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Autore Discussione: PADOAN  (Letto 3823 volte)
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« inserito:: Febbraio 28, 2014, 06:33:44 pm »

Padoan: da delega fiscale impatto sulla crescita, non addormentarsi su lotta a evasione

26 febbraio 2014

«Il sistema tributario può e deve essere modificato favorendo la crescita». Lo ha detto nell'Aula della Camera il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, nel corso della discussione generale sulla delega fiscale. «Spero che la delega fiscale possa produrre risultati non solo tributari ma anche economici e di crescita», ha aggiunto il ministro.

Impegno sarà rafforzare ripresa e lavoro
Nella delega fiscale «l'obiettivo primo - ha sottolineato Padoan - è dare la stabilità e certezza al sistema fiscale; in questo periodo di ripresa debole il Governo si impegna ad eliminare l'incertezza». La stabilità del sistema fiscale, ha aggiunto «è un elemento fondamentale, migliora l'attitudine a investire, perché senza investimenti i guadagni in termini di occupazione rimangono limitati». Ma Padoan ha assicurato anche che «questo strumento, che viene affidato al Governo, farà parte integrante di una strategia basata sulla creazione di posti di lavoro e centrato sull'attività di investimento delle imprese»

Su lotta evasione non bisogna addormentarsi
Per Padoan sistema fiscale e tributario efficiente richiede di mantenere alta l'attenzione nella lotta all'evasione, fiscale. «Non bisogna addormentarsi su risultati che paiono acquisti e che invece devono essere confermati continuamente», sono state le parole del ministro.

Tra impegni eliminazione costi gestione imprese
«Il sistema tributario può e deve essere modificato in modo di favorire la crescita, non solo garantendo la certezza, ma possibilmente eliminando i costi di gestione e di fare impresa, di fare attività economica in senso più lato», ha aggiunto il ministro. Padoan ha inoltre evidenziato l'obiettivo della «maggiore equità nella determinazione delle basi imponibili catastali». Il Governo, ha assicurato, porrà «attenzione» al tema «con la collaborazione dell'Agenzia delle Entrate e dei Comuni e basandosi sulla continua interazione con le parti sociali».

Riorganizzati i lavori dell'Aula, delega fiscale nuova priorità
Intanto la Delega fiscale si avvia verso il via libera definitivo del Parlamento. Dopo la sua approvazione questa mattina da parte della commissione Finanze della Camera (nessun voto contraro, astensione di M5s e Sel) senza modifiche al testo trasmesso dal Senato, la Capigruppo ha deciso a maggioranza di inserirla nell'ordine del giorno dei lavori dell'Aula al posto del Dl enti locali insieme al ddl sui reati ambientali.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Da - http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-02-26/padoan-delega-fiscale-impatto-crescita-non-addormentarsi-lotta-evasione-183300.shtml?uuid=ABydPPz
« Ultima modifica: Marzo 06, 2014, 12:20:18 pm da Admin » Registrato
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« Risposta #1 inserito:: Marzo 06, 2014, 12:19:11 pm »

Padoan prova a dare la carica: "Riscossa, abbiamo le energie per riformare il Paese"
Il ministro manda il suo saluto al convegno sulle diseguaglianze e sferza: "Dobbiamo rimuovere le strozzature che imbrigliano la nostra società; dobbiamo aprire la nostra società al contributo dei più giovani e di tutti coloro che sono impegnati a dare qualcosa di sè al bene comune"

MILANO - "Le diseguaglianze crescenti sono uno dei tratti più drammatici di questa crisi globale. Ma adesso ci aspetta una riscossa e abbiamo l'energia per riformare il Paese: profondamente, radicalmente". Lo ha detto il Ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, in un saluto al convegno sulle diseguaglianze, in occasione della presentazione degli atti del Terzo Festival di Dottrina Sociale. Si tratta di una sorta di prima uscita per il neo ministro dell'Economia, che fino ad ora ha dosato le parole e la presenza in pubblico per lavorare ai tanti dossier economici che lo attendono, limitandosi a relazionare al Parlamento in occasione della delega fiscale. "Dobbiamo rimuovere le strozzature che imbrigliano la nostra società; dobbiamo aprire la nostra società al contributo dei più giovani e di tutti coloro che sono impegnati a dare qualcosa di sè al bene comune", ha detto il ministro.

L'ex economista dell'Ocse ha osservato che "durante gli anni che abbiamo alle spalle, gli italiani hanno dovuto affrontare una crisi straordinaria, che ne ha messo a dura prova la resistenza come individui e come collettività nazionale. In questo contesto - ha spiegato - tutto è diventato più difficile: il talento non trova spazio per esprimere il proprio potenziale, la sofferenza non trova uno spazio adeguato alle proprie qualità".

Quindi Padoan ha proseguito affermando: "Abbiamo bisogno di fare crescere l'economia, abbiamo bisogno di creare occupazione, abbiamo bisogno di migliorare le nostre prospettive future in modo stabile: lavorando per migliorare l'istruzione e la ricerca e per sostenere la competitività delle imprese. Sappiamo cosa dobbiamo fare e il Programma Nazionale di Riforma in corso di definizione tradurrà i nostri obiettivi in azioni concrete".

(04 marzo 2014) © Riproduzione riservata

Da - http://www.repubblica.it/economia/2014/03/04/news/padoan_prova_a_dare_la_carica_riscossa_abbiamo_le_energie_per_riformare_il_paese-80212643/?ref=HREC1-1
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« Risposta #2 inserito:: Giugno 01, 2014, 04:34:55 pm »

Festival dell'Economia di Trento

Padoan: "Il problema dell'Italia è la produttività"
Il ministro dell'Economia ospite della kermesse di Trento: autocritica sui primi approcci alla crisi. "Faremo riforme strutturali che produrranno efficienza e libereranno risorse. Ma la priorità è risalire le classifiche europee della produttività". Una battuta su Renzi: sull'occupazione "lui ha la ricetta magica"

Dal nostro inviato LUCA PAGNI

TRENTO -  "All'inizio della crisi, l'Europa ha sbagliato perché ha pensato di intervenire soltanto con il rigore fiscale. Non abbiamo valutato bene le conseguenze, io per primo". Essendo un tecnico e non un politico, il ministro Pier Carlo Padoan può permettersi una autocritica senza se e senza ma. Lo ha fatto davanti a una platea per lo più di giovani al Festival dell'Economia in svolgimento a Trento fino a lunedì. Ma lo ha fatto anche per spiegare la strada intrapresa dal governo guidato da Matteo Renzi perché l'Italia torni al più presto a crescere. "E deve farlo alla svelta, perché non c'è più molto tempo. Metteremo in campo riforme strutturali che produrranno efficienza e libereranno risorse le quali serviranno per le coperture di bilancio. Ma sarà tutto inutile se non risaliremo nelle classifiche europee e mondiali di produttività, il cui calo negli ultimi due decenni è il vero dramma del nostro paese".

Il ministro dell'Economia ha avuto più di un accenno polemico nei confronti dell'Europa e del suo paese leader. Lo ha fatto, per esempio, quando gli è stata rivolta la domanda sulla possibilità che venga aumentata l'età pensionabile. "Non ho detto che il governo ci sta pensando, visto che è già indicizzata alle aspettative di vita". Di sicuro non è d'accordo su quanto sta accadendo in Germania che sta andando in direzione opposta: "Le misure che stanno adottando quei paesi che stanno abbassando l'età pensionabile credo siano inefficaci".

Lo speciale di Repubblica.it
Sulle politiche europee, Padoan ha riservato altri passaggi critici. "Quando si è capito che la crisi è stata di natura finanziaria, la Bce è intervenuta con misure finanziarie e con la messa in sicurezza del sitema bancario. Ma manca ancora un intervento per creare occupazione e crescita. E' questo il problema fondamentale sui cui intervenire, in particolare nei confronti della disoccupazione giovanile, questione ancora più grave nel nostro paese. Ma in Europa non è stata ancora affrontata una discussione seria su come affrontare il tema della crescita, mi auguro che avvenga al più presto".

Padoan non nasconde il fatto che con Bruxelles potrebbe nascere presto un contenzioso sulla possibilità di una manovra correttiva dopo la revisione al ribasso del Pil. "Vediamo cosa ci chiederanno, di sicuro faremo capire all'Europa che le nostre riforme sono serie e che possono portare a risparmi strutturali". Il che equivale a dire che l'Italia non si farà giudicare solo in base a formulette matematiche ma sulla bontà della spinta riformista. "Anche perché tutte i governo europei dovrebbero accellerare il processo delle riforme: quando ero all'Ocse abbiamo insistito più volte con la Germania perché aprisse ai privati il mercato dei servizi pubblico, in modo da liberare risorse per gli investimenti. Che da loro, non a caso, sono in calo".

Su altre questioni, Padoan non ha preso posizione rinviando all'intervento di Matteo Renzi a sua volta atteso al Festival di Trento. Per esempio quando uno studente gli ha chiesto se ha delle idee concrete per il rilancio dell'occupazione: "Chiedetelo a Renzi, lui sicuramente ha una ricetta magica". O quando dalla platea gli è stato detto se il governo vuole ancora essere succube della Fiat: "Da piccolo mi hanno insegnato che non si risponde a una provocazione e da grande ne sono ancora più convinto". La battuta ha così incassato il placet di Sergio Marchionne, presente in platea, pure lui tra gli ospiti più attesi del Festival: "Con Padoan il governo ha un asso nella manica".

Da - http://www.repubblica.it/economia/2014/05/31/news/festival_trento_31_maggio_2014-87717947/?ref=HREA-1
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« Risposta #3 inserito:: Novembre 26, 2014, 05:18:23 pm »

INVESTIMENTI

Padoan: il mercato ha fallito c’è bisogno di un’azione pubblica
Juncker: piano da 315 miliardi per gli investimenti. Le risorse fuori dal patto


Di Redazione online

Mobilitare le risorse pubbliche per rilanciare gli investimenti privati ripristinando la fiducia: è la ricetta per far tornare l’Europa alla crescita, come ha sintetizzato il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan al Parlamento europeo durante la presentazione del piano di investimenti del presidente Jean-Claude Juncker. «Di fronte al fallimento del mercato c’è bisogno di un’azione pubblica», ha detto Padoan. Il rilancio degli investimenti privati attraverso l’azione pubblica è urgente: «tutto ciò va fatto in fretta, le aspettative dei cittadini sono crescenti come il rischio di una delusione», ha aggiunto il ministro, per cui «è necessario e possibile» dare all’Europa «uno shock positivo “per evitare il rischio «molto serio» di una stagnazione economica e di un’inflazione «troppo bassa troppo a lungo».

L’Unione europea cerca di voltare pagina e lancia il piano per gli investimenti da 315 miliardi nel 2015-2017 che potrebbero aggiungere 330-410 miliardi al Pil creando, secondo le stime indicate a Bruxelles, 1,3 milioni di posti di lavoro. È il «piano Juncker» varato martedì sera dalla Commissione per stimolare gli investimenti che, in Europa sono «370 miliardi sotto il livello pre-crisi», come ha ricordato il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, presentando il Piano nell’aula del Parlamento europeo mercoledì mattina e chiedendo «un avallo politico». Il Piano ha raccolto i consensi dei tre gruppi principali del Parlamento che hanno dato la «fiducia» alla nuova Commissione europea: Ppe, Pse e liberali.

Effetto leva
Il piano si fonda sostanzialmente sull’effetto leva di fondi europei per attrarre capitali privati. Il nuovo fondo (Efsi, Fondo europeo per gli investimenti strategici), sarà finanziato da 16 miliardi provenienti dal bilancio della Commissione e da altri 5 dai fondi della Banca europea degli investimenti. Bruxelles punta sull’effetto leva, per raccogliere almeno 315 miliardi nei prossimi tre anni: ogni euro del Fondo - sono i calcoli della Commissione - dovrebbe generare altri 15 euro di investimenti pubblici nazionali o privati. Scuola, trasporti, sanità e efficienza energetica alcuni dei campi su cui interverrà il Piano.

Programma ambizioso
Juncker, nella sessione plenaria del Parlamento, davanti ai deputati, ha parlato di «un programma ambizioso ma realistico per gli investimenti in Europa». Una manovra con la quale «l’Europa volta pagina, dopo anni di sforzi per promuovere la credibilità fiscale e le riforme». Il presidente della Commissione Ue ha sottolineato: «abbiamo bisogno di riforme strutturali per preservare il nostro stato sociale, di responsabilità fiscale per i bilanci nazionali e ora abbiamo bisogno di spingere gli investimenti. Cosa che facciamo con questo piano».



Che, ha detto, rappresenta il modo di «chiudere il cerchio» insieme a riforme e disciplina di bilancio. «Se il piano funzionerà, come io credo - ha poi aggiunto - lo prolungheremo al 2020». È di «importanza essenziale eliminare gli ostacoli burocratici» per «creare le condizioni per gli investimenti», ha poi detto il presidente, sottolineando che «in Europa c’è un paradosso enorme: nonostante la liquidità nelle banche, gli investimenti non rimbalzano».

«No a nuovo debito»
Per stimolare gli investimenti e far ripartire l’Europa «sento dire che abbiamo bisogno di nuove denaro, ma quello di cui abbiamo bisogno è un nuovo inizio», ha poi aggiunto Juncker, che si è detto contrario a nuovo debito. «Dobbiamo pensare ai nostri figli, e non dobbiamo tradire le regole del patto di stabilità che abbiamo pattuito, altrimenti non saremmo credibili». Se gli Stati membri iniettano liquidità non rispettiamo questi patti», per questo «dobbiamo fare leva per usare il denaro pubblico che già c’è». L’obiettivo, indicano fonti europee, è «fare un uso più intelligente delle risorse del bilancio Ue trasferendo dalla Bei l’eccesso di copertura del rischio». La novità è che gli Stati potranno finanziare direttamente il nuovo Fondo europeo per gli investimenti strategici e tale spesa sarà considerata «in modo favorevole» quando si valutano i deficit di bilancio.

Basta austerità
Per il capogruppo dei Socialisti e Democratici Gianni Pittella viene gettato alle spalle «il mantra dell’austerità» a tutti i costi. Il capogruppo popolare tedesco Manfred Weber ha detto che il piano «è molto credibile» e in definitiva bisogna crederci perché «occorre si imponga la cultura dell’ottimismo» di fronte alle difficoltà a uscire definitivamente dalla fase recessiva. Inoltre non calcolare i contributi degli Stati al Fondo degli investimenti rappresenta «una rottura storica che spezza il tabù della rigidità del patto di stabilità». Per il ministro Pier Carlo Padoan a Strasburgo, il Piano è il primo passo verso una svolta a favore della crescita e del lavoro.

E a Berlino, nel corso del dibattito sul bilancio al Bundenstag, la cancelliera Angela Merkel ha detto che «l’affidabilità delle regole comuni del patto di crescita è di grande significato per la fiducia nell’eurozona». «Lo sviluppo dell’Europa - ha aggiunto - viene seguito con attenzione su scala mondiale, anche perché la strada per uscire dalla crisi è tutt’altro che facile».

26 novembre 2014 | 10:02
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Da - http://www.corriere.it/economia/14_novembre_26/juncker-l-europa-volta-pagina-stimolare-investimenti-315-miliardi-59b7f998-7547-11e4-b534-c767e84e1e19.shtml
« Ultima modifica: Gennaio 09, 2017, 06:20:54 pm da Arlecchino » Registrato
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