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Autore Discussione: Strage di Parigi, botta e risposta Renzi-Salvini  (Letto 2571 volte)
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« inserito:: Gennaio 13, 2015, 04:54:56 pm »

Strage di Parigi, botta e risposta Renzi-Salvini
Il leader leghista: «Islam pericoloso, in milioni sono pronti a sgozzare. Anche da noi». Altolà del premier: «Difendere la parola identità da chi pensa che sia il contrario di integrazione». Jean-Marie Le Pen si dissocia dal corteo: «Je ne suis pas Charlie». Napolitano chiama Hollande: «Integrazione e lotta senza quartiere al terrorismo»
Militanti della Lega Nord, guidati dal segretario Matteo Salvini, distribuiscono volantini con le vignette di Charlie Hebdo sull’Islam alla stazione della metropolitana di Lampugnano contro il bando della Giunta Pisapia per autorizzare le aperture di moschee a Mila

10/01/2015

Mente i leader europei abbracciano la Francia annunciando la loro partecipazione alla grande manifestazione di sostegno a “Charlie Hebdo” convocata per domani a Parigi, in Italia infuria la polemica politica sulla strage di Parigi. Il leader della Lega, Matteo Salvini attacca: «L’Islam è pericoloso, ci sono milioni di persone in giro per il mondo e anche sui pianerottoli di casa nostra pronti a sgozzare e a uccidere». Parole forti, inopportune per Matteo Renzi: «La parola identità - replica a distanza il premier - è una delle più belle da difendere, preservandola dall’atteggiamento sguaiato, cialtrone e maldestro di chi a casa nostra pensa che “identità” sia il contrario di integrazione». 

Dalla Francia Jean-Marie Le Pen prende le distanze dalla solidarietà nazionale sulla strage nella redazione del periodico: «Je ne suis pas Charlie», dice il fondatore e presidente onorario del Front National e padre dell’attuale leader del movimento Marine. «Oggi si dice “siamo tutti Charlie, io sono Charlie”. Ebbene - scrive Jean-Marie Le Pen sul suo blog - mi dispiace, io non sono Charlie. E questo nonostante mi senta colpito per la morte di dodici connazionali francesi di cui non voglio nemmeno sapere l’identità politica, per quanto la conosca bene, è quella di nemici del Fn, che ne chiedevano lo scioglimento per petizione non molto tempo fa». 

Renzi interviene all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università di Bologna: «Chi ha ucciso i giornalisti di Charlie Hebdo, chi ha ucciso le forze dell’ordine, chi ha ucciso in un negozio in cui si vendono prodotti gastronomici per cittadini, fratelli di religione ebraica - spiega - non lo ha fatto per compiere un atto di terrorismo, non lo ha fatto per realizzare un attentato, ma per mettere in discussione l’identità stessa dell’Europa, l’identità del nostro modo di concepire la vita».

Militanti della Lega Nord, guidati dal segretario Matteo Salvini, hanno distribuito volantini con le vignette di Charlie Hebdo sull’Islam alla stazione della metropolitana di Lampugnano contro il bando della Giunta Pisapia per autorizzare l’aperture di moschee a Milano. Uno dei luoghi individuati è nella zona, vicino al Palasharp. «Strage di Parigi, l’Islam uccide la libertà» e «Milano resiste, no alla moschea!», le due frasi che accompagnano sui volantini le vignette del settimanale vittima di un attentato a Parigi. «Sono preoccupato - dice Salvini - perchè sia il Governo Renzi sia la Giunta Pisapia non hanno capito cosa stanno facendo. La Lega farà tutto il possibile per evitare che le moschee vengano aperte, anche con referendum». 

Il governo intanto si muove. Il ministro dell’Interno Angelino Alfano domattina sarà a Parigi per un incontro con i colleghi europei e il delegato di Obama per fare il punto «operativo». L’Italia proporrà una sorta di Comitato antiterrorismo europeo, in cui siedano tutti i rappresentanti di intelligence e antiterrorismo dei paesi membri, per un continuo scambio di informazioni. Alfano è inoltre convinto che, dopo Parigi, l’Europa rivedrà la decisione presa in passato sul Pnr europeo (Passenger name record), che consente di registrare tutti i transiti in area Schengen. «Finora non ha avuto esito perché il Parlamento europeo ha preferito, anche giustamente, tutelare più la privacy che la sicurezza. Ora penso che con una spinta maggiore da parte dei governi e anche della Commissione si possa rivedere questa decisione». Il titolare del Viminale, infine, non ha poi voluto esprimere un giudizio sul lavoro dell’intelligence e delle forze dell’ordine francesi, sottolineando però che «chi vuole fare questo tipo di attentati deve sapere che la morte è una prospettiva concreta». 

Sui fatti di Parigi arriva dalla Cei il commento del cardinale Angelo Bagnasco: «È un dolore immenso che anche quest’ultimo attentato scatena nel cuore dell’umanità. Tutto il mondo deve sentirsi colpito». «Questi uomini brutali sanno che la storia non si può fermare e quindi sono di per se perdenti», ha osservato il presidente della Cei. «La storia della cultura dei valori e delle giuste libertà non può essere fermata da nessuna violenza e da nessun brutalità tantomeno esibita. È una violenza esibita per spaventare perchè sono spaventati dalla storia», ha affermato Bagnasco.

E questa sera Giorgio Napolitano, ha chiamato al telefono Francois Hollande al quale ha manifestato solidarietà dopo gli atti terroristici in Francia. I due Capi di Stato hanno convenuto sull’assoluta necessità di condurre a un livello ancor più elevato l’integrazione e la cooperazione al livello europeo nella lotta senza quartiere al terrorismo. 

Da - http://www.lastampa.it/2015/01/10/italia/politica/strage-di-parigi-botta-e-risposta-renzisalvini-DBsX5bg04JtTGPnFbIi7FN/pagina.html
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« Risposta #1 inserito:: Gennaio 16, 2015, 11:15:18 pm »

FRANCIA
«Je suis Charlie Coulibaly»
Dieudonné scarcerato va in scena
Rilasciato l’umorista, più volte condannato per antisemitismo. Era stato accusato di «apologia del terrorismo» per le sue uscite all’indomani del raid a Charlie Hebdo

Di Redazione Online

L’umorista francese Dieudonne’ è stato scarcerato ed è regolarmente in scena a Parigi, al teatro della Main d’or, con lo spettacolo «La bete immonde». Lo stato di fermo, decretato contro di lui in mattinata, si è concluso dopo che nel pomeriggio era stato rinviato a giudizio per «apologia del terrorismo».

Lunedì la procura di Parigi aveva aperto un’inchiesta per apologia di terrorismo a carico dell’uomo, già finito nei guai con la giustizia per messaggi razzisti e antisemiti (sua è l’invenzione del gesto della «quenelle», considerato dalle autorità francesi, dagli ebrei e da gruppi anti-razzisti un saluto nazista invertito). Domenica sera, dopo la marcia di Parigi, cui aveva preso parte, Dieudonné aveva scritto su Facebook di sentirsi «Charlie Coulibaly», unendo il nome del giornale satirico colpito a Parigi dagli attentatori e quello di uno dei terroristi, Amedy Coulibaly, che invece ha colpito il supermercato ebraico.

Il post su Facebook
Più precisamente, nel suo post, l’umorista aveva definito la marcia «leggendaria», «un istante magico paragonabile al big-bang» ma, aveva aggiunto, «sappiate che stasera, per quanto mi riguarda, io mi sento Charlie Coulibaly». Il messaggio risulta al momento rimosso dal profilo Facebook di Dieudonné ma qualcuno ha fatto in tempo a salvarlo e pubblicarlo su Twitter.

La replica
Lunedì Dieudonné si era subito difeso con una lettera aperta al ministro dell’Interno Bernard Cazeneuve, in cui accusava lo Stato francese di trattarlo «come il nemico pubblico numero 1», anche se lui cerca «solo di far ridere», proprio come «Charlie Hebdo». «Quando io mi esprimo, non si cerca di capirmi, non mi si vuole ascoltare. Si cerca un pretesto per vietarmi. Mi si considera come Coulibaly mentre non sono diverso da Charlie», scriveva Dieudonné, dicendo di sentirsi perseguitato «con tutti i mezzi. Linciaggio mediatico, divieti ai miei spettacoli, controlli fiscali, ufficiali giudiziari, perquisizioni, inchieste. Oltre ottanta procedure giudiziarie si sono abbattute su di me e la mia famiglia».

Il ministro dell’Interno: messaggio indegno
Da parte sua, il ministro dell’Interno francese, Bernard Cazeneuve, ha definito «indegno» il messaggio di Dieudonné e ha affermato che le autorità si riservano il diritto di procedere contro di lui. Il ministro, si legge in una nota diffusa lunedì, «denuncia solennemente le dichiarazioni abbiette di M. Dieudonné sulla propria pagina Facebook che testimoniano irresponsabilità, che sono irrispettose e che dimostrano una propensione a suscitare l’odio e la divisione che sono semplicemente insopportabili». E il premier Manuel Valls: «Il razzismo, l’antisemitismo, il negazionismo e l’apologia di terrorismo non sono opinioni, sono reati» dichiara all’uscita dall’udienza solenne di inizio anno della Corte di Cassazione, aggiungendo che bisogna essere «implacabili» nel battersi «contro il terrorismo, certamente, ma anche contro la parola che uccide, la parola di odio».

Il precedente
Un'inchiesta pendeva già da settembre su Dieudonné per aver ironizzato sulla decapitazione del giornalista americano James Foley da parte dell'Isis.

14 gennaio 2015 | 09:24
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Da - http://www.corriere.it/esteri/15_gennaio_14/je-suis-charlie-coulibaly-dieudonne-stato-fermo-91d230e8-9bc4-11e4-96e6-24b467c58d7f.shtml
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