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Autore Discussione: Giuseppe Bottero. Così la cooperativa dei dipendenti salva Ideal Standard  (Letto 2181 volte)
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« inserito:: Febbraio 06, 2015, 05:52:01 pm »

Così la cooperativa dei dipendenti salva Ideal Standard
A Pordenone si torna a produrre vasche, lavandini e sanitari. Subito cinquanta posti, nel 2018 diventeranno centocinquanta
05/02/2015

Giuseppe Bottero

A luglio stava davanti ai cancelli di Orcenico di Zoppola assieme ai colleghi. Ieri, giubbotto nero, camicia azzurra, niente cravatta, era a Roma, al Ministero dello Sviluppo, il badge con su scritto il nuovo ruolo: presidente. Gian Mario Petozzi, ventisette anni trascorsi in fabbrica, è il volto e il numero uno di Ideal Scala, la cooperativa che si prende il polo dei sanitari abbandonato da Ideal Standard e va a caccia del rilancio. Da lavoratore esperto a manager, da manager a organizzatore di un salvataggio che, adesso, dopo le firme al Mise, è diventato ufficiale.

La stretta di mano in via Molise, racconta Petozzi, è un piccolo miracolo. «E’ stata una trattativa complessa». Se n’è discusso per mesi, e a un certo punto - alla fine del 2014 - sembrava tutto sfumato: troppo rigida la posizione della multinazionale. Poi sono arrivate la mediazione del sindacato, gli interventi della Regione e delle associazioni delle cooperative, l’attivismo del primo cittadino di Zoppola Francesca Papais, la lunga trattativa al ministero. 

Il governo in campo 
Gli operai non mollano, ci mettono soldi e le idee: la cooperativa che rileva lo stabilimento nasce il 18 luglio 2014. Il patto tra imprese e territorio regge, e porta alla soluzione: una intesa che, spiega il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Del Rio, può fare scuola. «E’ una vertenza dal carattere innovativo e paradigmatico», spiega, e assicura che il governo seguirà da vicino l’avvio della nuova iniziativa imprenditoriale. «Si tratta di una vicenda industriale che ha assunto un’importante valenza simbolica, perché da una decisione drammatica è nata una iniziativa coraggiosa», dicono dal Ministero dello Sviluppo.

I termini dell’intesa 
Nell’accordo, che avrà durata triennale ma sarà rinnovabile, Ideal Standard riconosce alla cooperativa l’uso a titolo gratuito di una parte del fabbricato industriale e degli impianti di Orcenico, un diritto di precedenza nell’acquisto degli asset nonché un marchio - Senesi - con le relative matrici. «Siamo contenti di aver vissuto l’epilogo positivo di una vicenda iniziata 18 mesi fa e nella quale abbiamo speso decine di milioni di euro, pur di individuare una soluzione capace di mitigare l’impatto occupazionale sul territorio», dicono dalla multinazionale, che ha cancellato Pordenone dalla mappa ma, nei prossimi due anni, investirà 10 milioni per gli stabilimenti di Trichiana (Belluno) e Roccasecca (Frosinone), dove lavorano 800 persone. 

Gli obiettivi 
dell’Italia degli sbranati, il «workers buyout» - meccanismo che permette ai dipendenti di acquistare e salvare le aziende - è un balsamo per ferite ben più profonde: i posti di lavoro messi al sicuro sono poco più di mille. Ma la cooperativa che si carica sulle spalle un polo da quattrocento addetti rappresenta un cambio di passo. Anche se all’inizio, a Orcenico lavoreranno in cinquanta: l’obiettivo è triplicare i posti in tre anni. Il sogno riassorbire tutti. 

Da - http://www.lastampa.it/2015/02/05/economia/cos-la-cooperativa-dei-dipendenti-salva-ideal-standard-FKep4cMuwWDP2hp1YLGlcP/pagina.html
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