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Autore Discussione: Valentina SANTARPIA - Cinque Stelle scrivono sul blog i «dieci sì» al Pd  (Letto 2032 volte)
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« inserito:: Luglio 13, 2014, 11:06:59 am »

Legge elettorale, i Cinque Stelle scrivono sul blog i «dieci sì» al Pd
La risposta ufficiale sul blog di Beppe Grillo per superare le polemiche innescate dall’incontro saltato

Di Valentina Santarpia

Il Pd voleva una risposta scritta, e chiara, dal Movimento Cinque Stelle? Eccola. Superando le polemiche innescate dal leader Beppe Grillo, proprio sul blog dell’ex comico sono comparsi i «Dieci sì», con le dovute osservazioni, alle dieci proposte del Pd su riforme e legge elettorale. Dopo l’incontro saltato con il Pd, e la conferenza stampa del vicepresidente della Camera Luigi Di Maio che ha cercato ufficialmente di rispondere alle richieste del partito, arrivano anche «gli scritti», quelli che proprio Renzi e i suoi avevano chiesto insistentemente per poter avviare un dialogo costruttivo sulla futura legge elettorale e sul possibile «punto di caduta» tra Italicum e «Democratellum». «Ora, in modo tale che non abbiate più alibi e non possiate più raccontare agli Italiani con la complicità dei giornalisti che il tavolo di lavoro è saltato per colpa nostra, vi riportiamo le risposte una terza volta», scrivono puntuti i Cinque Stelle. Adesso è probabile che ci sia l’incontro: «Se c’è una risposta del M5S alle 10 domande da noi poste c’è assolutamente la disponibilità a sedersi al tavolo», aveva detto poco prima Lorenzo Guerini, vicesegretario del Pd.

Le risposte ai quesiti: la governabilità
In realtà i «sì» dei Cinque Stelle contengono diverse sottolineature che probabilmente animeranno ancora il confronto con il Partito democratico. Il primo quesito posto da Renzi e dai massimi esponenti del Pd, da Alessandra Moretti a Lorenzo Guerini a Roberto Speranza, riguardava la «governabilità”: “Per noi un vincitore ci vuole sempre. L’unico modello che assicura questo oggi in Italia è la legge elettorale che assegna un premio di maggioranza al primo turno o al secondo turno. Il Movimento 5 Stelle, per esempio, ha vinto a Parma, Livorno e Civitavecchia nonostante che (sic) al primo turno abbia preso meno del 20% dei voti. Però poi al ballottaggio ha ottenuto la metà più uno dei votanti. Vi chiediamo: siete disponibili a prevedere un ballottaggio, così da avere sempre la certezza di un vincitore? Noi sì», scrivevano qualche giorno fa i rappresentanti del Pd nella loro lettera. I 5 Stelle rispondono sì, ma spiegano in maniera dettagliata che per loro «quello che voi chiamate “vincitore” è il conquistatore di una vittoria di Pirro, che non garantisce in alcun modo la governabilità», ed è per questo che hanno una «proposta alternativa» che secondo loro potrebbe davvero garantire la governabilità, e cioè: - un primo turno proporzionale privo di soglie di sbarramento, in modo da consentire a chiunque di correre per il Parlamento e colmare il deficit di rappresentatività che la legge comporta; - in caso di superamento della soglia del 50% + 1 dei seggi al primo turno, prevediamo un premio di governabilità minimo, che consegnerebbe al vincitore il 52% dei seggi; - nel caso in cui nessuno raggiunga la maggioranza al primo turno, è previsto un secondo turno tra i due partiti più votati, al cui vincitore viene assegnato il 52% dei seggi.

Dal premio di maggioranza al titolo V
Il secondo quesito riguardava il premio di maggioranza: i Cinque Stelle precisano che di essere «disponibili alla previsione di un turno di ballottaggio, nel caso in cui il primo turno non veda nessuna forza politica ottenere la maggioranza dei seggi, con il quale sia possibile attribuire un numero di seggi tali da assicurare a chi ha vinto di avere un minimo margine di maggioranza». Il terzo riguardava la possibilità di ridurre l’estensione dei collegi: anche in questo caso arriva il «sì» condizionato dei Cinque Stelle al Pd, che spiegano che «La riduzione dell’estensione dei collegi è possibile, ma questo e altri elementi tecnici dipendono naturalmente dall’impianto complessivo della legge e da come si vuole concretamente realizzare». Sulla possibilità di far preventivamente verificare la legge elettorale alla Corte costituzionale, oggetto del quarto interrogativo del Pd, i Pentastellati dicono sempre di sì, pur manifestando l’«urgenza di capire è in quale modo si dovrebbe introdurre questo controllo e come dovrebbe intervenire sulla legge elettorale in discussione». La modifica del titolo V, che invece rappresentava il quinto elemento di confronto posto dal Pd, i Cinque Stelle si dicono disposti a delle modifiche, che evidentemente però non vanno nella stessa direzione del Pd: «Riteniamo che l’impianto proposto nell’attuale riforma non sia funzionale alla risoluzione dei problemi provocati dalla riforma del 2001», spiegano sottolineando le proprie priorità sull’argomento, come avevano fatto lunedì mattina in conferenza stampa.

Dalle indennità alle immunità parlamentari
Più netta la risposta al sesto quesito, quello sull’abbassamento dell’indennità di consigliere regionale a quella del sindaco del comune capoluogo, eliminando ogni forma di rimborso ai gruppi consiliari della Regione: questo è uno dei cavalli di battaglia dei Cinque Stelle, che non solo dicono di sì tranquillamente ma suggeriscono anche al Pd, che governa nella maggior parte delle Regioni, di occuparsene direttamente a livello locale. Immediata pure la reazione al sesto interrogativo, quello sulla cancellazione del CNEL: anzi, i seguaci di Grillo vanno oltre, chiedendo che il progetto possa essere scorporato dal resto delle riforme costituzionali, in modo da vederlo approvato più velocemente. Sul Senato ridotto ad assemblea che non si esprime sulla fiducia, oggetto dell’ottavo punto, i Cinque Stelle sono favorevoli, mentre emergono alcune perplessità sul nono punto, ovvero il ruolo del senatore, che non dovrebbe essere più, secondo il disegno di Renzi, un incarico a tempo pieno e retribuito ma semplice espressione delle autonomie territoriali. Anche qui i Cinque stelle dicono di sì, però fanno notare: «Perché un ruolo importante come quello del rappresentante delle autonomie territoriali non dovrebbe essere a tempo pieno? Che senso avrebbe tale ruolo, al di là di quello che i rappresentanti delle autonomie già fanno nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni?». Infine, le guarentigie costituzionali, il decimo punto: i Cinque stelle hanno una loro posizione chiarissima: «Affinché l’immunità non diventi occasione di impunità e tuttavia preservi il parlamentare nella sua essenziale funzione di rappresentante dei cittadini, riteniamo necessario e sufficiente cancellare le immunità attualmente previste, all’infuori della garanzia dell’insindacabilità per le opinioni e i voti espressi».

7 luglio 2014 | 21:10
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Da - http://www.corriere.it/politica/14_luglio_07/legge-elettorale-cinque-stelle-scrivono-blog-dieci-si-pd-70b98b64-0604-11e4-9ae2-2d514cff7f8f.shtml
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