Arlecchino
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« Risposta #1 inserito:: Novembre 26, 2015, 05:50:23 pm » |
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Salve Arlecchino, ti segnaliamo questo nuovo intervento pubblicato sul sito: Isee, con nuovo sistema calano i furbetti e cresce l'equità Il monitoraggio del primo semestre 2015 conferma che incrociando le banche dati e rafforzando i controlli si possono contrastare i fenomeni evasivi e favorire l’equità. (Vai all’analisi di Lelio Violetti).
Fino a un anno fa il 73,7% dei soggetti che richiedevano prestazioni sociali agevolate (come sconti su ticket sanitari e rette universitarie, o per ottenere un posto per il figlio nell’asilo nido) dichiarava un patrimonio mobiliare “nullo”. In pratica dichiarava di non avere libretti di deposito, men che meno un conto in banca. Oggi, a un anno di distanza, quella percentuale è scesa al 18,9. Non solo: rispetto a dodici mesi fa il valore medio dei conti correnti è più che raddoppiato, passando da 4mila a 9mila euro. Sono gli effetti della ripresa italiana? Non proprio. Una larga fetta di popolazione è improvvisamente uscita dalla povertà? Nemmeno. Più semplicemente, è il risultato che si ottiene quando si rafforzano i controlli a monte grazie all’incrocio delle banche dati. È il caso del nuovo Isee, che ha debuttato a gennaio di quest’anno e sta già dando i primi risultati, “eclatanti” secondo il ministero del Lavoro. (Vai all’analisi di Lelio Violetti).
Stop ai furbetti e più equità. Questo, d’altronde, era l’obiettivo dichiarato della riforma: rendere più corretta la misurazione della condizione economica delle famiglie e, di conseguenza, garantire maggiore equità nell’accesso alle prestazioni. Obiettivi in parte falliti dal “vecchio” Isee, vittima frequente da un lato di indicazioni del patrimonio mobiliare spesso e volentieri non corrette; dall’altro di fenomeni evasivi ed elusivi dovuti alla scarsa qualità delle informazioni sul patrimonio immobiliare. Il tutto aggravato dall’assenza di controlli preventivi che bloccassero sul nascere i numerosi casi di accesso indebito alle prestazioni agevolate. Per superare le criticità ci si è affidati alla tecnologia. Il nuovo sistema prevede che solo una parte dei dati necessari per il calcolo Isee sia autocertificata. Il resto- tra cui i dati fiscali più importanti, come il reddito complessivo- è inserito nella dichiarazione direttamente dall’amministrazione, grazie all’incrocio delle banche dati di Inps e Agenzia delle entrate. Una sorta di dichiarazione precompilata, che rispetto al passato attribuisce un peso maggiore al patrimonio (anche immobiliare) dei nuclei familiari.
Controlli a monte. L’effetto del controllo a monte è tangibile. Stando al monitoraggio del nuovo Isee relativo al primo semestre 2015, infatti, non solo le dichiarazioni sostitutive uniche (Dsu) con patrimonio mobiliare nullo sono crollate del 55% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno; ma anche le dichiarazioni stesse sono in calo (-25% rispetto ai primi sei mesi del 2014) a conferma del fatto che, a fronte di maggiori controlli, molti soggetti abbiano rinunciato a richiedere prestazioni agevolate. Merito della componente patrimoniale, che nel nuovo Isee ha un peso maggiore sul totale (passando dal 12,4% al 18,2%) a scapito di quella reddituale che invece cala dall’87,6% all’81,8%. Che il nuovo sistema abbia indotto una maggiore “cautela” nei contribuenti si evince dalle variazioni mese per mese degli Isee nulli: se nei primi tre mesi costituivano il 17% delle Dsu totali (a gennaio sfioravano il 50%), nel secondo trimestre sono scesi al 14%. “Una quota ancora elevata” sottolinea il ministero, ma condizionata dal fatto che il nuovo Isee prevede un trattamento più favorevole per i nuclei familiari con a carico persone con disabilità.
Significativa è pure l’analisi regione per regione. Rispetto al semestre 2014 le richieste di Isee sono in flessione soprattutto al sud, a cominciare da Campania (-45,6%), Calabria (-42,1%), Puglia (-38,4%), Sicilia (-37,5%) e Molise (-37,3%), seguite da Umbria e Lazio, in calo rispettivamente del 25,2 e 20,4 per cento. Le uniche a registrare un incremento sono Basilicata (+26,6), Friuli Venezia Giulia (+17,8%) e Trentino Alto Adige (+12,9%).
Più tempo per rilascio. Al netto della “scrematura”, c’è poi da segnalare il maggior tempo per ottenere l'Isee. In precedenza era lo stesso Caf ad effettuare il calcolo e rilasciare la dichiarazione al momento della domanda. Ora il regolamento Isee fissa in due settimane il tempo di rilascio dell’attestazione dell’indicatore da parte dell’Inps. Tuttavia, già a partire da febbraio, la procedura è andata via via velocizzandosi fino ad arrivare a meno di un terzo del tempo inizialmente previsto. Da giugno, stando a quanto stimato dal ministero, tra la presentazione della Dsu e l’attestazione passano circa quattro giorni. E dopo un fisiologico assestamento, anche il numero di dichiarazioni rettificate sono in netto calo: se a gennaio le Dsu con errori erano una su 7; a giugno si sono ridotte a una ogni 50.
Più equità. A guadagnarne è soprattutto l’equità, però. Ciò è particolarmente evidente per le famiglie con persone disabili a carico: il nuovo Isee è infatti più favorevole per il 51,4% dei nuclei (rispetto al 38,3% calcolato con le vecchie regole) e l’effetto equitativo è manifesto se si considera lo spostamento della mediana, che rispetto al passato indietreggia di 11 punti percentuali (anche se il dato sottostima il vecchio Isee, col quale il nucleo ridotto non era possibile). Non è un caso che con l’adozione del nuovo sistema, gli Isee nulli afferenti a questa categoria siano balzati dal 9% al 20%. Segno di una maggiore attenzione verso i nuclei che più hanno bisogno di prestazioni agevolate.
Da – Fisco Equo
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