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Autore Discussione: Decreto Ilva, sindacati delusi e Ronchi dice addio  (Letto 2361 volte)
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« inserito:: Luglio 13, 2014, 10:43:53 am »

Decreto Ilva, sindacati delusi e Ronchi dice addio

La Fim Cisl: "Garantiti solo i prossimi mesi, il governo interessato solo a vendere". Il subcommissario uscente: no alla eventuale riconferma. Realacci: "Pessimo segnale. Senza garanzie il decreto non potrà essere convertito". Vendola: "Si rischia lo schianto"
 11 luglio 2014

Delusione nei sindacati metalmeccanici a Taranto all'indomani dello sciopero all'Ilva e dopo il decreto legge varato dal Consiglio dei ministri sull'azienda siderurgica. I sindacati giudicano molto parziale e inadeguato, rispetto ai problemi, il fatto di aver previsto, nella norma, solo la prededuzione del prestito ponte e cancellato, rispetto alla bozza iniziale, sia l'uso dei fondi sequestrati ai Riva dalla Procura di Milano per reati fiscali e valutari, sia l'istituzione di un commissario ambientale al posto del sub commissario. Un giudizio condiviso dal subcommissario uscente Edo Ronchi, che infatti dice addio all'esperienza all'Ilva.
 
Intervista - 'Perché non toccano i soldi dei Riva?'

Ronchi contro Bonelli: "Sprovveduto o falsario"
Di Edo Ronchi si era parlato come possibile commissario ambientale dell'impianto dopo che l'ex ministro dell'Ambiente era stato sub commissario con Enrico Bondi. Da Legambiente nazionale al presidente della commissione Ambiente della Camera, Ermete Realacci, molte voci si erano dette favorevoli a questa ipotesi. Alla luce del decreto, Edo Ronchi considera però chiusa definitivamente la sua esperienza all'Ilva. La decisione di abbandonare nasce dal fatto che il decreto non prevede più la nuova figura del commissario ambientale, dotato di poteri specifici, e mantiene invece l'attuale figura del sub commissario. In più, Ronchi ha preso atto che la norma non soddisfa la necessità, a suo giudizio vitale per il futuro e il risanamento dell'Ilva, di un cospicuo intervento di spesa attraverso i fondi dei Riva sottoposti a sequestro fiscale a Milano o un sostanzioso finanziamento da parte dello Stato.

Molto critici sono anche i sindacati metalmeccanici, i quali, dopo l'annuncio del premier Matteo Renzi, si attendevano un decreto imperniato su tre punti. Invece alla fine si ritrovano, dicono i sindacalisti, con un testo che salva solo una delle cose annunciate, ovvero la possibilità di applicare la prededuzione ai finanziamenti che l'Ilva chiederà alle banche. In questo modo, la liquidità che gli istituti di credito erogheranno prossimamente all'azienda sarà garantita in termini di restituzione qualora l'Ilva dovesse fallire. "Non ci siamo - commenta Marco Bentivogli, segretario nazionale della Fim Cisl - non è questo il provvedimento che serve all'Ilva. C'è bisogno di un rilancio dell'azienda, partendo dall'applicazione del piano ambientale. Invece - osserva Bentivogli - ci ritroviamo con un provvedimento che, bene che vada, permetterà solo di gestire i prossimi mesi, consentendo probabilmente di pagare stipendi ai dipendenti e lavori delle imprese. Il Governo mostra di navigare a vista, delegando i problemi e le scelte a chi comprerà tra qualche tempo l'azienda. Ormai è chiaro: il cambio del commissario è stato fatto solo per accelerare la vendita dell'Ilva".

Le reazioni
 "Quanto apparso sui media a proposito del decreto Ilva non è rassicurante. Non è chiaro perché non si è dato corso alla legge ora in vigore che prevede che le risorse per il risanamento ambientale, circa 1.800 milioni di euro, possano essere prelevate anche dai beni sequestrati ai Riva". Così Ermete Realacci (Pd), presidente Commissione Ambiente della Camera, ha commentato la vicenda. "Se non sono garantite risorse, tempi e responsabilità certe sul risanamento ambientale", ha aggiunto, il Parlamento "non potrà convertirlo". E sulla annunciata rinuncia di Ronchi Realacci aggiunge: "Pessimo segnale". Duro anche il commento del governatore Vendola: "Spero che non si stia andando verso lo schianto" - dice - il rischio è che rimangano inevasi i problemi ambientali e che si perdano 20.000 posti di lavoro".
 
"Ma la famiglia Riva siede in consiglio dei ministri?", commenta sarcastico Stefano Ciafani, vice presidente nazionale di Legambiente sul decreto che definisce "all'acqua di rose". Sull'Ilva il governo "è riuscito a fare assai peggio di quanto si potesse immaginare - dice - ha stravolto il testo per non urtare gli interessi dei Riva, in barba all'interesse generale dei cittadini e degli stessi lavoratori di avere un centro siderurgico profondamente risanato". "Chiediamo che la legge Rognoni-La Torre sul sequestro e la confisca dei patrimoni ai mafiosi - propone il leader dei Verdi Angelo Bonelli - venga estesa anche a chi inquina creando bombe ecologiche immense come quella di Taranto".

© Riproduzione riservata 11 luglio 2014

DA - http://bari.repubblica.it/cronaca/2014/07/11/news/decreto_ilva_sindacati_delusi_e_ronchi_verso_l_addio-91267347/?ref=nl-Ultimo-minuto-ore-13_11-07-2014
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