parlamentari del Ppe era atteso. Al punto che lo scorso 29 gennaio, poco prima della direzione del Pd, il presidente del Consiglio aveva istruito i suoi parlamentari che siedono Strasburgo: “Adesso ci attaccheranno e si apriranno le danze. E noi dobbiamo essere pronti a rispondere colpo su colpo. E’ l’occasione per cambiare questo Europa dello zero virgola”.
La prima a ribattere a Weber è stata Patrizia Toia, capo delegazione del Pd in Europa: “Il capogruppo conservatore tedesco Manfred Weber è il primo nemico della Commissione europea perché ne mette a rischio ogni giorno la tenuta con le sue dichiarazioni oltranziste, contrarie al patto di legislatura alla base della coalizione che ha dato la fiducia a Juncker”. Subito dopo è stato il turno della renzianissima Simona Bonafé. Che si è servita di un cinguettìo ironico: “Bei tempi quando in #Germania c'era #Max, ora ci tocca Manfred #Weber”. E infine Pina Picierno, anche lei europarlamentare in quota dem: “Ma Weber è stato nominato portavoce della commissione europea e a me è sfuggito qualcosa oppure il presidente del Ppe continua a parlare a titolo personale spacciando il suo pensiero per decisione condivisa?”.
Ma chi è Manfred Weber? Presidente del gruppo Ppe Strasburgo, è stato eletto la prima volta nel 2004, e da quel dì viene considerato il falco della cancelliera tedesca in Europa. Oltretutto, nel luglio scorso quando Matteo Renzi assunse la presidenza del semestre Ue Weber fu l’unico ad essere gelido e ad attaccare i paese debitori, come l’Italia, perché è del pensiero che “non creano futuro, ma lo distruggono”.
Da questo scontro passa anche il destino di Jean Claude Junker, colui che guida la commissione Ue e che deciderà i margini di flessibilità che tanto interessano l’Italia. In tanti sussurrano che “la presidenza Junker abbia le ore contate”. Al punto che Daniele Viotti, europarlementare del Pd, lo ha messo a verbale. Intervenendo in plenaria Viotti si è chiesto: “C'è un interrogativo che mi arrovella: siamo sicuri che il vero obiettivo di Weber non sia Renzi, ma Juncker?”. A primavera si saprà se la commissione di Junker darà il via libera allo sforamento del deficit fino al 2,4 % del Pil o promuoverà una procedura di infrazione sul deficit.
Le richieste dell’Italia sono chiare: 16 miliardi di flessibilità per le riforme approvate, gli investimenti, e, infine, un ulteriore sgravio per i fondi spesi per salvare le vite dei migranti nel mediterraneo. Motivi per condurre la battaglia il premier Matteo Renzi ne ha diversi. Si lasciano scappare i dem: “La Francia ha già sforato di parecchio il tetto sul deficit. Per non parlare della Germania che ha un surplus di avanzo commerciale superiore al consentito”. Insomma in Europa si sta consumando la più importante battaglia diplomatica degli ultimi anni. Un braccio di ferro destinato a prolungarsi.
Da -
http://www.huffingtonpost.it/2016/02/02/europa-scontro-roma-bruxelles_n_9139556.html?1454428951&utm_hp_ref=italy