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Autore Discussione: Sikorski: "Putin e gli euroscettici una minaccia per l'Europa"  (Letto 1890 volte)
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« inserito:: Maggio 24, 2014, 05:59:34 pm »

Polonia, Sikorski: "Putin e gli euroscettici una minaccia per l'Europa"
Intervista al ministro degli Esteri polacco alla vigilia del voto in Ucraina e nell'Unione Europea


di ANDREA TARQUINI (ha collaborato JAN GEBERT)
24 maggio 2014
   
BERLINO – La sfida dei populisti in ascesa in Europa e la sfida della politica aggressiva di Putin: ecco le due grandi prove che il Vecchio continente affronta in contemporanea tra poche ore, tema dell’intervista del ministro degli Esteri polacco Radoslaw ‘Radek’ Sikorski, uomo-chiave delle diplomazie Ue. In entrambi i casi, ci dice Sikorski, occorre coraggio e grande capacità: capacità di restaurare nei cittadini europei la fiducia nell’Europa a fronte della volontà dei populisti di distruggerla, e capacità di rispondere con fermezza a Mosca, auspicando il ritorno al dialogo ma contrastando la pericolosa dottrina militare Putin. Quasi una nuova dottrina Breznev della sovranità limitata dei satelliti, una dottrina che postula il diritto russo a intervenire per controllare aree dove vive chi parla russo, come se Londra volesse occupare aree del mondo in cui si parla inglese o invadere la Scozia se voterà per l’indipendenza.
 
Ministro, Lei parla spesso di interessi comuni europei, ma i populisti crescono nei sondaggi a poche ore dalle elezioni. Quanto è grande la minaccia?
“I partiti populisti sono una minaccia, perché vogliono utilizzare le istituzioni europee e i soldi del Parlamento europeo per conseguire la distruzione dell’Europa quale essa è oggi, cioè distruggere l’Europa quale luogo dell’esistenza politica e vita politica comune”.
 
Potrebbero essere moltissimi nel nuovo Europarlamento, quanto possono pesare?
“La natura di quei partiti nella maggior parte dei casi è quella di partiti piccoli, con un piccolo nucleo. E per loro è difficile cooperare, lavorare politicamente insieme in un modo efficace. Quindi mi aspetto che di fatto saranno una minoranza. Però, insisto, è una minaccia seria, e gli europei dovrebbero capirlo”.

In che senso?
“Nel senso che dovremo affrontare grandi sfide, e io spero che la nuova leadership europea che verrà eletta sarà all’altezza del compito: il compito di resuscitare e restaurare la fede e la fiducia dei cittadini europei nell’Europa”.
 
Nello stesso giorno si vota in Ucraina. Quanto teme che il voto fallisca, visto che Kiev non controlla certo tutto il territorio nazionale?
“Secondo le nostre informazioni, di oltre 3000 seggi elettorali in Ucraina appena alcune dozzine sono a rischio. Rischio connesso con l’occupazione della Crimea e con le attività dei separatisti all’est. Anche se alcuni seggi non saranno capaci di funzionare bene, diciamo uno su cento o meno, ciò non dovrebbe essere ragione di mettere in dubbio la legittimità dei risultati del voto. Ci sono altri esempi di paesi dove le elezioni non si svolgono in tutto il territorio: da Cipro alla Georgia. Ma sono elezioni democratiche, le riconosciamo. Nei sondaggi il favorito è Petro Poroshenko, apprezziamo la sua candidatura”.

Quali sono interessi e strategia di Putin nel conflitto ucraino?
“Obiettivamente, un’Ucraina democratica è una minaccia per l’esercizio del potere in Russia. D’altro canto, il presidente Putin, per sua convinzione e per conseguire più popolarità in Russia, cerca di ricostruire la sfera d’influenza russa nelle ex colonie. Non è il solo in questa nostalgia coloniale, c’è gente che la pensa così anche nella ‘vecchia Europa’. Ma in Europa abbiamo imparato che certe nostalgie possono condurre a tragedie. Nessuno si aspetta che Londra un giorno rivendichi territori abitati da persone che parlano inglese, come Putin ha fatto in nome della difesa dei diritti delle comunità russe. Nessuno si aspetta che gli inglesi invadano la Scozia in caso che al suo referendum vinca il sì all’indipendenza”.
 
Vede cioè minacce anche per altri paesi dell’ex Urss?
“Gli Stati baltici chiaramente si sentono minacciati. Perché come Putin sottolinea, la dottrina militare russa include la ‘protezione’, tra di altri, di cittadini lettoni di lingua russa. E’una dottrina pericolosa: significa che un’instabilità come quella ucraina può nascere in ogni altro paese vicino della Russia”.
 
La Polonia si sente minacciata dalla Russia?
“Crediamo che l’intero livello di sicurezza della Nato debba essere reso uniforme e alto. Gli italiani e i tedeschi si sentono più sicuri perché hanno basi americane permanenti. Siamo felici che i nostri alleati ci abbiano fornito segnali di simili garanzie per la nostra sicurezza”.
 
Si aspetta una dichiarazione esplicita in tal senso durante la visita di Obama in Polonia a inizio giugno?
“Ciò è tema di un intenso dialogo diplomatico”.
 
La situazione non le sembra ricordare un po’ il 1914, cioè una crisi locale sottovalutata che poi divenne globale, guerra mondiale?
“Falsa analogia. Primo, a Sarajevo ci fu un attentato terrorista sponsorizzato dall’intelligence serbo. Majdan è stata una grande rivolta sociale. Secondo, dopo due guerre mondiali abbiamo imparato come evitare una guerra a tutti i costi e a cercare vie per disinnescare le crisi. Vogliamo che la Russia torni sulla via del rispetto del diritto internazionale. Per la prima volta in Europa dalla fine della seconda guerra mondiale, uno Stato ha usato la forza contro un altro Stato per sottrargli territorio”.
 
Un ritorno a relazioni normali con la Russia è possibile o no?
“Una nuova èra può essere caratterizzata dall’uso della forza, la legge del più forte contro il vicino più piccolo. Non possiamo far finta di vivere in un nirvana di pace eterna degno della filosofia di Kant. La situazione attuale è un abbandono delle vie finora vigenti di soluzione dei conflitti in Europa. Il metodo ci è stato imposto. L’Europa deve essere matura e determinata, altrimenti perderà”.
 
La Russia usa le forniture di energia come strumento di pressione. Gli europei potranno farle fronte negoziando uniti?
“Italia, Polonia, l’intera Europa hanno un interesse comune ad assicurare forniture sicure e a prezzi competitivi. Ma è un processo complicato: ciascuno Stato sembra pensare che negoziati bilaterali, da solo con la Russia, gli darà l’accordo più favorevole. Sfortunatamente i risultati non corrispondono a queste aspettative, perché in Europa paghiamo i prezzi più alti per il gas russo. Per questo il nostro premier Tusk ha proposto un’Unione Europea dell’energia, che ci permetterebbe di avere, tutti insieme e ognuno per sé, economie più competitive”.
(Ha collaborato Jan Gebert)

© Riproduzione riservata 24 maggio 2014

Da - http://www.repubblica.it/esteri/2014/05/24/news/polonia_sikorski_putin_e_gli_euroscettici_una_minaccia_per_l_europa-87027834/?ref=HREC1-6
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