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Autore Discussione: Sara Ricotta Voza. Matteo Marzotto: Fiera di Vicenza un format che esportiamo...  (Letto 2249 volte)
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« inserito:: Giugno 02, 2014, 04:57:08 pm »

Tuttosoldi
02/06/2014

Matteo Marzotto: “Fiera di Vicenza, un format che esportiamo nel mondo”
Il presidente: l’ultimo accordo è con Dubai. Il nostro segreto?
Non siamo grandi ma molto veloci e competitivi
Matteo Marzotto da sei mesi è il presidente della Fiera di Vicenza

Sara Ricotta Voza
MILANO

Fiera è un bel nome italiano che oggi dovrebbe definire qualcosa di più simile a un’azienda globale che a un contenitore locale di spazi per esposizione. Un’azienda che produce ma non ha un solo prodotto, che ha una sede ma è in grado di esportare se stessa e il proprio know how, che ha un’identità ma è capace di darsene anche altre, che fa consulenza, offre servizi, sta su un mercato ipercompetitivo. 

Una di quelle italiane più attive sul fronte creatività & innovazione è Fiera di Vicenza, che ha chiuso il 2013 con un risultato netto positivo per il quarto anno di seguito e fatturato a quota 31,2 milioni di euro. Dal dicembre scorso ha anche un nuovo presidente, Matteo Marzotto, giovane e iperattivo, almeno a giudicare dalle novità messe in campo in questi sei mesi e da quelle annunciate per i prossimi. Marzotto del resto porta in Fiera di Vicenza molto della sua storia e identità professionale che lo ha visto imprenditore nel rilancio di Vionnet, manager nelle aziende di famiglia e nel Gruppo Valentino, e che attualmente lo vede presiedere anche la Fondazione Cuoa- la prima business school del Nordest -, l’Associazione Progetto Marzotto per sostenere la nuova imprenditoria, e infine il Mittelmoda Fashion Award che ogni anno premia i migliori studenti delle scuole di design di tutto il mondo. 

Presidente Marzotto, si è appena chiuso uno dei vostri appuntamenti più importanti, Vicenzaoro. Come è andata? 
«Siamo molto soddisfatti. Abbiamo tre edizioni, Vicenzaoro Winter, Spring e Fall e anche se quella primaverile è quantitativamente meno rilevante di quella invernale e settembrina, lo è molto dal punto di vista qualitativo; questa data vede infatti una forte prevalenza di espositori italiani che ha l’opportunità di incontrare compratori interessati proprio a loro per riassortire, per l’estate, prodotti italiani di qualità». 

Poco prima di Vicenzaoro - e poi per qualche giorno in contemporanea - ha debuttato anche il format Origin Passion and Beliefs; di che si tratta e che accoglienza ha avuto? 

«È una novità assoluta, uno straordinario network di relazioni tra la migliore manifattura italiana del fashion, giovani stilisti internazionali e grandi maison di moda, e siamo molto soddisfatti dell’affluenza e risultati ottenuti». 

 Ne è particolarmente fiero, l’entusiasmo ha a che fare con la sua storia professionale? 
«Il concept è stato pensato prima del mio arrivo e mi ha visto subito entusiasta perché io vengo da quel mondo, sono un grande fan del “manufacturing italiano 2.0”, l’affinamento della capacità di fare artigianato nel modo più evoluto. Con una messa a punto e un allargamento ai mondi del design e del food credo che possa diventare un contenitore completo». 

Avete appena annunciato la nascita di Dv Global Link, una joint venture con il Dubai World Trade Center che di fatto porta Vicenzaoro nell’Emirato. Come è nata l’idea e in che tempi si è concretizzata? 
«È una scommessa che ci lancia come “Exhibition Provider” di respiro mondiale secondo la nuova identità di Fiera di Vicenza, che da contenitore di spazi si è evoluta in azienda generatrice di contenuti di elevata qualità, impegnata a esportare a livello internazionale il proprio format e know-how. Non siamo grandi, siamo molto veloci e competitivi a livello globale nel mondo dell’oro e nei gioielli. Dubai ci ha voluti, ci siamo fidanzati e poi sposati: il tutto in circa due anni. È il luogo che ospiterà l’Expo 2020, il nostro partner è il World Trade Center e il Ceo Sua eccellenza Helal Saeed Al Marri è una persona straordinaria, un manager giovane e vicino operativamente alle istituzioni dello Stato». 

Gli Emirati Arabi Uniti sono diventati la prima destinazione delle esportazioni italiane di gioielleria, ma non temete di togliere qualcosa alla manifestazione di Vicenza? 
«Anzi. Noi operiamo in un mercato internazionale molto competitivo, con Basilea, Hong Kong, Las Vegas; a Dubai possiamo portare un prodotto per un mercato più ampio e internazionale. Ha il secondo aeroporto più grande del mondo, due fra le linee aeree più importanti, una enorme capacità attrattiva e ricettiva, una delle destinazioni più avanzate del lusso». 

Dopo solo sei mesi di presidenza le tocca approvare un bilancio positivo in anni di crisi per tutti. Quali sono i punti di forza che ha trovato e quelli deboli da rafforzare? 
«Ho ricevuto un’organizzazione in buona salute e con un ottimo management perché il mio predecessore Roberto Ditri è un ottimo imprenditore e manager che ha saputo trasformare quelle che erano criticità in punti di forza. La supercompetizione in cui siamo immersi impone però innovazione continua sia nell’eseguire al meglio quello che abbiamo già in portafoglio sia nel valutare nuovi prodotti e servizi. Con il nuovo padiglione, frutto di un notevole investimento che aggiunge 15 mila metri quadrati di alta qualità al gia esistente quartiere fieristico, oggi abbiamo una capacità di offerta congressuale che ci dà la possibilità di ospitare convegni, ma anche spettacoli e eventi sportivi». 

Abbiamo parlato soprattutto di Vicenzaoro, ma quali sono gli altri appuntamenti importanti di Fiera di Vicenza? 
«Hunting e pescare Show sono un evento molto atteso e di cui il prossimo 10 giugno annunceremo importanti novità; poi c’è Gitando.all, primo Salone europeo in ordine di importanza per il turismo accessibile o, come piace dire a noi, del turismo davvero per tutti; sia dal punto di vista morale sia economico ha un potenziale straordinario. Un altro grande prodotto è “Abilmente”, la mostra-atelier dedicata alle abilità creative femminili, dal découpage al ricamo alla tintura dei tessuti al cake design... un concept assolutamente innovativo in grado di attrarre centomila appassionate che fanno della manifestazione l’appuntamento di riferimento relativamente alle nuove tecniche applicabili alle diverse passioni della creatività».

Come presidente dell’Associazione Progetto Marzotto a giorni sarà a Torino per il roadshow del Premio omonimo. Di che si tratta e che valore ha per lei? 
«L’Associazione, 4 anni fa, ha lanciato il Premio Gaetano Marzotto, che è diventato il più importante riconoscimento alla nuova imprenditoria italiana. Eroghiamo denaro e servizi di mentoring e tutoring per oltre un milione di euro, come voluto da mio zio Giannino scomparso nel 2012. Le aziende candidate devono avere tre requisiti: sostenibilità economica, innovazione, ricaduta sociale sul territorio. Il Premio infatti si ispira a mio nonno Gaetano, uomo e imprenditore di visione straordinaria, uno dei grandi del dopoguerra, che ha sempre perseguito l’arricchimento sociale e morale, valorizzando l’aspetto umano dell’impresa».

Da - http://lastampa.it/2014/06/02/economia/tuttosoldi/matteo-marzotto-fiera-di-vicenza-un-format-che-esportiamo-nel-mondo-yy39cuDfYrOeSdbsLnsriK/pagina.html
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