L'intervista
Parigi sotto attacco: "Le nostre democrazie passive e impotenti"
Parla Shmuel Trigano, studioso dell'Islam e delle sue derive fondamentaliste: "Hollande ha perso il controllo della situazione davanti a una minaccia che non è militare ma civile"
Di Gigi Riva
15 novembre 2015
“Il problema vero è la passività degli aggrediti...”. Shmuel Trigano, 67 anni, filosofo, docente di sociologia della politica a Parigi, presidente dell' “Osservatorio sul mondo ebraico” da lui fondato nel 2000 nella capitale francese, da ebreo nato a Blida in Algeria studia da una vita l'Islam e le sue derive fondamentaliste. E non ha dubbi quando deve individuare una delle cause remote che hanno reso possibile il 13 novembre: “Le società europee hanno perso la loro vigilanza identitaria. Hollande ha deciso di blindare le frontiere, ma non ci sono frontiere ormai. E ha dichiarato lo Stato d'emergenza, ma dov'è lo Stato oggi?”.
Proprio per questo “spera” che l'attacco al cuore dell'Europa possa far aprire gli occhi e svegliare finalmente le coscienze di un occidente addormentato: “Lo spero ma non ne sono affatto sicuro. La crisi è talmente strutturale da rendere la democrazia impotente. Abbiamo voluto assumere una dimensione europea così favorendo il terrorismo di massa perché la dimensione europea affievolisce la vigilanza di ciascun Paese. E la Francia si è trovata impreparata ad affrontare questa terribile minaccia”.
Se l'Is cambia strategia: dal nemico vicino al nemico lontano, l'Occidente
La rivendicazione del gruppo del Califfo Abu Bakr al-Baghdadi parla di Parigi come "capitale della prostituzione e dell'oscenità", di "feste di perversione". Ma anche di obiettivo perché conduce "la campagna dei crociati" in Siria e in Iraq
Ricorda gli inutili allarmi lanciati dal suo “Osservatorio”, quando metteva in guardia circa la nascita di un nuovo antisemitismo nelle banlieue: “Lo faccio dal 2000. Sono quindici anni di solitudine e solo adesso ci si rende conto che noi ebrei siamo come i canarini nella miniera. Quelli che morendo segnalano la presenza del gas letale per i minatori. Le nostre denunce circa le derive islamiste sono state sottovalutate, chi le lanciava è stato emarginato dalla scena pubblica”.
Dominata oggi, la scena pubblica, da un presidente su cui non ha nessuna fiducia: “Hollande, nelle prime dichiarazioni dopo la carneficina mi è sembrato un capo di Stato che ha perso totalmente il controllo della situazione. Ha decretato lo stato d'emergenza, il passo che precede lo stato di guerra. Ma dove sono le armate nemiche, dov'è l'esercito avversario? Hanno agito otto terroristi. Bisogna leggere bene la natura della minaccia che non è militare ma civile. Nel senso che i terroristi arrivano dalla popolazione civile. Uno dei kamikaze aveva 15 anni...”.
Parigi siamo noi
I terroristi, nella loro visione monocroma, chiusa e divisiva nella società, hanno voluto colpire la città simbolo del pensiero liberale, scevro da ogni settarismo, dove ha germogliato il progresso nella sua accezione estesa all'anelito di uguaglianza degli individui.
Shmuel Trigano nega che sia in atto uno scontro di civiltà. Però vede un preciso progetto politico volto a sfruttare le comunità musulmane installate in occidente per metterle al servizio del totalitarismo insito nell'Islam radicale: “Ma questa dimensione non è presente nel dibattito pubblico”.
Il Jihad non ha naturalmente affascinato la totalità della comunità islamica presente in occidente, “però noto che gli islamisti si muovono con facilità nel milieu musulmano. Non tutti i musulmani si sono arruolati nelle file del fondamentalismo però non vedo risposte forti, pressioni da parte dell'Islam moderato che pare non reagire”.
Parigi per Trigano ha un valore simbolico decisivo: “E' la cassa di risonanza non solo europea ma mondiale per il mondo arabo-musulmano. Anche per via della folta comunità presente e dell'antisemitismo che, di conseguenza si è sviluppato senza che la Francia ne abbia preso coscienza”.
In Francia i musulmani sono 5 milioni, gli ebrei 500 mila: il gruppo più folto dopo Israele e gli Stati Uniti.
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15 novembre 2015
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