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Autore Discussione: Lupi: «Il governo mi appoggia» Alfano blinda il ministro: «È onesto»  (Letto 2201 volte)
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« inserito:: Marzo 18, 2015, 10:46:20 pm »

L’inchiesta GRANDI OPERE
Lupi: «Il governo mi appoggia» Alfano blinda il ministro: «È onesto»
Il ministro dei trasporti respinge le accuse: «Mai fatto pressioni per mio figlio».
Al question time: «Sono tranquillo». Poi, l’incontro al Viminale con il ministro dell’Interno

Di Redazione Online

Il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi, il cui nome insieme a quello del figlio Luca, entrambi non indagati, emerge dalle carte dell’inchiesta di Firenze sull’assegnazione di appalti per grandi opere pubbliche, non ha intenzione di rassegnare le dimissioni come gli chiede una parte dell’opposizione, anzi ha detto di avere l’appoggio del governo. Rispondendo a diverse interrogazioni parlamentari sulla vicenda, Lupi ha detto che la sua azione al ministero è stata sempre segnata da trasparenza e correttezza. «Non ho fatto nessun gesto sbagliato o irresponsabile. Se fosse dimostrato il contrario mi dimetterò», aveva detto mercoledì mattina, a Milano per l’inaugurazione di Made Expo. E poi, più tardi, in aula alla Camera per rispondere al question time, relativamente alla vicenda Grandi opere, ha nuovamente ribadito la sua estraneità a tutti i rilievi che gli vengono mossi, aggiungendo: «Sono tranquillo, il governo mi appoggia».

«Mai pressioni»
Il ministro, che dovrà fronteggiare una mozione di sfiducia presentata da Sel e M5s alla Camera, dunque, non si dimetterà. Entrando in aula, alla domanda dei giornalisti se ritiene di avere l’appoggio del governo, Lupi ha risposto: «Direi di sì». In precedenza, Lupi ha avuto un colloquio nella sala del governo a Montecitorio con il leader del suo partito e ministro dell’Interno Angelino Alfano. Un altro incontro con Alfano l’ha poi avuto al Viminale, dopo aver lasciato Montecitorio.

«Massima trasparenza»
«L’obiettivo che in questi mesi ha spinto e ispirato l’azione del ministero e del sottoscritto è stato da una parte garantire la rapida e efficiente realizzazione delle opere ritenute necessarie e indispensabili e dall’altra assicurare la massima trasparenza e correttezza di questo processo», ha detto Lupi, aggiungendo di voler riferire «quanto prima in Parlamento». E ha poi aggiunto: «Rispetto alle legittime richieste di chiarimento dei gruppi parlamentari, ritengo doveroso e urgente che questo avvenga quanto prima in Parlamento, nelle modalità che la presidenza riterrà opportuna». Ha poi voluto sottolineare che l’ex dirigente del ministero delle Infrastrutture Ettore Incalza «dal 31dicembre 2014 non è più il direttore dell’Unità tecnica di Missione, non ha né un rapporto di consulenza né di collaborazione con ministero».

Dimissioni?
Alla domanda se avesse intenzione di dimettersi, Lupi non ha risposto, suscitando così la replica di Serena Pellegrino (Sel): «Non ha risposto alla domanda, vuol dire che risponderà alla nostra mozione di sfiducia qui, in aula». E dopo avere ascoltato Lupi in aula, anche la deputata M5S Giulia Sarti ha invocato la mozione di sfiducia: «Ora a maggior ragione chiediamo che non solo sia calendarizzata al più presto ma che sia votata da tutti la mozione di sfiducia contro il ministro Maurizio Lupi. È indecente che non faccia un passo indietro, in altri Paesi ci si dimette per una tesi di laurea».

E i M5S sventolano gli orologi
E sempre in aula è esplosa la protesta dei Cinque Stelle: i deputati M5S hanno cominciato a urlare «dimissioni, dimissioni» e alcuni di loro, tra cui Carlo Sibilia hanno mostrato un orologio facendo riferimento implicito al Rolex del valore di oltre diecimila euro regalato al figlio di Lupi, Luca, per la sua laurea in Ingegneria, fatto dall’imprenditore edile Stefano Perotti, arrestato e indagato come personaggio chiave, insieme a Incalza, del presunto sistema per la spartizione degli appalti pubblici. Per questo motivo, Carlo Sibilia e Giulia Sarti sono stati invitati dal presidente di turno Roberto Giachetti a lasciare l’aula.

Un orologio? Non mi serve
In mattinata, all’Expo di Milano, dopo aver ribadito di non «aver mai fatto pressioni per far assumere il figlio» (mentre dall’inchiesta emerge l’ipotesi che il figlio Luca fosse stato assunto dopo la laurea in società riferibili all’imprenditore indagato), Lupi aveva anche affermato: «Mai avrei accettato un orologio, perché non mi serve».

«Renzi non mi ha chiesto passi indietro»
Il ministro, a una domanda sulla circostanza riportata dal Corriere della Sera secondo cui il presidente del Consiglio Matteo Renzi gli avrebbe chiesto di fare un passo indietro, ha poi precisato che «Renzi non mi ha chiesto alcun gesto spontaneo».

«Accelerare l’informativa»
«Maurizio Lupi non ha pensato alle dimissioni ma noi e lui riteniamo corretto non perdere tempo e accelerare i tempi della sua informativa in Parlamento. Lupi è prontissimo ad affrontarla», aveva detto in mattinata il ministro dell’Interno e leader di Ncd, Angelino Alfano, rispondendo ai giornalisti in Senato. Ncd, ha sottolineato Alfano, sostiene Lupi e gli «pone piena fiducia: crediamo in lui». Il punto di partenza, ha spiegato il responsabile del Viminale ai cronisti «è che Lupi è una persona perbene, onesta e l’altro punto di partenza è che nessuno ha ritenuto di indagarlo» pur nell’ampio numero di persone coinvolte. «Quindi non c’è una questione giudiziaria ma una questione politica e il luogo dove può essere affrontata è il Parlamento».

18 marzo 2015 | 11:24
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Da - http://www.corriere.it/politica/15_marzo_18/governo-alfano-lupi-no-dimissioni-b8f4e700-cd57-11e4-a39d-eedcf01ca586.shtml
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