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Autore Discussione: JAMES BALDWIN. Coglie nel segno d'una inversione di tendenza per la nostra età..  (Letto 3254 volte)
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« inserito:: Febbraio 21, 2017, 08:56:07 pm »

Nell'epoca del trumpismo rileggiamoci l'America nera di James Baldwin
Pubblicato: 08/02/2017 12:41 CET Aggiornato: 08/02/2017 12:41 CET

JAMES BALDWIN

Coglie nel segno d'una inversione di tendenza per la nostra età confusa e smarrita la pubblicazione in lingua italiana del capolavoro di James Baldwin Stamattina stasera troppo presto (Racconti edizioni 2016), magistralmente tradotto dall'originale This Morning This Evening So Soon da Luigi Ballerini per la piccola, innovativa ma raffinata casa editrice romana Racconti.

Come abbiamo rilevato e ricordato un paio d'anni fa, in occasione dell'intitolazione di una piazzetta newyorkese al cantore dell'America nera, James Baldwin (1924-1987) fu senz'altro il più rinomato autore di colore della sua generazione, sovente riconosciuto come il portavoce della sua gente e "il profeta" degli afroamericani alla conquista di una vita dignitosa.

Un poeta e narratore che, proprio a New York (e più precisamente nel quartiere di Harlem), era nato e che ha reso celebre con i suoi scritti il "quartiere nero" per eccellenza della Grande Mela, un luogo seducente ma dannato in cui le famiglie di colore potevano avvertire tutto il fascino della metropoli e pure rimanevano "ghettizzate" in un luogo e in una vita di stenti in cui difficilmente arrabattarsi come lo stesso Baldwin noterà nel suo Il ghetto di Harlem.

Nell'epoca del trumpismo assistiamo allo sdoganamento di sentimenti di intolleranza nei confronti delle minoranze e, favorendo i vari successi elettorali delle élite populiste, il pubblico sembra rendersi viepiù anestetizzato verso gli ormai quotidiani sfoghi e intemperanze al limite della xenofobia riducendo i freni inibitori della pericolosità del fenomeno.

Torna quindi, come vediamo ogni giorno, alla moda parlare di muri e selezioni all'entrata più o meno arbitrarie e si erode lentamente la grande tradizione occidentale della battaglia per i diritti civili.

Nonostante ciò i baluardi ci sono e resistono. Ecco che Baldwin - e non solo negli States come la nuova traduzione dei suoi racconti in italiano dimostra - diviene un simbolo della Renaissance afroamericana, tanto da figurare nella copertina del New Yorker per il Black History Month nel 2016 e da ispirare il docu-film candidato all'Oscar 2017, I am not your negro (tratto da un romanzo mai finito di Baldwin), pellicola di Roul Peck con la voce narrante di Denzel Washington.

Il carattere rivoluzionario dell'opera baldwiniana parte da lontano, quando all'età di quattordici anni, il letterato americano si mette in competizione col proprio patrigno, azzardando sermoni nella stessa chiesa di Harlem in cui il patrigno era predicatore.

Baldwin parla della Bibbia ma in realtà cova un odio profondo nei confronti di una figura genitoriale colma di rancore. Il rapporto padre-figlio si fa elemento cruciale nel percorso dello scrittore giacché lo spinge a mettere in discussione tutti i simboli gerarchici-familiari e quasi anticipa la rinegoziazione baldwiniana di tutte le altre rappresentazioni (o sovrastrutture) che la società impone.

Cosa significa, del resto, essere neri in un America bianca, essere neri-intellettuali e per di più, addirittura, neri-omosessuali? Le risposte si trovano precisamente nel lavoro narrativo di Stamattina stasera troppo presto.

I sette episodi del libro scorrono potenti lungo queste pagine dallo stile essenziale e irriverente. L'ultimo racconto, in particolare, è emblematico in questo senso perché scritto dal punto di vista di un bambino bianco. La gente di un villaggio del sud degli States si raduna per giustiziare un uomo nero, reo di aver (presumibilmente) molestato una donna bianca. Mentre la folla si raccoglie, un bimbo accompagnato dai suoi genitori benpensanti assiste. Il nero è stato impiccato e bruciato sul rogo, i suoi genitali vengono importunati così come si ritiene egli abbia violato la donna. Il corpo penzolante del "negro" incarna un sentimento misto di disprezzo e di invidia dei bianchi verso la potenza virile dei neri e le immagini plastiche di quel corpo morente e sfregiato fanno dimenticare i motivi per cui l'uomo è stato giustiziato, mentre permane un'emozione di ripulsa e attrazione verso il nero.

Gli affondi di Baldwin, insomma, sono truci insieme e rivelatori. Forse, in tempi di ritorno dell'odio e dell'intolleranza (pensiamo anche al giovane Théo violentato vicino a Parigi da alcuni poliziotti), è il momento di recuperare i grandi narratori delle minoranze.

Da - http://www.huffingtonpost.it/mattia-baglieri/nellepoca-del-trumpismo-rileggiamoci-lamerica-nera-di-james-baldwin_b_14636254.html?utm_hp_ref=italy
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